Secondo l'indice Hcob Pmi a febbraio, l’economia dell’eurozona si avvicina alla stabilizzazione grazie al settore terziario che guadagna terreno. Valori dell'indice al massimo da 7 mesi. Giù in Russia.
L’economia dell’eurozona di febbraio si avvicina ancor più alla stabilizzazione. Anche se i volumi totali di produzione sono diminuiti per il nono mese consecutivo, la contrazione è stata marginale e la più lenta da metà del 2023. C’è da sottolineare che le aziende terziarie hanno registrato un lieve miglioramento dell’attività, che ha compensato il nuovo forte calo della produzione industriale. Il calo della domanda, che è la ragione principale legata al declino dell’economia dell’eurozona da metà 2023, continua a rallentare da quattro mesi, contribuendo ad alimentare le aspettative di crescita che a loro volta salgono ad un record in quasi un anno rinvigorendo la creazione occupazionale. Viste le persistenti pressioni sui salari riportate nell’indagine, i costi operativi totali hanno comunque indicato il maggior rialzo in dieci mesi, spingendo più in alto l’inflazione dei prezzi di vendita. Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, resta a febbraio in zona contrazione posizionandosi su un valore inferiore a 50.0. Salito da 47.9 di gennaio al più alto valore in otto mesi con 49.2, l’indice ha tuttavia quasi segnalato una stabilizzazione dell’economia dell’eurozona. Evidente è stata la rinascita del settore terziario, dove i livelli di attività sono aumentati per la prima volta da luglio dello scorso anno e la contrazione del manifatturiero, anche se più lenta, continua comunque a controbilanciarla. Si è registrata una divergenza degna di nota tra le prestazioni nazionali incluse nel PMI dell’eurozona. Irlanda e Spagna hanno mostrato forti espansioni. L’attività economica del settore privato irlandese è aumentata a tasso forte ed il più rapido in un anno, mentre la crescita in Spagna è migliorata segnando il livello massimo in nove mesi. Anche l’Italia, nonostante la sua espansione sia stata lieve, ha contribuito positivamente. Detto ciò, questi rialzi sono stati contrapposti dalle due principali economie dell’eurozona, Francia e Germania, impantanate in zona contrazione. Anche se il declino francese è rallentato, la Germania ha registrato un tasso di calo accelerato al valore più elevato da ottobre scorso. La quasi stabilizzazione dell’attività economica dell’eurozona è legata in parte ad un minore calo del flusso dei nuovi ordini. Anche se le commesse ricevute dal settore privato si sono ridotte, il calo è stato il più debole da giugno dello scorso anno, quando la domanda ha iniziato a crollare. A livello settoriale osserviamo tendenze migliori, con aziende manifatturiere e terziarie che registrano declini più lenti rispetto ad inizio anno. Il freno più forte continua però a provenire dall’esportazione, incluso il traffico intra-eurozona, con un flusso di ordini esteri che si riducono più rapidamente degli ordini totali. Il calo della domanda più contenuto ha causato a gennaio uno smaltimento minore degli ordini in giacenza. Il volume delle commesse acquisite e non ancora completate è fortemente diminuito ma al tasso più debole in otto mesi. Come mostrano i dati, le aziende del settore manifatturiero hanno continuato a guidare la contrazione. Tuttavia, a metà del primo trimestre, la creazione occupazionale è aumentata, malgrado l’assenza di pressione sulla capacità operativa. Il tasso di crescita dei posti di lavoro, anche se modesto, ha toccato il valore più alto in sette mesi ed è stato marginalmente più rapido della media storica finora registrata...continua a leggere la notizia