Audizione del Dottor Emanuele Orsini, Vicepresidente per la finanza e il credito di Confindustria. Focus su necessità proroga moratorie e revisione definizione di default in sede europea e nazionale.
Di seguito, per punti, principali temi e punti di interesse affrontati nel corso dell’audizione.
- Limiti alla ripartenza - La ripartenza è frenata da alcuni fattori:
- Forte rincaro delle materie prime – esso eserciterà un a pressione al ribasso sui margini di ricavo delle imprese e sul loro cashflow;
- Forte calo degli investimenti privati – il tasso è calato dallo 9.1%, e sarà frenato dal reddito emergenziale delle imprese.
- Misure adottate dal Governo – Le misure adottate dal Governo hanno garantito sostegni alla liquidità delle imprese assicurando la tenuta del sistema, ma la contropartita è un forte impatto sulla struttura finanziaria. I prestiti alle imprese sono aumentati significativamente, +7.6% rispetto all’anno precedente, grazie ai finanziamenti garantiti dal fondo di garanzia PMI con oltre un milione ed ottocento mila operazioni per 155 miliardi di garanzia Italia di Sace che ha garantito numerose operazioni. Si tratta di quasi 180 miliari. I nuovi prestiti hanno aumentato la quota del debito bancario sul totale del passivo ed eroso, invertendo il positivo trend decennale di rafforzamento dei bilanci delle imprese, rendendoli così più fragili.
- Quota del debito bancario e quota di capitale – Secondo un’analisi del Centro studi di Confindustria, la quota del debito bancario sul totale del passivo salirebbe quest’anno di circa un punto, pari ad un quinto del calo ottenuto nel decennio precedente. La quota di capitale, inoltre, si ridurrebbe di 0.7 punti. Una recente analisi condotta sui singoli settori manifattura e terziario ha evidenziato che la situazione post covid sarà diversa. La proporzione del debito calcolata in percentuale del cash flow aumenterà in tutti i settori, rendendola di difficile riparabilità. Nell’industria si passerà da 2.2 anni a 5.4 anni nel 2019 con alcuni settori molto critici come il commercio e l’ospitalità.
- Misure proposte da Confindustria – Il Dottor Orsini ha inoltre presentato le proposte di Confindustria volte al sostegno delle imprese nel contesto emergenziale:
- Potenziare misure di liquidità – Va rafforzata nel medio periodo la patrimonializzazione delle imprese favorendo la diversificazione delle loro fonti finanziarie;
- Graduale revisione delle misure di sostegno -È fondamentale che le misure di sostegno alle imprese non vengano abbandonate di punto in bianco, ma che opti per una revisione delle stesse il più graduale possibile;
- Prolungare la moratoria – Priorità assoluta per le imprese è estendere la moratoria ben oltre il 2021. Attualmente, le moratorie oggi sono attive per circa 126 miliardi di euro, ed un mancato prolungamento delle stesse produrrebbe enormi danni alle imprese;
- Revisione normativa default – È fondamentale intervenire nelle sedi europee per rivedere le attuali definizioni di default al fine di poter garantire interventi più consistenti nelle misure di garanzia;
- Prolungamento tempi restituzione prestiti – Ulteriore priorità è allungare i tempi a disposizione delle imprese per la restituzione dei prestiti, da 7 a 15 anni. Tale misura consentirebbe al paese di beneficiare di un aumento del pil di circa lo 0.3%, e consentirebbe alle imprese di poter investire ulteriori 6.8 miliardi annui.
- Fondo di garanzia – Innalzare l’importo massimo garantito 5 anni. Per garanzia Italia Sace, si dovrebbe rimuovere l’obbligo per le imprese di gestire i modelli occupazionali attraverso accordi sindacali. È inoltre fondamentale l’operatività delle imprese a condizione di mercato. A tal proposito bisogna muoversi verso una rinegoziazione dei finanziamenti in essere;
- Recupero IVA crediti commerciali non riscossi – Tale misura non è più differibile al fine di garantire maggiore liquidità alle imprese;
- Promozione dell’internazionalizzazione – è necessario rifinanziare il fondo 394 di Simest;
- Plastic e Sugar Tax – Tali misure andrebbero abrogate, o almeno ritardate, al fine di non gravare ulteriormente sulle imprese in un momento di estrema difficoltà;
- Superbonus 110 percento – Prorogarlo fino al 2023 e semplificare la procedura, prevedendo inoltre un’estensione di applicazione anche agli immobili delle imprese;
- Ridurre tassazione imprese – Intervenire sull’IRAP per le imprese, consentendo ai soggetti IRAP passivi di ridurre integralmente gli interventi passivi;
- Rafforzare la patrimonializzazione delle imprese – è necessaria l’introduzione di un incentivo fiscale per le imprese che deliberino aumenti di capitale, prevedendo un credito di imposta del 70 percento rispetto all’aumento di capitale. Inoltre, bisogna semplificare le operazioni di patrimonializzazione per S.p.a. e S.r.l., prevedendo che non si applichi il quorum dei 2/3 previsto per le operazioni di aumento;
- IRES – Necessario ridurre l’imposta Ires dell 24%;
- Sostegni al turismo – Sul piano fiscale necessaria rivalutazione civilistica dei beni d’imposta;
- Fondo Patrimonio PMI – Prorogare tale previsione fino al 2021 e limitare restrizioni all’accesso;
- Patrimonio Destinato Rilancio – Darne attuazione ed aumentarne operatività;
- Crediti di imposta PMI – Ampliare le previsioni per i crediti di imposta per quotazioni pmi, e favorire gli investimenti da parte dei risparmiatori e investitori istituzionali;
- Corporate Governane – Rafforzare gli strumenti di voto maggiorato e voto plurimo;
- Codice della crisi di impresa – Tale norma desta grandi preoccupazioni, in quanto se applicata da oggi vi sarebbero oltre 13 mila imprese segnalate agli organismi di vigilanza. Vi è la necessità di rinviarla di un anno.