DDl crediti deteriorati: l’audizione ANCE al Senato

Posted on 11/07/2020 in Economia by Ance

Si è svolta il 9 luglio c.m. l’audizione informale dell’ANCE, presso la Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’esame, in prima lettura, dei disegni di legge abbinati in materia di recupero crediti in sofferenza

Si è svolta il 9 luglio c.m. l’audizione informale dell’ANCE, presso la Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’esame, in prima lettura, in sede redigente, dei disegni di legge abbinati in materia di recupero crediti in sofferenza (DDL 788/S, 79/S e 1287/S).

L’Ing. Rodolfo Girardi, Vice Presidente per il Centro Studi, ha ricordato in premessa di essere stato audito nel novembre 2017, presso la Camera dei Deputati, sulle Proposte di Legge 4352/C , 4424/C e 4607/C2, sulle quali l’ANCE si è espressa in modo estremamente favorevole, ma che, purtroppo, non hanno visto la luce. Sempre nel 2017, l’Associazione ha inviato una memoria scritta alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario, in cui si sono state evidenziate tutte le problematiche nel rapporto banca-impresa di costruzioni.

Successivamente l’ANCE ha espresso forti criticità sull’art. 23 del Dl 34/2019, cosiddetto “Crescita, in tema di cartolarizzazioni dei crediti non performing che ha  avuto, come unico effetto quello di accelerare ancora di più la dismissione di crediti non performanti anche a soggetti puramente speculativi, il cui obiettivo non è, certamente, la tutela della continuità aziendale.

L’attività di monitoraggio sull’applicazione corretta della norma non ha mai visto luce, contrariamente a quanto stabilito dall’Ordine del Giorno che impegnava il Governo a monitorare le operazioni di cessione.

 

Il Vice Presidente si è, quindi, soffermato sugli effetti della dismissione di NPL sottolineando come siano evidenti  gli effetti economici e sociali derivanti dalla gestione non condivisibile di queste posizioni creditorie problematiche. Dietro a gelidi numeri che parlano di un volume di NPE che passa da un ammontare di 341 miliardi di euro di valori di bilancio (Gross Book Value - GBV) a fine 2015 a  165 miliardi di euro a giugno 2019 (dati PWC), ci sono imprese, ci sono persone, ci sono posti di lavoro e famiglie che non sono stati tutelati, non sono stati aiutati ad uscire dalle sabbie mobili, anzi, hanno ricevuto una spinta per scomparire completamente.

Senza dubbio, sulla scelta di cedere in blocco le posizioni deteriorate hanno influito le decisioni della Vigilanza europea di sviluppare una linea d’azione frenetica, finalizzata a ridurre, nel più breve tempo possibile, le NPE. Decisioni per cui non è mai stato effettuato uno studio d’impatto.

Il mero trasferimento non è la risoluzione del problema, mettere la polvere sotto al tappeto non è mai stata una buona idea. Anche perché le cessioni massive si stanno dimostrando una metodologia rischiosa, in primis per le finanze dello Stato che ha deciso di garantire le cartolarizzazioni, usate in un’ottica liquidatoria piuttosto che in quella di gestione delle crisi finanziarie di imprese economicamente sane.

Molte imprese “cedute” sono vive, e continuano a lavorare sul mercato, e i servicer, come in alcuni casi fanno, dovrebbero pensare alla sostenibilità nel tempo dei piano di valorizzazione. Applicare un piano di rientro insostenibile o impedire una rinegoziazione significa, spesso, decretare la morte dell’impresa.

Un’azienda, infatti, può attraversare delle difficoltà temporanee che, nel caso del settore delle  costruzioni, possono durare anni. Anche un semplice cambio al vertice di un Comune può significare blocco pluriennale per operazioni di sviluppo, con richieste di rientro da parte del sistema bancario insostenibili per le imprese.

Le cartolarizzazioni avrebbero dovuto facilitare le rinegoziazioni del debito; una tesi che sembra essere sconfessata da ciò che sta emergendo nella realtà.

Imprese economicamente sane, ma con tensioni di liquidità, che vengono condannate a morte.

