La Legge di Bilancio 2024 ha previsto l'obbligo per le imprese produttive di stipulare, entro il 31 dicembre dell'anno in corso, una copertura assicurativa contro i rischi catastrofali. Riportiamo l'indagine dell'IVASS.
Sono ritenuti rischi catastrofali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni e la legge di Bilancio 2024 dispone che entro il 31 dicembre 2024 venga stipulata obbligatoriamente dalle imprese produttive una polizza a copertura. Sono oggetto di copertura:
• terreni e fabbricati
• impianti e macchinari
• attrezzature industriali e commerciali.
Le compagnie di assicurazione sono, a loro volta, obbligate, a “contrarre”, cioè ad accettare i rischi, secondo modalità che saranno oggetto di precisazioni tecniche in un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministero delle imprese e del made in Italy.
L’Italia è tra i paesi europei più vulnerabili alle catastrofi naturali, quali terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. L’Italia inoltre sconta, insieme alla Grecia, il più alto divario di protezione e la più alta esposizione ai rischi, data la scarsa propensione assicurativa.
Il livello di gap di protezione più alto si riscontra per i terremoti e le alluvioni (rispettivamente 98% e 97% dei sinistri non assicurati), seguiti da incendi e tempeste. Secondo i più recenti dati di ANIA, sulle coperture catastrofali in Italia, solo il 3,4% delle microimprese sono coperte da assicurazioni contro le alluvioni e solo l’8,4% contro i terremoti.
Percentuali che restano basse anche per le piccole imprese, assicurate al 28,2% contro le alluvioni e al 32,2% contro i terremoti.
I dati migliorano per le imprese medie, assicurate per circa due terzi, mentre l’obbligo poco cambierà lo stato di cose per le grandi imprese, che già oggi risultano quasi interamente assicurate da questi rischi e hanno generalmente maggiori risorse economiche da dedicare a tale spesa.
Questa mancanza di copertura ovviamente espone le microimprese e le PMI a rischi finanziari ingenti in caso di calamità, a cui il settore pubblico non è in grado di rispondere e da qui la necessità di spingere la copertura assicurativa. Sono rischi che possono compromettere la stabilità e la resilienza di un tessuto imprenditoriale già messo alla prova da condizioni economiche variabili e da un contesto geopolitico non facile.
Si tratta quindi di ridurre l’insurance protection gap che in pratica rappresenta la differenza tra perdite totali e perdite assicurate.
Le perdite assicurate a livello mondiale da catastrofi naturali nel 2023 hanno superato i 100 miliardi di euro per il quarto anno consecutivo e il 2023 è stato caratterizzato anche da un’elevata frequenza di eventi: 142 catastrofi naturali assicurate hanno stabilito un nuovo record.
Riportiamo la recente Indagine sulle polizze a copertura dei rischi catastrofali, per approfondire il tema in vista della scadenza del 31 dicembre, effettuata dall'Ivass