L'Italia investe in progetti blockchain raddoppiando il numero rispetto al 2019, il 30% degli investimenti proviene dalle PMI del settore agroalimentare e tessile.
L'Italia tra i primi dieci paesi per numero di progetti di blockchain sviluppati segnando un +100% rispetto al 2019.
È quanto emerge dal report «Blockchain per Startup e pmi in Italia», dell'Ocse.
La maggioranza delle imprese coinvolte nella ricerca, pari al 57%, ha risposto che «la normativa e le procedure amministrative complesse» sono «un ostacolo notevole», mentre il 20% ha indicato che si tratta di «un ostacolo abbastanza rilevante».
Secondo l'analisi dell'Organismo quindi, per le aziende italiane, in gran parte PMI operanti in settori industriali orientati alle esportazioni e che, quindi, potrebbero trarre beneficio dalle soluzioni basate sulle tecnologie blockchain, sono l'aderenza alle norme e la complessità delle procedure amministrative le barriere più significative per sviluppare tali innovazioni, in particolare in materia di smart contract e di firme digitali.
Il il 30% degli investimenti proviene dalle PMI del settore agroalimentare e tessile, le società finanziarie e assicurative rappresentano circa il 40% del totale.
Infine si evidenzia dallo studio Ocse l'importanza del ruolo svolto dalle università italiane a supporto dello sviluppo del settore, in termini di ricerca avanzata e sviluppo e sue possibili applicazioni industriali, sia attraverso formazione di competenze qualificate.