Il 13 novembre, presso le Commissioni Bilancio congiunte, l’audizione di Andrea Brandolini, Vice Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, nell’ambito dell’esame del Ddl di Bilancio 2024.
Riportiamo, di seguito, un riepilogo, per temi trattati, di quanto emerso nel corso dell’audizione.
- Congiuntura macroeconomica: Si è conclusa la prolungata fase di espansione a seguito della pandemia e, parallelamente, è proseguito il processo di moderazione della dinamica dei prezzi, con una riduzione del tasso di inflazione riguardante i prezzi energetici al di sotto del 2 per cento. La Banca d’Italia stima una crescita del PIL attorno allo 0,7 per cento per il 2023, in crescita nel prossimo biennio grazie al recupero del potere d’acquisto delle famiglie e all’irrobustimento degli scambi internazionali.
- Misure e quadro finanziario della manovra: La manovra di finanza pubblica prevede un indebitamento netto di 15,7 miliardi nel 2024, con interventi pianificati a saldo zero nel biennio seguente. Le misure espansive si concentrano primariamente sulla riduzione dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti e sullo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Contribuiranno al finanziamento delle misure espansive le risorse accantonate dalla precedente legge di bilancio tramite il Fondo per la riduzione della pressione fiscale, così come l’abolizione dell’ACE ed i proventi derivanti dall’imposizione minima alle imprese multinazionali. Rispetto alla riduzione delle spese ministeriali, la Banca d’Italia ha sottolineato come sarebbe opportuno provvedere ad una pianificazione pluriennale.
- Il sistema fiscale: Con riferimento agli interventi in materia di IRES e IRPEF, la Banca d’Italia ha osservato che:
- Redditi Individuali – Secondo il modello di micro-simulazione della Banca d’Italia, la riforma prevista in manovra comporterebbe un incremento del reddito disponibile familiare rispetto alla legislazione vigente dell’1,5 per cento in media nel 2024. L’incremento beneficerebbe quasi tre famiglie su quattro, con un’attenzione particolare alle famiglie comprese tra il secondo e il sesto decile della distribuzione del reddito, riducendo lievemente le disuguaglianze economiche. Si sottolinea tuttavia la necessità di una pianificazione certa e strutturale per ridurre l’incertezza del sistema economico.
- Redditi d’Impresa – Per una valutazione complessiva delle modifiche al sistema di tassazione del reddito d’impresa occorrerà attendere la completa attuazione della delega fiscale. Tuttavia, è ragionevole credere che l’abrogazione dell’ACE aumenterà il costo del capitale, indirizzando maggiormente le scelte di finanziamento delle imprese verso l’indebitamento.
- Global Minimum Tax – Si stima che l’imposta minima nazionale, tesa a combattere il fenomeno del profit shifting, possa comportare maggiori entrare per circa 0,4 miliardi in media all’anno a partire dal 2025.
- Il pubblico impiego: La Banca d’Italia stima che lo stanziamento previsto dal Governo, congiuntamente ai fondi già stanziati a legislazione vigente, è coerente con un incremento a regime delle retribuzioni medie pro capite del 5,8 per cento.
- La sanità: Le tendenze illustrate nella NADEF e l’aumento del finanziamento al Servizio sanitario nazionale indicano che la spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL dovrebbe diminuire gradualmente nel prossimo triennio, riducendosi al di sotto del livello medio del quinquennio precedente la pandemia. Una possibile linea di intervento per ovviare a questo fenomeno, anche in termini di efficacia, consisterebbe nel potenziamento della medicina territoriale.
- Revisione della spesa: L’entità dei tagli disposta dalla manovra, di portata leggermente inferiore ai 0,9 miliardi annui nel prossimo triennio, appare realizzabile se confrontata con l’ammontare della spesa primaria. La Banca d’Italia ha auspicato che questi tagli seguano una logica di preservazione delle misure basata su criteri di efficacia ed efficienza.
- Pensioni: Le modifiche apportate dalla legge di bilancio in materia di previdenza sono in molti casi temporanee e, di conseguenza, di impatto limitato.
- Cuneo fiscale: Lo sgravio contributivo, la voce che assorbe più risorse nell’attuale manovra, ha natura transitoria, come nello scorso biennio, con un impatto limitato al prossimo anno. Per evitare di dover ricorrere tra un anno a bruschi aumenti delle aliquote contributive o a nuovi scostamenti di bilancio, sembra opportuno definire nei prossimi mesi l’orientamento per il medio termine. Se resa permanente, tale riduzione degli oneri previdenziali a carico dei lavoratori modificherebbe il nesso tra contributi versati e benefici erogati alla base del sistema pensionistico contributivo, con conseguenze che andrebbero attentamente valutate.
- Titoli di Stato: Con riferimento alle ulteriori misure che compongono la manovra, è stato sottolineato che l’esclusione dal calcolo dell’ISEE dei titoli di Stato potrebbe causare effetti distorsivi sul mercato finanziario, provocando una minore utilità dello strumento.
Audizione preliminare all'esame della manovra economica per il triennio 2024-2026