Secondo l'organismo internazionale le cause dovute in larga parte alla pandemia e alla Cig. Tuttavia in tutti i paesi dell'area Ocse il telelavoro è cresciuto in maniera importante, in Italia fino al 40%.
In Italia "il tasso di disoccupazione giovanile è salito ancora da un livello già molto alto di 28,7%, raggiungendo il 33,8% nel gennaio 2021": è quanto si legge nella scheda dedicata all'Italia delle Prospettive occupazionali dell'Ocse.
"L'Italia - avverte l'organismo - è uno dei pochi paesi Ocse in cui il tasso di disoccupazione giovanile è rimasto vicino al suo livello massimo per tutta la primavera del 2021".
La pandemia da Covid-19, oltre all'impatto sull'economia, ha avuto anche un "costo in termini di posti di lavoro". Se alla fine dell'anno scorso "erano circa 22 milioni i lavori scomparsi" rispetto al 2019 nei Paesi membri dell'Organizzazione e 114 milioni a livello globale, nell'area Ocse nonostante "una parziale ripresa", ci sono ancora "oltre 8 milioni di disoccupati rispetto ai livelli precrisi e oltre 14 milioni di persone inattive in più". Alla fine del 2020, continua il rapporto, i paesi membri erano "solo a metà strada verso una ripresa della piena occupazione" e i livelli pre-pandemia "non saranno raggiunti prima alla fine del 2022".