In tempi di crisi il gettito dell'IVA tende a ridursi di più, o a crescere di meno, rispetto ai consumi. Aumentano infatti i comportamenti volti all'evasione fiscale e i consumatori riducono la quota di spesa destinata ai beni durevoli, caratterizzati da aliquota più elevata. In Italia, nel periodo successivo all'inizio della pandemia, la dinamica dell'IVA è stata invece nettamente più sostenuta di quella dei consumi. Si tratta di un risultato strettamente connesso con le peculiarità della crisi economico-sanitaria legata al Covid-19: le misure di contenimento e la paura del contagio hanno determinato un drastico calo della quota di spesa per servizi, caratterizzata da aliquote più basse e da una maggiore propensione all'evasione; il consumo di beni durevoli, contrariamente alle precedenti recessioni, è tornato ai livelli pre-crisi dopo un solo trimestre; sono inoltre aumentate, in parte attraverso canali digitali, le transazioni elettroniche. Quest'ultimo cambiamento, che ha influito positivamente sulla compliance, potrebbe fornire un contributo permanente ai conti pubblici.