Nel corso dell'estate l'economia italiana ha mostrato una notevole capacità di ripresa, ma i rischi per la stabilità finanziaria provenienti dal quadro macroeconomico sono tornati ad aumentare con il riacutizzarsi della pandemia di Covid-19; questa situazione incide sulle prospettive di crescita, la cui evoluzione dipenderà dall'efficacia e dalla determinazione degli interventi di politica economica. I progressi nella realizzazione e nella distribuzione su larga scala di un vaccino potrebbero riflettersi favorevolmente sulle prospettive di medio termine.
In Italia, come negli altri paesi dell'Unione europea, le condizioni sui mercati finanziari sono significativamente migliorate, con il pressoché completo rientro delle tensioni emerse in primavera. Vi hanno concorso in misura rilevante gli effetti del programma di acquisto di titoli per l'emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP) e quelli derivanti dall'accordo del Consiglio europeo sul programma Next Generation EU.
Le misure di politica economica finora adottate hanno contribuito ad attenuare le conseguenze della pandemia per le imprese e a soddisfarne ampiamente il fabbisogno di liquidità. L'economia italiana dovrà comunque fronteggiare le vulnerabilità connesse con l'aumento dell'indebitamento delle società non finanziarie e con la progressiva rimozione delle misure di sostegno. I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie restano circoscritti.
Le banche dovranno fare fronte al probabile peggioramento della qualità del credito e alle connesse pressioni sulla redditività, ma beneficiano dei vantaggi derivanti da una posizione patrimoniale più solida rispetto al passato, grazie anche alle riforme regolamentari e agli interventi delle autorità di vigilanza. Gli indici di solvibilità delle società di assicurazione rimangono ben al di sopra del minimo regolamentare, anche se si sono ridotti nella prima metà dell'anno. I rischi di liquidità dei fondi comuni italiani rimangono contenuti.