Criminalità in aumento nel terziario, imprese rischio usura

Posted on 09/10/2020 in Economia by Confcommercio

Presidente Confcommercio: “la crisi economica e sta mettendo a durissima prova il mondo imprenditoriale, rischia di favorire lo sviluppo di fenomeni criminali soprattutto l’usura, un pericolo reale che va affrontato".

Sono circa 40mila le imprese seriamente minacciate dall’usura, un fenomeno in crescita soprattutto nel Mezzogiorno e nel comparto turistico-ricettivo. Il dato emerge da un'analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio sulla percezione dell’usura tra le imprese del commercio e dei servizi, che segue quella effettuata nel maggio scorso in piena emergenza Covid e il grido d'allarme lanciato nello stesso mese da Confcommercio Roma.

In generale, nel difficile momento che l’economia sta vivendo i maggiori problemi che le imprese del terziario lamentano sono la perdita di fatturato (per quasi il 38% degli imprenditori) e la mancanza di liquidità che, insieme alla difficoltà di accesso al credito, rappresenta un forte ostacolo all’attività per il 37% delle imprese. Tutto ciò contribuisce a rendere sempre più fragile un sistema imprenditoriale che, dal 2019 ad oggi, ha visto quasi raddoppiato il numero di imprese (sono quasi 300mila nel 2020) che non ha ottenuto il credito richiesto risultando, pertanto, sempre più esposto al rischio usura.

Non sorprende dunque che negli ultimi sei mesi sia aumentato il numero di imprenditori che ha chiesto un prestito a soggetti fuori dai canali ufficiali (14% contro 10%).

In questa situazione, il 30% degli imprenditori, pur riconoscendo di avere un sostegno dall’azione delle forze dell’ordine e dalle associazioni imprenditoriali dichiara di sentirsi comunque solo di fronte al pericolo di infiltrazioni della criminalità.

Fonte: indagine Confcommercio-SWG, Osservatorio credito Confcommercio-Format, Banca d’Italia

Sangalli: “pericolo reale, servono aiuti più efficaci”

c. Servono allora aiuti efficaci per le aziende più colpite dagli effetti del Covid. Dunque, ampie moratorie fiscali e dei prestiti bancari e più indennizzi a fondo perduto per ridare ossigeno alle imprese”.

 

 

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