Contributo ABI
26 Gennaio 2021
Le banche fanno e faranno la loro parte e non faranno certamente mancare il loro supporto nel cammino di modernizzazione e sviluppo dell’Italia, così come sono state impegnate fin dal primo momento a fianco delle famiglie e delle imprese per affrontare la crisi.
Affinché ciò sia possibile, occorre che la regolamentazione di vigilanza sulle banche, nel perseguire l’obiettivo della stabilità, tenga in conto costantemente l’obiettivo della crescita economica e non crei ostacoli al ruolo essenziale in questa fase svolto dal mondo bancario, cioè di sostegno a famiglie e imprese.
Innanzitutto, la proroga delle moratorie ex lege disposta dalla legge di bilancio se non accompagnata da una interpretazione delle linee guida dell’EBA che oggi pongono un limite di 9 mesi alla durata complessiva del periodo di sospensione dei pagamenti produce il rischio di dover riclassificare come esposizioni deteriorate tutte le esposizioni oggetto di moratoria con conseguenze gravemente dannose per i debitori. Occorre che si intervenga quanto prima per ottenere una interpretazione delle regole che consenta la proroga delle moratorie oltre i 9 mesi senza le conseguenze sopra descritte. Allo stesso tempo occorre ampliare i parametri stabiliti dall’Autoritá Bancaria Europea (EBA) per consentire misure di agevolazione per i debitori (quali, ad esempio, l’allungamento dei piani di ammortamento) senza che la concessione di tali agevolazioni faccia scattare la riclassificazione della posizione come deteriorata.
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L’utilizzo delle risorse del PNRR dovrà assicurare la sostenibilità anche nel medio periodo del debito pubblico e mettere in prospettiva il rapporto debito/PIL su un sentiero di riduzione.
Le modifiche legislative e gli incentivi devono avere carattere di certezza e stabilità nel tempo, per poter creare aspettative positive e dare la possibilità ai potenziali fruitori di pianificare i propri investimenti e poter contare sul mantenimento delle agevolazioni per il tempo necessario.
E’ importante che vi sia semplicità e facilità di accesso alle misure, specie per ciò che concerne agevolazioni ed incentivi, sia per le procedure previste, sia per la chiarezza dei criteri per l’applicazione.
'P0519 Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede l’utilizzo di strumenti finanziari per favorire l’apporto di risorse private (in forma di credito o capitale) al fianco di quelle pubbliche per attivare nuovi investimenti in particolare nell’area delle filiere strategiche, del miglioramento dei servizi turistici e delle infrastrutture ricettive, dell’economia circolare e dell’housing sociale.
Il PNRR ipotizza anche la costituzione di un “Fondo di fondi”, che alimenti fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento.
Si prevede inoltre la possibilità di favorire la sinergia tra gli interventi finanziati attraverso il programma europeo InvestEU e quelli del RRF (Recovery and Resilience Facility).
Affinché tali misure possano sviluppare al meglio il loro potenziale, è necessario che i diversi strumenti finanziari funzionino in maniera omogenea per tipologia di obiettivo, evitando la proliferazione di misure agevolative con la conseguente polverizzazione delle risorse disponibili e la maggiore difficoltà a canalizzare gli incentivi verso i beneficiari finali, in tempi compatibili con l’urgenza di favorire la ripresa economica.
I possibili strumenti finanziari sono: 1) garanzie su finanziamenti bancari; 2) contributi in conto interessi su finanziamenti bancari; 3) finanziamenti agevolati, eventualmente associati a finanziamenti bancari. Un discorso a parte riguarda poi gli strumenti di partecipazione al capitale di rischio.
Per ciascuna delle tre tipologie di agevolazione, coerentemente con gli obiettivi del PNRR di semplificazione e digitalizzazione, è possibile immaginare la realizzazione di altrettante piattaforme nazionali finalizzate alla loro erogazione, secondo modalità standardizzate.
Per la garanzia su finanziamenti bancari, in Italia abbiamo già una possibile piattaforma che funziona efficacemente e alla quale si dovrebbe far riferimento: il Fondo di garanzia per le PMI.
Le nuove garanzie per l’accesso al credito delle imprese dovrebbero essere direttamente gestite dal Fondo di garanzia per le PMI o, comunque, seguirne lo schema operativo.
Anche per i contributi in conto interessi esiste un possibile modello di riferimento che funziona e che ormai le banche hanno imparato a gestire efficientemente: la nuova legge Sabatini.
