A gennaio Pil -2% su dicembre e inflazione +4,7% su base annua. Consumi in recupero a dicembre, soprattutto turismo, ristorazione e tempo libero, ma ancora distanti rispetto al pre pandemia (-7,7%).
Seppure meno stringenti rispetto alle fasi precedenti della pandemia, i più recenti vincoli alla mobilità e alla socialità sono destinati, comunque, a produrre un ridimensionamento nelle prospettive di crescita, anche per l’impatto negativo in termini aspettative degli operatori. D’altra parte, vacillando ormai il teorema della transitorietà della nuova inflazione, le prospettive economiche troverebbero una forte limitazione anche a causa della riduzione di potere d’acquisto dei redditi e della ricchezza detenuta in forma liquida.
L’Italia, che fino all’inizio di dicembre aveva vissuto una situazione meno critica, tanto dal punto di vista della pandemia quanto della ripresa del processo inflazionistico, ha registrato nell’ultimo mese un certo deterioramento delle condizioni che amplifica le preoccupazioni sulle prospettive per il 2022.
Sul versante dei consumi la stima per dicembre, ancora condizionata dal raffronto con un periodo di forti restrizioni, ha confermato il recupero della domanda per i servizi: l’ICC indica, rispetto allo stesso mese del 2020, una variazione del 9,1%, frutto di una crescita del 47,6% per i servizi e dell’1,3% per i beni. Nella media dell’intero 2021 l’indicatore ha mostrato una crescita dell’8,4%, dato che non ha permesso di recuperare quanto perso nel 2020. Nel confronto con il 2019 la domanda, nella metrica dell’ICC, è ancora inferiore del 7,7%. Per molti servizi la distanza percentuale è superiore alle due cifre, con tempi di recupero che appaiono dilatarsi.
A gennaio, il PIL, stando alle nostre stime, ha approfondito la tendenza al rallentamento già emersa a dicembre, con una riduzione del 2,0% congiunturale. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare al 4,4%, dato in forte calo rispetto ai mesi precedenti.
Al rallentamento dell’economia si associa una decisa recrudescenza dell’inflazione. Per il mese di gennaio stimiamo un incremento dei prezzi al consumo dell’1,5% su base mensile e del 4,7% su base annua. La stima, che nella sua dimensione mensile riporta indietro il calendario di quasi quarant’anni, pur riflettendo in larga parte gli eccezionali aumenti autorizzati per la componente energetica regolamentata, risente anche degli incrementi dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo che sono da tempo soggetti a pressioni.
Visto il perdurare delle tensioni in alcuni mercati delle materie prime ed i tempi di trasmissione degli impulsi inflazionistici da una fase all’altra lungo le filiere di produzione e distribuzione, tale situazione è destinata a durare almeno fino alla tarda primavera. Ciò mette sempre più a rischio la ripresa della domanda delle famiglie, soprattutto per quei beni e servizi non obbligati che sono stati i più penalizzati nell’ultimo biennio.
A novembre 2021 la produzione industriale ha mostrato, dopo un trimestre di sostanziale stasi, un deciso recupero (+1,9% congiunturale). Il confronto su base annua evidenzia una variazione del 6,2%. Nello stesso mese l’occupazione ha consolidato la tendenza al recupero (0,3% su ottobre), dinamica che ha permesso di tornare ad un livello superiore ai 23 milioni di lavoratori.