Draghi sul tema ha così commentato: “Abbiamo bisogno di un’Unione Europea che sia pronta per l’oggi e il domani, ciò che proporrò è un cambiamento radicale, è quello di cui abbiamo bisogno“.
Il percorso verso la definizione delle priorità della competitività europea è pronto, con due rapporti da dettagliare e un’agenda strategica da mettere a terra. Lo stesso Mario Draghi, incaricato dalla Commissione UE, ne ha descritto la struttura, dieci macro-settori dell’economia europea, ognuno dei quali ha bisogno di specifiche riforme e strumenti, e tre fili conduttori:
- permettere la scalabilità delle imprese europee, pareggiando “lo stesso vantaggio competitivo” che l’Europa avrebbe con i principali concorrenti globali se non fosse frenato dalla frammentazione;
- fornire beni pubblici laddove ci sono possibili investimenti di cui beneficia tutta l'Europa, ma che "nessun Paese può portare avanti da solo";
- Assicurare all'Europa l’approvvigionamento di risorse essenziali. Una priorità cruciale per portare avanti le ambizioni climatiche dell'Europa senza aumentare la dipendenza da Paesi a cui non si può più prestare affidamento, in particolare sulle materie prime critiche.