Per i finanziamenti agevolati direttamente erogati dallo Stato/regioni non esiste una piattaforma di erogazione unica o uno schema agevolativo unico. Esiste però un possibile modello di riferimento da cui, con le necessarie semplificazioni, si potrebbe partire: il Fondo Rotativo Imprese (FRI).
Le piattaforme dovrebbero servire anche per l’erogazione di agevolazioni di matrice locale, prevedendo – come è già per il Fondo di garanzia delle PMI – sezioni regionali.
Il sostegno pubblico ad operazioni di capitalizzazione delle imprese (ad es. tramite investimenti nel capitale di fondi di private equity, banche o tramite IPO e quotazione su SME Growth Markets) è previsto solo in alcuni casi specifici: tale intervento dovrebbe costituire un perno importante per la ripresa nella fase post pandemica in un’ottica di sostenibilità e ottimizzazione della struttura finanziaria delle imprese.
Riforme prioritarie
Tra gli elementi essenziali alla ripresa del Paese è anche menzionata la riforma di alcune componenti della giustizia civile e del sistema tributario italiano per renderlo più equo, semplice ed efficiente.
L’efficienza della giustizia civile, la certezza del diritto, la definizione dei contenziosi in tempi certi e ragionevoli sono precondizioni per lo sviluppo delle imprese in un contesto di legalità e per migliorare l’attrattività dell’Italia rispetto agli investimenti esteri.
L’evoluzione del sistema fiscale poggia molto sulle banche che hanno elevate responsabilità e rischi fiscali. La gestione di questi compiti per obblighi di legge dovrebbe essere inquadrata in un più corretto rapporto tra amministrazione finanziaria e banche. Il rapporto di servizio che si è istaurato - ed è destinato nel tempo a intensificarsi - merita lo stesso rispetto dei principi di: i) equità (evitare oneri impropri per le banche); ii) semplificazione (intesa non solo per il contribuente finale ma anche per chi è obbligato a svolgere un ruolo per conto del fisco senza essere parte dell’Amministrazione finanziaria); iii) efficienza (di tutte le fasi del prelievo fiscale, comprese, quindi, quelle gestite dalle banche per conto del fisco).
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In allegato tecnico sono riportate le considerazioni sulle Missioni, sulle componenti e linee di intervento di maggiore interesse.
Allegato tecnico
M1 - DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE, COMPETITIVITÀ E CULTURA
M1.C1 – Digitalizzazione e modernizzazione della PA
• Digitalizzazione della PA e Innovazione della PA
Nell’ambito del processo di digitalizzazione della PA e di accelerazione dei tempi della giustizia è auspicabile che i relativi benefici esplichino i loro effetti tempestivamente e in modo diffuso tra tutti gli operatori economici.
In una logica di utilizzo aperto dei dati (open data economy), sarebbe di grande utilità la possibilità di accedere alle informazioni contenute nelle banche dati pubbliche in modalità aperta (tramite interfacce informatiche (API), quali quelle previste dalla direttiva PSD2 per le banche), semplificando e agevolando in modalità automatizzata le interrogazioni delle banche dati stesse per tutti i potenziali utenti. Questo approccio potrebbe consentire sia lo scambio di dati sia l’aggiornamento di informazioni già in possesso della PA (ad esempio in riferimento all’aggiornamento degli estremi dei documenti di identità di clienti già identificati).
Nell’ambito della modernizzazione e semplificazione dei processi della pubblica amministrazione si potrebbe rafforzare la piattaforma SIOPE+, la Piattaforma telematica, sviluppata dalla Banca d'Italia per conto della Ragioneria Generale dello Stato (RGS), che intermedia il colloquio tra le pubbliche amministrazioni e i relativi tesorieri intercettando tutte le informazioni contabili delle stesse. Tale piattaforma risponde all’esigenza principale di agevolare il monitoraggio in tempo reale dell'andamento dei flussi finanziari pubblici, è integrata con la Piattaforma dei crediti commerciali (PCC) che ha l’obiettivo di monitorare i debiti commerciali della PA e contribuisce in modo significativo all’innalzamento del livello generale di informatizzazione dei singoli enti.
Tuttavia, al momento la Piattaforma SIOPE+ non è utilizzata da tutti gli Enti Pubblici, ne rimangono escluse molte tipologie, in particolare quelli finanziariamente meno rilevanti e di più piccole dimensioni che utilizzano, nella quasi totalità di casi, modalità operative cartacee (si stima circa il 20% degli enti pubblici totali).
