Istat: la ricchezza dei settori istituzionali in Italia

Posted on 28/01/2022 in Dati di Settore by Istat

Analisi dell'Istat, per l'arco temporale 2005-2020, della ricchezza intesa come valore di tutte le attività patrimoniali, tolte le passività finanziarie, che costituiscono per chi le possiede un beneficio economico.

La ricchezza, al netto delle passività finanziarie, esprime il valore di tutte le attività patrimoniali, reali e finanziarie, che garantiscono ai soggetti che ne sono proprietari un beneficio economico, rappresentato dal flusso dei redditi che esse generano oppure dai proventi derivanti dalla loro cessione o liquidazione.

Obiettivo della nota è presentare il quadro completo dello stock della ricchezza, netta e lorda, dei settori istituzionali dell’economia: le famiglie, nella loro duplice funzione di consumatori e di produttori di beni e servizi, le società non finanziarie, le società finanziarie e le amministrazioni pubbliche.

La valutazione dello stock di attività e passività finanziarie, effettuata dalla Banca d’Italia, è esaustiva. Quella degli stock delle attività non finanziarie, elaborata dall’Istat, come in altri paesi dell’Unione europea non è ancora completa per la non disponibilità di dati su alcune attività patrimoniali di più complessa misurazione, quali i monumenti, gli oggetti di valore e talune attività non finanziarie non prodotte (ad esempio, risorse naturali diverse dai terreni). Questa incompletezza non compromette la capacità informativa dei conti.

Principali risultati

Le stime sulla ricchezza elaborate dall’Istat e dalla Banca d’Italia che qui si rendono disponibili consentono una lettura integrata delle attività patrimoniali detenute dai settori istituzionali e della loro evoluzione nel tempo. Sebbene la comparabilità internazionale sia ancora imperfetta, si forniscono alcuni dati di confronto con altre economie avanzate.

A fine 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 10.010 miliardi di euro, 8,7 volte il loro reddito disponibile, registrando una crescita dell’1% (circa 100 miliardi) rispetto al 2019. Le abitazioni, che hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda, per un valore di 5.163 miliardi. Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.800 miliardi, in crescita rispetto all’anno precedente, soprattutto per l’aumento di depositi e riserve assicurative. Il totale delle passività delle famiglie, pari a 967 miliardi, è rimasto pressoché stabile rispetto al 2019. Nel confronto con alcune economie avanzate, la ricchezza netta delle famiglie italiane resta elevata se rapportata al reddito lordo disponibile mentre è tra le più basse se rapportata alla popolazione.

La ricchezza netta delle società non finanziarie a fine 2020 è risultata pari a 1.053 miliardi di euro. Il totale delle attività del settore ammonta a 4.934 miliardi di cui il 60% costituito da attività non finanziarie. La componente finanziaria, pari a 1.965 miliardi, ha registrato un aumento rispetto al 2019, grazie principalmente all’incremento dei depositi. Nello stesso periodo è diminuito, invece, il valore del patrimonio reale, rappresentato soprattutto da immobili non residenziali e impianti e macchinari. Le passività finanziarie si sono lievemente ridotte, mantenendo le imprese italiane tra le meno indebitate nel confronto internazionale.

Le società finanziarie hanno nel 2020 una ricchezza netta pari a 739 miliardi di euro, originata principalmente dal saldo tra attività e passività finanziarie. La ricchezza lorda è cresciuta di circa l’8%, soprattutto per effetto dell’aumento di depositi e titoli. Nel caso delle passività finanziarie, l’incremento è stato guidato dalle riserve assicurative e dalla raccolta di depositi.

La ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche a fine 2020 è negativa per 1.473 miliardi di euro (-90% circa del Pil). Le attività non finanziarie e quelle finanziarie, pari rispettivamente a 1.047 e 612 miliardi, sono risultate infatti inferiori alle passività finanziarie (3.133 miliardi). Valori simili del rapporto tra ricchezza netta e Pil si sono osservati anche per il Regno Unito.

 

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