Gli investimenti sostenibili come strategia per la ripartenza e il miglioramento del posizionamento competitivo delle imprese sono al centro del roadshow virtuale in 8 tappe dal titolo “Circular economy.
L’opportunità per il rilancio delle imprese italiane”, organizzato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, la società del Gruppo specializzata in innovazione e trasformazione digitale.
Un momento di incontro e di confronto che proseguirà, con varie modalità di approfondimento, per tutto l’anno e che oggi coinvolgerà 200 aziende del nord ovest, con gli interventi di Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo, Anna Roscio, Responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, Guido De Vecchi, direttore generale di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Massimiano Tellini, Responsabile Circular Economy Intesa Sanpaolo Innovation Center, Riccardo Porro, Chief Operating Officer Cariplo Factory, Alessandro Balboni, Responsabile Business Development Intesa Sanpaolo Innovation Center. Importanti le testimonianze aziendali, grazie alla presenza di Alessandro Battaglia, Presidente Silvateam Spa, e Carlo Radicci, Amministratore Delegato Caseificio Pugliese F.lli Radicci Spa, che metteranno a fattor comune la propria consolidata esperienza e le rispettive strategie in tema di sostenibilità ambientale e sociale.
La transizione verso un approccio sostenibile è già da tempo l’indirizzo del Gruppo Intesa Sanpaolo, per il quinto anno consecutivo inserita tra le 100 società quotate più sostenibili al mondo - terza banca in Europa – nella classifica di Corporate Knights su oltre 8.000 imprese analizzate. Dalla forte spinta verso l’innovazione nascono l’impegno verso la circular economy, modello economico che mira a slegare lo sviluppo dallo sfruttamento delle risorse naturali esauribili e a ridisegnare il sistema industriale, e le soluzioni innovative messe a disposizione delle imprese per sostenerne gli investimenti in ottica di sostenibilità nei processi di produzione, logistici e di vendita.
Il Gruppo ha erogato ad oggi alle PMI oltre 500 milioni di prestiti ESG (Environment, Social, Governance), attraverso i finanziamenti a valere sul plafond di 6 miliardi di euro per gli investimenti sostenibili – di cui 1 miliardo per la rete Ubi Banca, storicamente legata al territorio piemontese - e i nuovi finanziamenti Sustainability Loans, cui è dedicato un plafond di 2 miliardi di euro, che premiano con riduzioni di tasso il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento in ambito ESG. Nei territori di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria sono una ventina i progetti sviluppati in questo ambito dalle imprese e finanziati da Intesa Sanpaolo con oltre 30 milioni di euro dall’avvio dell’iniziativa.
Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo, commenta: «La pandemia è stata un’occasione per rendersi conto dell’importanza del digitale, della R&S, dell’attenzione all’ambiente. Stiamo vivendo un momento di forte discontinuità, che soprattutto per le piccole imprese del nostro territorio potrebbe aprire nuovi scenari: saranno ancora più importanti il ruolo delle filiere, le opportunità derivanti da crescita dimensionale, apertura del capitale e aggregazioni. E per essere competitivi sarà cruciale non solo fare cose “belle e buone”, ma sostenibili e socialmente eque. Non si tratta solo di questioni etiche: è il mercato a chiederlo, soprattutto le nuove generazioni di consumatori, che ricercano il valore della sostenibilità nella creazione del prodotto e per questo sono disposti a pagare di più; inoltre, adottare azioni di circolarità in azienda accresce la competitività e mitiga i rischi di lungo termine legati ai cambiamenti climatici, alla supply chain, all’indisponibilità delle materie prime. Queste scelte innesteranno un nuovo ciclo di investimenti in tecnologie, innovazione, nuovi mercati, capitale umano, che Intesa Sanpaolo è pronta a sostenere affiancando gli imprenditori nel percorso verso la ripresa.»
Le azioni di sostenibilità delle imprese in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
(Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo)
· Secondo i dati resi disponibili da Istat attraverso il Censimento Permanente Imprese, in Italia nel 2018 il 67% delle imprese con 3 e più addetti ha intrapreso almeno un’azione finalizzata a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività; la percentuale è in linea al dato nazionale in Piemonte (67%) e Liguria (68%) e lievemente maggiore in Valle d’Aosta (70%).
· Tra le soluzioni adottate per promuovere iniziative di sostenibilità ambientale, circa 1 impresa su 10 in Italia sceglie di ridisegnare il processo produttivo o di adottare nuovi modelli di produzione per ridurre l’impatto ambientale, con percentuali che vanno dall’8% in Piemonte e Liguria, al 10% della Valle d’Aosta; più adottata la scelta di svolgere con personale interno iniziative di formazione per la protezione dell'ambiente e la gestione delle risorse naturali (Italia 19%, Piemonte e Liguria 18% e Valle d’Aosta 22%).
· Tra le azioni intraprese per ridurre il consumo di risorse naturali e gestire in modo sostenibile rifiuti e emissioni, circa il 14% in Italia utilizza materie prime “seconde” (ossia scarti del processo produttivo recuperati e reimmessi nella produzione), con una percentuale in linea in Piemonte e leggermente inferiore (11%) in Valle d’Aosta e Liguria.
· Il riutilizzo e riciclo delle acque di scarico è praticato solo dal 5% delle imprese: in linea il Piemonte e ancora più in ritardo Liguria (4%) e Valle d’Aosta (3%).
· Di gran lunga più adottate le azioni di risparmio del materiale utilizzato nei processi produttivi, attuato da più di 1 impresa su 3 in Italia (Piemonte e Liguria in linea al 34%, Valle d’Aosta con una percentuale superiore, pari al 38%) e la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti (58% il dato nazionale, in linea il Piemonte e particolarmente brillanti Liguria con il 61% e Valle d’Aosta con il 65%.
· Infine, per quanto riguarda gli investimenti finalizzati ad una gestione energetica sostenibile, l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile è una scelta adottata in Italia dal 5% delle imprese (allineate Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria al 2%), mentre solo il 3% investe in impianti per la produzione di energia termica da fonte rinnovabile (Valle d’Aosta 5%, Piemonte 2,5% e Liguria 2,2%).