Anfia: record negativo per il mercato auto europeo

Posted on 19/05/2020 in Dati di Settore by Anfia

Secondo i dati diffusi oggi da ACEA, nei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito1 ad aprile le immatricolazioni di auto ammontano a 292.182 unità, con un calo del 78,3% rispetto ad aprile 2019.

Secondo i dati diffusi oggi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito1 ad aprile le immatricolazioni di auto ammontano a 292.182 unità, con un calo del 78,3% rispetto ad aprile 2019.

Nel primo quadrimestre 2020 i volumi immatricolati si attestano a 3.346.193 unità, con una flessione del 39,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Aprile è il primo mese interessato per intero dalle misure emergenziali di contenimento della pandemia da Covid-19 nei Paesi europei – con la maggior parte dei concessionari chiusi – e rappresenta un record negativo in termini di caduta dei volumi da quando ACEA ha iniziato la rilevazione dei dati di mercato – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA.

Ciascuno dei 27 Paesi europei (incluso UK) ha chiuso il mese in calo a doppia cifra, ma Italia e Regno Unito hanno registrato le contrazioni peggiori: -97,6% e -97,3% rispettivamente, seguiti dalla Spagna (-96,5%), con il nostro Paese a detenere la peggior performance tra i major market per il secondo mese consecutivo. Anche la Francia subisce pesantemente i colpi della crisi, con immatricolazioni in calo dell’88,8% ad aprile, mentre per la Germania la flessione è del 61,1%.

Nel complesso, i cinque major market pesano per il 53% del totale immatricolato nel mese, con un ribasso dei volumi dell’84%, mentre la loro quota ad aprile 2019 era del 71%. Anche in questo mese così critico, prosegue la diminuzione delle vendite di auto diesel nei maggiori mercati (-84%, con una quota del 32%); la quota più alta di auto diesel rispetto al proprio mercato va all’Italia, con il 41%. Nel quadrimestre, il mercato europeo ha perso complessivamente 2,14 milioni di unità, con un grave impatto sui settori secondario e terziario, anche in termini di mercato del lavoro.

In allegato documentazione completa.

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