Infatti, accanto a operatori strutturati, esistono soggetti non in possesso della licenza bancaria e che, quindi, sarebbero impossibilitati a rinegoziare-ristrutturare i crediti, facendo cadere l’unico beneficio che le imprese avrebbero avuto dalle cartolarizzazioni: proprio la ristrutturazione del debito

A fronte di questo sentiero pericoloso, l’ANCE  - da sempre -  sostiene, che la corretta gestione delle NPE deve passare per la creazione di fondi di turnaround, ovvero fondi specializzati nel mantenimento della continuità aziendale e nella tutela del tessuto imprenditoriale. Si tratta  dell’unica alternativa, soprattutto in questo momento, durante il quale la nostra economia deve resistere al devastante impatto della crisi epidemiologica.

 

L’Ing. Girardi ha, poi, evidenziato che disegni di legge oggetto dell’audizione rappresentano una ulteriore importantissima opportunità per sposare, finalmente, il punto di vista anche del debitore (debtor level approach), finora completamente ignorato dal Legislatore.

Questo importante cambiamento contenuto nelle proposte normative, se diventerà realtà, avviene in un momento strategico in cui c’è estrema necessità di tutela del tessuto produttivo fragile del Paese che, dopo 10 anni di crisi, deve affrontare un ulteriore tsunami.

BCE, Banca d’Italia e le maggiori banche concordano sull’evidenza che le sofferenze, a causa della crisi, ricominceranno ad aumentare (secondo Cerved esiste il rischio concreto di un potenziale “aumento dei default delle imprese di costruzioni dal 10 al 15%”, ossia altre 60.000 imprese che possono andare in crisi a breve).

Inoltre, la nuova definizione di default, in vigore dal 1° gennaio 2021, che ha stabilito soglie di rilevanza folli (500 euro per le esposizioni non al dettaglio e 1% dell’importo complessivo di tutte le esposizioni) di sicuro non aiuterà.

Se così sarà, è bene che anche tutte quelle imprese che peggioreranno il proprio merito creditizio potranno contare su una strada diversa rispetto a quella della cessione a fondi speculativi.

 

Il Vice Presidente è passato, poi, ad illustrare i contenuti dei provvedimenti soffermandosi, in particolare, sul DDL 79 che rappresenta il progetto di legge più strutturato e completo che potrebbe costituire la base su cui effettuare la sintesi.

L’obiettivo della norma è condivisibile: riconoscere al debitore la possibilità di concordare con la banca, o l’intermediario finanziario, una transazione stragiudiziale per la restituzione a saldo e stralcio di quanto dovuto per un importo non inferiore al valore netto di bilancio della propria esposizione, naturalmente spostata al 31 dicembre 2019.

La proposta appare equilibrata: i debitori possono definire il loro debito a un valore non inferiore al valore netto di bilancio iscritto dalla banca (art. 2), e quest’ultima può usufruire di un regime fiscale agevolato che contempli la deducibilità fiscale della perdita, immediata e opportunamente maggiorata (art. 6).

Al riguardo, sarebbe opportuno prevedere un obbligo per il soggetto creditore ad accettare la proposta transattiva qualora il debitore riconosca una maggiorazione (per esempio del 10%) sul valore di bilancio comunicato dalla banca.

L’Ing. Girardi ha, altresì, rilevato che l’art. 4 è di grande importanza per il settore delle costruzioni perché permetterebbe di rinegoziare il debito attraverso un allungamento delle scadenze di restituzione fino a 20 anni. A tale riguardo, sarebbe opportuno ampliare la platea dei possibili fruitori di tale norma, includendo anche le imprese i cui crediti deteriorati si siano trasformati in sofferenze anche nel corso della crisi pandemica, prevedendo come termine temporale per accedere ai benefici l’entrata in vigore della norma.

Ha, poi, ricordato le previsione sull’esdebitazione del soggetto debitore prevista all’art. 10 che è di fondamentale importanza.

In conclusione il Vice Presidente, considerata l’importanza dei Disegni di Legge e il rischio che il contesto pandemico comporti un peggioramento del merito creditizio delle imprese, ha auspicato che le previsioni ivi contenute siano applicate nel più breve tempo possibile, anche prevedendo un celere iter legislativo dei provvedimenti in essere o attraverso provvedimenti in corso di approvazione.

Si veda precedente dell'8 luglio 2020 e del 22 maggio u.s.

in allegato Documento consegnato in Audizione

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