Secondo uno studio di Banca Ifis l'ecosistema italiano della bellezza, con i suoi luoghi, attori e servizi, produce il 17,2% del Prodotto interno lordo. I risultati dello studio diventano un’installazione artistica.
Un territorio che sviluppa bellezza genera valore economico, imprenditoriale e sociale. Lo spiega il Market Watch di Banca Ifis che, per la prima volta nella sua storia, è gold partner del Padiglione Venezia in occasione della 17esima Mostra Internazionale di Architettura. Dalla contaminazione tra due universi, l’arte e la finanza, nasce un progetto inedito: un’installazione artistica, curata dal giornalistaconduttore televisivo Emilio Casalini ed esposta al Padiglione Venezia, che rappresenta la mappa delle relazioni tra luoghi, attori e servizi che compongono l’ecosistema italiano della bellezza.
«Banca Ifis crede nella cultura e nell’arte come asset strategici di crescita economica e sociale del Paese - spiega Ernesto Fürstenberg Fassio, Vice Presidente di Banca Ifis -. La ricerca realizzata dal nostro Ufficio Studi, che ha coinvolto importanti rappresentanti dell’ecosistema italiano della bellezza, evidenzia la ricchezza del nostro patrimonio non solo culturale e paesaggistico ma anche imprenditoriale. Un patrimonio in grado di generare un rilevante valore economico e sociale, da preservare e sostenere. La partnership che abbiamo siglato con il Padiglione Venezia è un’ulteriore testimonianza del nostro sostegno a questo settore».
Anche la bellezza ha un valore economico tangibile e misurabile. Secondo l’analisi condotta dall’Ufficio Studi di Banca Ifis, il contributo complessivo di questa voce al PIL italiano, prendendo a riferimento i valori del 2019, è pari al 17,2%. L’Ufficio Studi ha esaminato le tre dimensioni che compongono l’ecosistema della bellezza italiano: il patrimonio storico, artistico e culturale, e quello naturalistico e paesaggistico; i servizi ad essi collegati (es. trasporti e hospitality) e la produzione dei settori del Made in Italy design-driven, ovvero guidati da logiche estetico-funzionali. Il contributo derivante dalla fruizione del patrimonio culturale e paesaggistico è pari al 6%, comprensivo di fruizione diretta e servizi a supporto, quali trasporti e hospitality.
Ma anche le imprese producono bellezza: sono 341.000, per un fatturato complessivo annuo di 682 miliardi di euro, e sono attive in 8 settori produttivi (agroalimentare, automotive e altri mezzi di trasporto, cosmesi, meccanica e altra manifattura, cosmetica, moda, orologeria e gioielleria, sistema casa e artigianato artistico), generando l’11,2% del PIL nazionale.
Per dare concretezza a numeri e verificarne il valore tangibile, sono state individuate e raccontate tre case history che corrispondono a tre città/luoghi italiani: Venezia, Bologna e il sistema Emilia-Romagna, Sciacca.
L’analisi dell’ecosistema bellezza, grazie agli interventi di alcuni dei principali esponenti e operatori dei settori analizzati, si trasforma in un progetto collettivo: Federculture che esprime il valore economico e sociale del turismo e della cultura nella Bella Italia; Confindustria Emilia racconta le sue filiere produttive e i suoi distretti Food Valley e Motor Valley; Confindustria Venezia narra la città sull’acqua unica al mondo, che si distingue anche per la produzione contemporanea di ù eccellenza nell’agroalimentare e nell’arte profumatoria; Museimpresa affronta il tema dell’influenza della bellezza nei luoghi di lavoro e dell’impatto sociale ed economico dei musei d’impresa; Camera Nazionale della Moda Italiana analizza il nuovo paradigma di bellezza nel mondo della moda, sempre più sostenibile e inclusivo; Altagamma racconta come la bellezza sia motore di innovazione per l’alto di gamma; POLI.design delinea la bellezza come un vero e proprio capitale culturale; Artex evidenzia la bellezza del saper fare artigiano tra cultura, economia e società e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che esalta il valore e il contributo all’ecosistema della bellezza de parte dell’agroalimentare italiano.