Decreto Sostegni-bis: Audizione Banca d'Italia

Posted on 09/06/2021 in Economia by Redazione

Audizione del Dott. Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica di Banca d’Italia, sul Dl Sostegni Bis, a sostegno di imprese, lavoro, giovani, lsalute e i servizi territoriali.

Riportiamo un breve sunto, per punti, dei principali temi trattati nell’audizione.

 

  • Quadro economico di contesto – L’anno scorso il PIL italiano è diminuito di poco meno del 9 per cento, la riduzione più ampia dalla seconda guerra mondiale; nel complesso dell’area dell’euro il calo è stato del 6,6 per cento. In Italia l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è cresciuto al 9,5 per cento del PIL, dall’1,6 del 2019. Nel corso dell’anno l’economia ha mostrato capacità di recupero. L’attività si è stabilizzata nel primo trimestre del 2021 e secondo i dati più recenti dovrebbe essere aumentata nel secondo. I segnali positivi a livello nazionale e il marcato miglioramento del quadro economico globale rafforzano le aspettative di una ripresa robusta nella seconda metà dell’anno. Come ha rilevato il Governatore Visco nelle Considerazioni finali del 31 maggio scorso l’espansione del PIL dovrebbe superare il 4 per cento nella media dell’anno.
  • Disavanzo PA – Nei programmi del Governo, che tengono già conto degli effetti del decreto in esame, nel 2021 il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche sarà pari all’11,8 per cento del prodotto e il rapporto fra il debito e il PIL toccherà il 159,8 per cento. Con l’attenuarsi dell’incertezza l’intervento pubblico avrà il compito non semplice di farsi più selettivo, concentrandosi nei settori che più a lungo sconteranno difficoltà legate alla crisi sanitaria, sostenendo e accompagnando verso una nuova occupazione chi ancora sarà senza lavoro.
  • Considerazioni generali sul Dl Sostegni-bis – Se da un lato vi è continuità con gli interventi effettuati nel corso del 2020, dall’altro i nuovi provvedimenti hanno iniziato a tracciare un graduale percorso di uscita dalle misure emergenziali (in particolare con riguardo ai sistemi di garanzia pubblica sui prestiti e alle moratorie). Il decreto “sostegni bis” determina un aumento dell’indebitamento netto nel 2021 di poco più di 39 miliardi, pari al 2,2 per cento del PIL (nel triennio successivo l’aumento medio annuo è di 0,4 miliardi). A fronte di misure espansive per quasi 43 miliardi (di cui oltre 37 per maggiori spese) il decreto individua coperture per 3,5 miliardi. Tre quarti delle misure espansive (circa 32 miliardi) alle imprese e al sostegno dell’attività economica e quasi il 9 per cento al lavoro e alle politiche sociali (quasi 4 miliardi). Le restanti risorse sono destinate principalmente agli enti territoriali e al comparto dell’istruzione e della ricerca (2,7 miliardi) e al servizio sanitario (2,3 miliardi).
  • Tipologie di intervento –  Gli interventi possono essere ripartiti in due principali tipologie. La prima include provvedimenti di tipo emergenziale volti a sostenere le aziende maggiormente colpite dalle conseguenze della pandemia, in sostanziale continuità con i decreti che si sono succeduti nell’ultimo anno. La seconda include misure di natura più selettiva, che mirano a incentivare gli investimenti e la patrimonializzazione delle imprese.
  • Misure di carattere emergenziale – Tra i principali interventi di carattere emergenziale figurano:

o   Contributo a fondo perduto: il decreto destina 15,6 miliardi. Al 30 aprile scorso le erogazioni di contributi a fondo perduto a valere sui fondi stanziati dai decreti dello scorso anno e dal decreto “sostegni” ammontavano a circa 14 miliardi, a fronte di quasi 4,7 milioni di domande. Il settore che ne ha maggiormente beneficiato è quello degli alberghi e della ristorazione, che ha subito la contrazione di fatturato più forte nel corso del 2020 (quasi il 45 per cento).

o   Moratorie: Il decreto proroga fino alla fine dell’anno in corso i provvedimenti relativi alle garanzie pubbliche e alla moratoria sui prestiti alle imprese, rimodulandoli per favorire un’uscita graduale dalle agevolazioni; in particolare vengono ridotte le aliquote di copertura dei prestiti garantiti dal Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese (FCG) e viene limitata alla quota capitale delle rate la proroga della moratoria sui mutui. Al 3 giugno scorso erano pervenute all’FCG domande per un ammontare di finanziamenti pari a circa 174 miliardi; alla stessa data i prestiti garantiti da SACE (“garanzia Italia”) ammontavano a 24,1 miliardi. Gli stanziamenti previsti sono ampiamente sufficienti a soddisfare le ulteriori richieste di prestiti garantiti che dovessero pervenire nei prossimi mesi.

o   Costi imprese: Sono inoltre definiti interventi connessi con specifiche voci di costo delle imprese. Si tratta in gran parte di estensioni temporali o rimodulazioni di misure già in essere.

o   Agevolazioni fiscali: Sono previste anche riduzioni del prelievo fiscale, nonché il temporaneo aumento del limite sui crediti di imposta compensabili o rimborsabili.