Si propone di includere le citate categorie di Enti Pubblici nell’uso della Piattaforma, sancendo, analogamente a quanto fatto in passato per gli Enti già integrati, mediante apposito Decreto, l’obbligo all’adesione. Detti enti andrebbero agevolati nel processo attuativo, anche mediante modalità tecniche di collegamento e standard di colloquio opportunamente adeguati alle esigenze basiche di detti enti.
Inoltre, la Piattaforma SIOPE+ si presta, per completezza di dati raccolti, a ricoprire un ruolo ulteriore: consentire la digitalizzazione del processo di controllo svolto dalla Corte dei Conti nei confronti degli agenti contabili (tesorieri) degli Enti pubblici, attraverso una loro acquisizione diretta da parte della stessa Corte dei Conti.
Si potrebbe altresì intervenire sui bandi di gara per l’assegnazione dei servizi di tesoreria degli enti pubblici. In particolare, si propone di mettere a disposizione degli enti pubblici, senza alcun vincolo all’utilizzo, format elettronici – sfruttando eventuali piattaforme già in essere - di semplice compilazione che contengano la previsione delle principali componenti del servizio di tesoreria che l’ente, con un contrassegno elettronico, possa scegliere con semplicità e tempestività. La proposta semplifica l’operato dell’ente e ne velocizza l’operazione e, a sua volta, rende più immediata la risposta del tesoriere, agevolando anche la riduzione della casistica delle gare deserte.
• Innovazione organizzativa della Giustizia
Nell’ambito delle misure di innovazione organizzativa della Giustizia, al fine di ridurre i tempi dei giudizi, sono previsti nel PNRR alcuni interventi che riguarderanno l’implementazione dell’ufficio del processo, best practice già utilizzata anni fa e tradotta in normativa con l’art. 50 del D.L. n. 90/2014, e l’innovazione delle infrastrutture digitali combinate con il completamento della digitalizzazione del processo.
Si tratta di progetti rilevanti anche se, in tale contesto, sarebbe necessario valutare l’opportunità di investire risorse anche nella specializzazione dei giudici, specie in materia concorsuale e delle esecuzioni. Da tempo l’ABI ritiene che un fattore di efficienza della giustizia sia rappresentato dalla specializzazione dei magistrati, attraverso una razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse giudiziarie dedicate alle procedure esecutive e concorsuali, mantenendo un elevato livello di qualità del servizio.
In particolare, si propone di ripercorrere la positiva esperienza dell’istituzione del “Tribunale delle Imprese”, in cui le controversie con un alto grado di tecnicismo e ad elevata rilevanza economica sono concentrate in pochi uffici giudiziari dislocati sul territorio nazionale.
Si potrebbe, quindi, prevedere l’istituzione presso i tribunali di sezioni specializzate in procedure esecutive e in materia concorsuale, composte da giudici con requisiti specifici e formazione continua. Si tratterebbe di riprendere ed estendere anche alla materia delle esecuzioni quanto previsto dalla Legge delega 19 ottobre 2017, n. 155 sulla riforma delle discipline della crisi d’impresa, che all’art. 2, comma 1, lett. n, stabiliva il criterio guida di “assicurare la specializzazione dei giudici addetti alla materia concorsuale, con adeguamento degli organici degli uffici giudiziari la cui competenza risulti ampliata”.
Va purtroppo evidenziato, inoltre, che nell’ambito delle prossime misure legislative elencate nel PNRR, non si prevede nulla sul versante del processo esecutivo.
Il mondo bancario è particolarmente coinvolto nell’ambito delle procedure per il recupero del credito posto che le banche assumo spesso la veste di “utenti” di giustizia quali creditori.
Un processo esecutivo più veloce ed efficiente influisce, inoltre, positivamente sulla riduzione dello stock dei crediti deteriorati.
A fronte di un potenziale aumento dei crediti deteriorati è, infatti, di fondamentale importanza puntare l'attenzione anche su una delle principali cause che, negli anni passati, ne hanno determinato la crescita.
Per questi motivi, appare indispensabile attivarsi immediatamente anche sul fronte delle procedure di recupero del credito, peraltro ulteriormente rallentate dall’emergenza COVID e dalla normativa emergenziale (vedasi ad esempio la proroga della sospensione delle procedure esecutive sulla prima casa).
M1.C2 – Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo
La seconda componente della Missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” ha l’obiettivo di favorire l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, di rafforzare le filiere produttive, con particolare riferimento a quelle più innovative e strategiche per il posizionamento competitivo dell’Italia e del Made-in Italy in ambito internazionale, e di incentivare la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, promuovendo le tecnologie 5G ed investimenti in infrastrutture per il monitoraggio satellitare.
