Banca d'Italia stanzia 20 milioni di euro per contribuire a fronteggiare la pandemia da coronavirus con l'avvio di un programma di contributi straordinari destinati a diverse aree del territorio nazionale.
La Banca d'Italia desidera contribuire a fronteggiare la pandemia da coronavirus con l'avvio di un programma di contributi straordinari destinati a diverse aree del territorio nazionale.
Una somma complessiva di 20,9 milioni di euro è stata messa a disposizione di un primo gruppo di soggetti impegnati nell'azione di contrasto alla diffusione del coronavirus con progetti di immediata attuazione; ulteriori interventi sono in via di definizione, in coordinamento con le autorità sanitarie e la rete delle Filiali della Banca, e saranno annunciati nei prossimi giorni. I primi destinatari di queste erogazioni straordinarie sono:
- l'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, per l'approntamento di un ulteriore reparto di terapia intensiva da 40 posti letto;
- il Policlinico Agostino Gemelli, per l'acquisto di sistemi di diagnostica per analisi microbiologiche, dispositivi di protezione per il personale e apparecchi per la gestione dei pazienti da COVID-19;
- la Regione Campania, per la realizzazione di due campi modulari per l'allestimento di posti letto di terapia intensiva nelle aree di Caserta e Salerno, destinati ad accogliere complessivamente fino a 48 pazienti affetti da COVID-19;
- le Municipalità di Milano, Bergamo, Brescia e Cremona, per l'attuazione di interventi a sostegno dei soggetti che versano in condizioni di fragilità economico-sociale acuite dall'attuale situazione d'emergenza sanitaria;
- l'Istituto Superiore di Sanità, per la realizzazione di sale attrezzate per la gestione delle comunicazioni di crisi con le strutture periferiche del Sistema Sanitario Nazionale e l'allestimento di un laboratorio volto ad ampliare la capacità di rapida diagnostica e valutazione delle analisi condotte dalle strutture sul territorio;
- la Regione del Veneto, per l'allestimento di un reparto di terapia nel COVID Center nell'ospedale di Schiavonia (PD) e la realizzazione di un progetto di ricerca epidemiologica