L'Istat fa il punto, aggiornato all'ultimo trimestre del 2021, sui contratti collettivi nazionali e le retribuzioni dei lavoratori nel nostro Paese.
Alla fine di dicembre 2021, i 41 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,9% dei dipendenti – circa 5,9 milioni – e corrispondono al 47,7% del monte retributivo complessivo.
Nel corso del quarto trimestre 2021 sono stati recepiti 3 accordi (carta e cartotecnica, farmacie private e trasporto aereo-vettori) e nessun contratto è scaduto.
I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2021 scendono a 32 e coinvolgono circa 6,4 milioni di dipendenti, il 52,1% del totale (100 mila in meno rispetto al dato di fine settembre).
Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, nel corso del 2021 è passato dai 20,9 mesi di gennaio ai 31,3 mesi di dicembre.
Nella media del 2021, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto dello 0,6% rispetto all’anno precedente.
L’indice mensile delle retribuzioni contrattuali a dicembre 2021 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dello 0,7% rispetto a dicembre 2020; in particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto l’1,2% per i dipendenti dell’industria, lo 0,8% per quelli dei servizi privati, mentre è stato nullo per la pubblica amministrazione.
Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano il settore delle farmacie private (+3,9%), delle telecomunicazioni (+2,5%) e del credito e assicurazioni (+2,0%); nessun incremento per edilizia, commercio, servizi di informazione e comunicazione e pubblica amministrazione.