Secondo le stime preliminari, nel mese di aprile 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annua
Il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +42,4%) ed è imputabile sia ai prezzi degli Energetici regolamentati (da +94,6% a +71,4%) sia a quelli degli Energetici non regolamentati (da +36,4% a +31,7%). Decelerano anche i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,4%), quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%), dei Beni non durevoli (da +1,3% a +2,1%) e i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%).
Pertanto, l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,5% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%.
Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +9,8% a +9,2%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +1,8%a +2,1%); si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 punti percentuali di marzo a -7,1).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +5,0% a +6,0%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +6,5% a +5,9%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%), degli Alimentari lavorati (+2,0%) e degli Alimentari non lavorati (+0,8%), la cui crescita è in buona parte compensata dal calo dei prezzi degli Energetici regolamentanti (-8,8%) e non regolamentati (-2,5%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,3% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo.
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,6% e del 6,6% su base annua (da +6,8% nel mese precedente). L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi in parte anche a marzo e di cui il NIC non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,4%.