Generali firma la richiesta di aziende e investitori europei che invitano i capi di stato e di governo europei a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.
Generali firma la richiesta di aziende e investitori europei che invitano i capi di stato e di governo europei a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, superando l’obiettivo del 40% previsto in precedenza.
Il Group CEO Philippe Donnet è tra gli amministratori delegati che hanno firmato la lettera redatta dall’associazione Corporate Leaders Group, che chiede ai leader europei di definire il quadro di riferimento per una ripresa resiliente al cambiamento climatico e favorire investimenti verdi per conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
La partecipazione di Generali all’iniziativa è coerente con l’impegno a includere la sostenibilità in tutte le aree di business. Il Gruppo era stato tra i promotori, in linea con l’approccio dell’Unione Europea, del raggiungimento degli obiettivi al 2030, attuando una strategia declinata in una serie di priorità:
Generali offre inoltre il proprio contributo in diversi tavoli di lavoro per promuovere la finanza verde come la Net-Zero Asset Owner Alliance, un gruppo di 29 fondi pensione e compagnie assicurative, con un portafoglio di investimenti di circa 5 trilioni di dollari. Nato su iniziativa delle Nazioni Unite, ha l’obiettivo di ridurre a zero le emissioni nette di gas serra dei propri portafogli per evitare un aumento della temperatura globale oltre 1,5°C, in linea con l’accordo di Parigi.
L’impegno del Gruppo si estende anche allo sforzo di allineamento della ripresa economica a seguito dell’emergenza Covid-19 con la transizione verso uno sviluppo sostenibile: è per questo che Generali ha aderito all’Alleanza europea per il Green Recovery e ha destinato circa €1 miliardo per investimenti nella sostenibilità.
Con la firma della lettera di imprese e investitori redatta da Corporate Leaders Group, Generali riafferma il proprio impegno a sostenere gli sforzi in materia di transizione da qui al 2050, supportando le modifiche legislative necessarie e continuando a investire nella green economy, consapevole che una maggiore “ambizione climatica” globale rappresenta un impulso fondamentale alla competitività dell’Europa nel mondo.