Il testo della missiva indirizzata da Confindustria al Governo per meglio delimitare il perimetro delle attività consentite.
Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha ascirtto al premier Conte chiedendo chiarimenti sull'emanando decreto di stop delle attività produttive non strategiche.
"Gentile Presidente, stiamo affrontando con senso di responsabilità la decisione assunta ieri dal Governo di ampliare il perimetro delle misure di contenimento alla sospensione delle attività produttive" - si legge nella lettera - "Come potrà immaginare, riceviamo in queste ore centinaia di sollecitazioni dalla nostra base associativa, cui stiamo offrendo tutto il supporto possibile, in linea con le informazioni disponibili e il confronto avuto ieri sera, di cui torno a ringraziarLa".
Quindi Boccia passa ad esaminare le norme di necessario conteperamento della nuova “stretta decisa ieri, con alcune esigenze prioritarie del mondo produttivo".
In particolare:
"1. una disposizione di carattere generale, che consenta la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano, però, funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali;
2. un’analoga disposizione che consenta la prosecuzione di quelle attività che non possono essere interrotte per ragioni tecniche (ad esempio, quelle riguardanti gli impianti a ciclo continuo e a rischio incidente), pena altrimenti un pregiudizio alla funzionalità dei relativi impianti produttivi, nonché la continuità di quelle strategiche per la produzione nazionale;
3. l’esigenza che la prosecuzione di tali attività possa essere garantita mediante il ricorso a una procedura amministrativa molto semplificata, che faccia leva su un’attestazione del richiedente e su meccanismi di controllo ex post da parte delle Autorità competenti;
4. la necessità di far salve tutte quelle attività di natura manutentiva (e le relative produzioni), legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere in efficienza macchinari e impianti, in modo da non pregiudicare la capacità degli stessi di poter essere riattivati alla ripresa delle attività; analoga necessità riguarda la prosecuzione delle attività di vigilanza di attività e strutture oggetto del blocco;
5. assicurare alle attività e strutture appena citate i tempi tecnici necessari dall’entrata in vigore del provvedimento, a concludere le lavorazioni in corso, ricevere materiali e ordinativi già in viaggio verso i siti produttivi, consegnare quanto già prodotto e destinato ai clienti".
"Infine" - conclude Boccia - "sono necessari almeno due accorgimenti:
1. assicurare la possibilità, mediante un provvedimento ministeriale successivo al DPCM o con un’altra modalità estremamente “snella”, di ampliare o precisare i codici esclusi dal blocco;
2. in ogni caso, far riferimento non solo ai singoli codici ma alle macro-classi e alle note esplicative della tabella ATECO 2007, note nelle quali sono indicate con maggior dettaglio molte produzioni rilevanti".