Mercato europeo delle autovetture: Focus UNRAE Marzo 2021

Posted on 16/04/2021 in Dati di Settore by UNRAE

Nel 1° trimestre l’Europa perde 1/4 delle auto rispetto al 2019; UNRAE: senza incentivi rallenta il ricambio dei veicoli inquinanti. Ecobonus, fisco e infrastrutture di ricarica le misure strutturali necessarie

Il mercato dell’auto in Europa (UE+UK+EFTA) archivia il primo trimestre 2021 con 3.080.751 immatricolazioni, pari a un calo del -25,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, ultimo anno prima della pandemia, mentre in confronto al primo trimestre 2020 (periodo statisticamente non attendibile a causa del lockdown allora già in vigore) si registra una sostanziale parità rispetto a 3.054.035 immatricolazioni (+0,9%).

Nel solo mese di marzo 2021 le auto immatricolate nel mercato europeo sono 1.387.924, con una perdita di oltre 383 mila vetture (-21,6%) rispetto a 1.771.030 immatricolazioni di marzo 2019; il confronto con marzo 2020 indica invece un aumento del +62,7% rispetto alle 853.022 immatricolazioni di quello che, in molti Paesi, fu il primo mese di totale lockdown.

L’Italia chiude il trimestre 2021 su 2019 con un pesante calo del -16,9%, ma nel confronto con gli altri quattro major markets (Germania, Francia, UK e Spagna hanno chiuso a -30,2% in media) la riduzione appare più limitata. Questo, unicamente grazie agli incentivi per i veicoli della fascia 61-135 g/km CO2, che ha raggiunto una quota del 64% delle immatricolazioni, erodendo le fasce di emissione superiori a tutto vantaggio per l’ambiente, e ha fatto da traino al mercato italiano, che conquista la seconda posizione in Europa. Nel mese di marzo 2021 l’Italia registra ancora una riduzione a doppia cifra (-12,7%) rispetto a marzo 2019, e mantiene il vantaggio sugli altri quattro maggiori mercati (-26,7%), che però è destinato a sparire presto per l’esaurimento dei fondi a disposizione, terminati l’8 aprile scorso a metà del periodo di vigenza.

“L’esaurimento dei fondi per la fascia 61-135 g/km di CO2 - commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - non è una buona notizia per l’ambiente: il ciclo di sostituzione del parco circolante in Italia, avviato con discreti risultati nei mesi scorsi proprio grazie a questi incentivi, tornerebbe di nuovo a rallentare, rimanendo sempre il più lento fra i cinque maggiori mercati, con una età media delle vetture di 11,5 anni, che è di poco inferiore ai 13 anni della sola Spagna ma, rispetto a questa, con un parco di 1,5 volte più grande e quindi con impatto ambientale maggiore”.

Il parco circolante in Italia al 31 dicembre 2020, secondo le ultime stime UNRAE, contava 38.620.000 vetture, il 28% delle quali con motori ante Euro 4 e con più di 15 anni di età.

I dati europei mostrano, inoltre, un evidente ritardo del nostro Paese nella diffusione degli ECV, penalizzati dalla nota carenza delle infrastrutture di ricarica. Nel trimestre le immatricolazioni di veicoli elettrici hanno raggiunto quota 6,6%, ben lontana dal 16% degli altri major markets nonostante il miglioramento registrato a marzo (8,8% rispetto al 16,6%).
Il quadro è a nostro vantaggio solo per quanto riguarda le auto ibride (HEV), con una ragguardevole quota del 26,8% nel trimestre contro il 18,9% degli altri quattro Paesi: un primato raggiunto grazie agli incentivi e all’indipendenza dei veicoli ibridi dalle infrastrutture di ricarica.

“Il confronto con i principali mercati europei – afferma Andrea Cardinali - evidenzia ancora una volta l’arretratezza italiana riguardo ai principali indicatori. Questi gap non derivano solo da una congiuntura macroeconomica più difficile, ma anche e soprattutto da fenomeni oramai strutturali tipici del settore, che vanno affrontati con provvedimenti rigorosamente strutturali”.

Cardinali ribadisce quindi le misure che l’UNRAE sollecita: “Gli Ecobonus sulla fascia 0- 60 g/km di CO2, vanno assolutamente mantenuti sino al 2026 per accompagnare la transizione energetica. Ribadiamo la necessità di un allineamento agli standard europei sulla fiscalità dell’auto aziendale, da sempre vessatoria ed oggi ulteriormente penalizzata dalla mancata conversione al ciclo WLTP delle soglie per il fringe benefit. Infine, occorre un piano pluriennale di investimenti pubblici diretti, ma anche di sgravi fiscali ai privati, per lo sviluppo di una rete di ricarica elettrica veloce, diffusa ed omogenea sul territorio nazionale”. 

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In allegato il comunicato stampa completo 

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