Per l’attuazione della componente viene evidenziato il ruolo che potrebbe svolgere il settore bancario soprattutto con riferimento all’utilizzo del Fondo di garanzia per le PMI per favorire l’accesso al credito. Si prevede a tal fine il rifinanziamento del Fondo. In merito, si ribadisce quanto evidenziato in tema di miglior utilizzo delle fonti finanziarie.
Dal punto di vista fiscale, le misure potrebbero essere accompagnate con una ulteriore valorizzazione degli incentivi alla capitalizzazione, già previsti, connessi alla gestione ordinaria delle imprese, come l’Aiuto alla Crescita Economica (“ACE”). L’ACE si è dimostrata efficace nel favorire la capitalizzazione delle imprese (in particolare le PMI), la loro resilienza e l’innalzamento del loro merito di credito. L’incentivo, infatti, consente, con riferimento alle scelte di finanziamento di medio-lungo periodo del singolo imprenditore di favorire il rafforzamento patrimoniale del tessuto industriale italiano, grazie alla sua natura di agevolazione che opera su base incrementale. L’impatto positivo del beneficio dipende, in primo luogo, dalla misura dell’aliquota del c.d. “rendimento nozionale del nuovo capitale proprio”, la cui misura si è progressivamente ridotta nel corso del tempo ed è oggi pari all’1,3%. Per tenere conto del difficile contesto economico conseguente alla pandemia, si potrebbe prevedere un’aliquota maggiorata da applicare agli incrementi di capitale proprio realizzati in un determinato arco temporale (ad esempio, tre o cinque anni). Al fine di rendere la misura ancor più efficace, la maggiorazione dovrebbe essere riconosciuta stabilmente, vale a dire fino a quando gli incrementi di capitale proprio realizzati nel periodo vengono mantenuti dall’impresa.
• Transizione 4.0
Le misure previste nell’ambito del “Piano Transizione 4.0” potrebbero registrare ulteriori adesioni soprattutto se stabilizzate (temporalmente, ma anche nelle sue caratteristiche), favorendo in questo modo anche programmazioni di lungo periodo, che proprio per la complessità dei processi industriali coinvolti possono implicare piani di investimento che si articolano su più periodi di imposta.
Sebbene dal punto di vista soggettivo le previsioni normative siano molto ampie operando per la generalità delle imprese residenti sul territorio nazionale, permangono delle limitazioni dovute alle tipologie di investimenti agevolati. Il Piano agevola principalmente beni strumentali ad alto contenuto tecnologico interconnessi nel processo produttivo e destinati eminentemente alla produzione fisica. Ciò finisce in pratica per escludere dall’accesso alla misura massima del credito d’imposta taluni settori, come quello bancario, che nondimeno sono caratterizzati da un costante, necessitato e inarrestabile processo di innovazione tecnologica. Dunque, al fine di stimolare l’intero complesso degli investimenti strettamente connessi con i processi di innovazione tecnologica (esempio: investimenti propedeutici alla dematerializzazione e alla digitalizzazione dei processi interni delle banche e delle imprese in generale), prescindendo dal settore economico a cui quegli stessi investimenti sono destinati, si auspica un incremento della percentuale del credito d’imposta e dei limiti massimi di costi ammissibili, con riferimento agli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali ulteriori rispetto a quelli oggi previsti.
M2 - RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA
Quando la realizzazione delle misure di sostegno economiche previste nella missione 2 del PNRR preveda una congiunta componente di finanziamento privato, ad esempio, da parte del mondo bancario, si auspica che i criteri per individuare progetti e attività economiche eleggibili siano allineati con la Tassonomia Europea per le attività sostenibili (in particolare da un punto di vista ambientale) che sarà un riferimento per numerosi requisiti di trasparenza al mercato, di reporting agli organi di supervisione bancaria e finanziaria e in generale per gli investimenti ESG. In tali requisiti sarà richiesto alle banche di rendicontare e verosimilmente di incrementare la quota parte delle proprie esposizioni verso attività e progetti allineati con la Tassonomia Europea e quindi sarà utile che possano in tale ambito essere annoverati quelli riconducibili al PNRR.
M2. C1 – Agricoltura sostenibile ed economia circolare
La componente “Agricoltura sostenibile Impresa verde ed economia circolare” ha come obiettivi prioritari la promozione della sostenibilità ambientale nella filiera dell’agricoltura, il sostegno a progetti innovativi di decarbonizzazione tramite processi di economia circolare, nonché la definizione di un piano nazionale per l’economia circolare, anche promuovendo la transizione verso processi sostenibili e certificati, che adottino i principi del Life Cycle Assessment (LCA) per la valutazione dell’impronta ambientale di prodotti e servizi nonché l’utilizzo di materiali biobased.