  • Misure a sostegno degli investimenti e della patrimonializzazione delle imprese – Di seguito i principali interventi:
    • ACE: Il decreto rafforza temporaneamente il cosiddetto Aiuto alla crescita economica (ACE) innalzando al 15 per cento (dall’1,3 per cento del regime ordinario) l’aliquota del rendimento nozionale sugli incrementi di capitale fino a 5 milioni effettuati nel 2021. Ne amplia inoltre la possibilità di fruizione concedendo alle imprese l’opzione di trasformare l’importo deducibile dal reddito in un credito di imposta da utilizzare immediatamente in compensazione. Si sottolinea che l’ACE è una misura utile e ben disegnata. Il provvedimento potrà determinare benefici di natura selettiva: incentiva apporti di capitale da parte degli azionisti che si verificheranno prevalentemente quando vi sia una concreta prospettiva che l’azienda cresca e generi reddito

o   Credito di imposta beni strumentali: Il decreto inoltre estende ai soggetti con un volume di ricavi o compensi superiore a 5 milioni di euro la possibilità di utilizzare il credito di imposta per investimenti in beni strumentali materiali (ex Superammortamento) effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 in compensazione in un’unica quota annuale, anziché su tre anni.

o   Crediti agevolati imprese esportatrici: Il decreto dispone anche il rifinanziamento per 1,2 miliardi del fondo che eroga crediti agevolati alle imprese esportatrici (con impatto solo sul fabbisogno) e per 0,4 miliardi del Fondo per la promozione integrata, per il cofinanziamento a fondo perduto di crediti agevolati.

o   Start-up e PMI: Pur avendo un impatto finanziario contenuto (circa 200 milioni nell’arco di otto anni), l’esenzione dalle imposte delle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in start-up o piccole e medie imprese (PMI) innovative detenute per almeno tre anni o reinvestite in quote del capitale sociale di aziende dello stesso tipo può avere effetti allocativi importanti. Si tratta di una norma potenzialmente utile a rafforzare il capitale di un segmento particolarmente dinamico del settore produttivo, ma ancora poco sviluppato. Sono esclusi dal beneficio gli intermediari specializzati che in questa fase potrebbero rappresentare un’utile fonte di finanza esterna. Per limitare l’impatto sul bilancio pubblico di un eventuale ampliamento della platea dei beneficiari del provvedimento si potrebbe riconoscere agli intermediari specializzati un’esenzione parziale.

  • Fondo centrale di Garanzia – Hanno carattere selettivo anche due misure relative all’operatività del Fondo centrale di garanzia (con oneri per 1,1 miliardi nell’anno in corso e 0,1 nel 2022). La prima, al fine di facilitare l’accesso ai finanziamenti necessari per l’attività di ricerca e sviluppo delle imprese, stabilisce che l’FCG può effettuare interventi su interi portafogli di crediti a medio-lungo termine che le banche cartolarizzano, a patto che si tratti per almeno il 60 per cento di prestiti finalizzati a finanziare progetti di ricerca e sviluppo e programmi di investimenti. La misura dovrebbe indurre le banche a concedere prestiti di questo tipo a tassi relativamente più favorevoli. La seconda misura, per sostenere la realizzazione di programmi qualificati di sviluppo di aziende di media dimensione, prevede che l’FCG possa fornire una copertura a portafogli di obbligazioni emesse a tale fine da varie imprese (per un importo compreso tra 2 e 8 milioni di euro per ciascuna di esse) e successivamente accorpate per la cartolarizzazione.
  • Misure a sostegno dei lavoratori e delle famiglie – Il decreto introduce una serie di interventi a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, che nel 2021 determinano maggiori erogazioni per 3,5 miliardi e minori entrate per 0,3 miliardi. Le principali misure riguardano l’espansione di alcuni meccanismi di integrazione salariale, l’introduzione di nuovi incentivi all’occupazione, il riconoscimento di ulteriori indennità a favore di lavoratori con contratti di lavoro non continuativi e di settori specifici e alcune tutele per famiglie e lavoratori in difficoltà (in particolare sono previsti l’estensione del reddito di emergenza per quattro mensilità e un temporaneo rafforzamento della NASpI). Sono inoltre introdotti sgravi tributari per i giovani di età inferiore ai 36 anni che intendano acquistare una “prima casa di abitazione”.
  • Complessità sistema di ammortizzatori sociali – L’ampia possibilità di ricorrere alle integrazioni salariali consente di attutire gli impatti della graduale rimozione del blocco dei licenziamenti. L’introduzione di ulteriori strumenti, quali la Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga alle disposizioni vigenti, accresce tuttavia ulteriormente la complessità e la frammentarietà del nostro sistema di ammortizzatori sociali.
  • Contratto di rioccupazione – Inoltre, in via sperimentale tra luglio e ottobre 2021, viene istituito il contratto di rioccupazione, riservato alle imprese che assumono lavoratori disoccupati e che nei sei mesi precedenti l’assunzione di nuovi lavoratori non abbiano effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi nella stessa unità produttiva. Si sottolinea che la complessità della normativa potrebbe scoraggiare l’utilizzo di questo strumento.

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