L'Associazione evidenzia un miglioramento del settore auto nell’Europa Occidentale nel primo bimestre dell'anno, ma i i livelli ante-crisi sono ancora lontani.
Dopo la crescita del 10,7% in gennaio il mercato automobilistico dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) ha fatto registrare in febbraio un incremento del 12,2% rispetto al febbraio dello scorso anno. Il bilancio dei primi due mesi chiude con 1.814.048 immatricolazioni, con un incremento dell’11,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 e con tutti i mercati nazionali dell’area in crescita tranne cinque piccoli mercati e cioè quelli di Norvegia (-42,3%), Svezia (-19,5%), Finlandia (-6,3%), Islanda (-5,8%) e Lituania (-1,5%).
Rispetto alla situazione ante-pandemia, cioè rispetto al primo bimestre del 2019 le immatricolazioni nell’Europa Occidentale sono però ancora in calo di ben il 23,6%. L’inversione di tendenza delineatasi con la prima crescita dell’agosto 2022 dopo tredici cali mensili consecutivi – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - continua, ma tarda a prendere consistenza. Come è noto, nella situazione innescata dalla pandemia il mercato dell’auto è stato fortemente penalizzato da un complesso di fattori che non solo hanno depresso la domanda, ma, con la carenza di microchip e di altri componenti essenziali, non hanno consentito all’industria automobilistica di soddisfare pienamente neppure la domanda residua al netto dell’impatto negativo dei fattori di cui si diceva e che vanno dalla pandemia alla guerra in Ucraina, alla crisi energetica ed al ritorno dell’inflazione.
La ripresina in atto di fatto è dovuta soltanto al miglioramento delle forniture di componenti. Tra l’altro la transizione energetica che sta lentamente prendendo corpo con l’aumento della quota dell’elettrico in alcuni dei maggiori paesi europei (ma non in Italia) è anche fonte di disorientamento perché difronte alla scelta di una nuova auto da acquistare vi sono forti incertezze da parte del pubblico per quanto riguarda il tipo di alimentazione per cui optare. E in questo quadro, poi, certamente non giovano le divergenze recentemente emerse in ambito UE sul tipo di auto che sarà possibile acquistare dopo il 2035.