Si auspica che per l’attuazione del progetto venga utilizzato lo strumento del Fondo Rotativo degli Investimenti (FRI), per la gestione del quale le banche hanno sottoscritto una specifica Convenzione con Ministero delle Politiche Agricole e CDP, anche in considerazione del fatto che lo stesso FRI verrà utilizzato per l’attuazione della seconda linea di azione della Componente “Economia circolare e valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti”.
Per diversificare la struttura finanziaria delle imprese potrebbe, tra l’altro, essere prevista una garanzia pubblica a fronte di emissioni obbligazionarie delle imprese. La misura dovrebbe inoltre essere allineata con il regime di garanzie rilasciate dalla SACE nel settore green già previsto nel DL “Semplificazioni” di luglio 2020 per progetti che rientrano nel Green New Deal.
M2. C2 – Energia rinnovabile, Idrogeno e mobilità sostenibile
La line d’azione “Produzione energia da fonti rinnovabili” prevede il riconoscimento di contributi a sostegno dello sviluppo di progetti fotovoltaici galleggianti ed eolici offshore, progetti onshore realizzati su siti di proprietà della PA o a basso, nonché supporto finanziario tramite finanziamenti.
Sul tema si ribadisce quanto evidenziato in premessa: qualunque sia lo strumento agevolativo che si deciderà di adottare, è fondamentale- affinché possa essere di pronto ed efficace utilizzo - che questo sia coerente con l’operatività bancaria su analoghe iniziative.
M2. C3- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
Con riferimento al superbonus al 110%, nel Piano viene prevista una estensione dell’applicazione della misura (i) per gli IACP, fino al 30 giugno 2023; e (ii) per i condomìni fino al 31 dicembre 2022, a prescindere dalla realizzazione di almeno il 60% dei lavori. Considerato che lo scopo del beneficio è di favorire gli interventi di efficientamento energetico e di conseguire la “transizione verde” dell’edilizia privata, la chiave di successo della misura risiede nella sua stabilità e semplificazione. In tal senso, sarebbe utile estenderne la durata ad una o più annualità successive al 2022.
MISSIONE 4 – ISTRUZIONE E RICERCA
M4. C2 - Dalla ricerca all’impresa
Con riferimento all’iniziativa prevista per il Trasferimento di tecnologia e sostegno all’innovazione, è prevista la creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies, tra i quali un Centro Nazionale Fintech previsto a Milano. Si suggerisce di prevedere l’attivazione di sinergie con altre iniziative avviate da importanti stakeholder pubblici e chiarire gli obiettivi e le modalità operative di collaborazione con il settore privato.
Inoltre, l’Abi segnala l’importanza di:
a) intervenire sui processi di transizione dal mondo della scuola/formazione a quello del lavoro, con l’obiettivo di fornire un efficace servizio di orientamento e ricercare una maggior corrispondenza fra le competenze acquisite all’interno dei percorsi scolastici/universitari e i profili professionali richiesti dalle aziende (mis-matching);
b) favorire un mondo del lavoro più inclusivo – anche delle nuove generazioni e delle donne – attraverso lo sviluppo di un’adeguata attività di orientamento nella fase delle scelte di istruzione, valorizzando la sinergia tra tutti gli attori in campo, anche quelli privati (Associazioni di categoria; Agenzie per il lavoro; uffici studi delle imprese), e tra le banche dati, al fine di una più efficace lettura dei futuri fabbisogni professionali delle imprese (un esempio di collaborazione pubblico-privato è rappresentato dal Protocollo d’intesa sottoscritto il 27 giugno 2019 da ABI e ANPAL);
c) tenere in primaria considerazione i rilevanti fenomeni di innovazione tecnologica e digitalizzazione già in corso, che comportano profondi cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e dei processi produttivi, con la conseguente necessità, tra l’altro, di acquisire nuove competenze specialistiche altamente qualificate (la rilevanza del tema per il settore bancario è confermata dalla istituzione con il Ccnl 19 dicembre 2019, sottoscritto da ABI e Sindacati, di un “Comitato nazionale bilaterale e paritetico sull’impatto delle nuove tecnologie/digitalizzazione nell’industria bancaria” con funzione di monitoraggio e analisi delle fasi di cambiamento derivanti dai processi in parola).