L’obiettivo dell’UE è che il 75% delle persone fra i 20 e i 64 anni abbiano un lavoro. Ecco come l’UE lavora per ridurre la disoccupazione e combattere la povertà.
Sebbene la condizioni del mercato di lavoro e i diritti dei lavoratori nell’UE siano nettamente migliorati negli ultimi anni, la lotta alla disoccupazione resta una delle sfide cruciali per un lavoro di qualità per tutti e un’Europa socialmente inclusiva.
Ci sono stati sforzi in diverse aree, ad esempio per aiutare i giovani ad entrare nel mercato del lavoro, per combattere la disoccupazione di lungo periodo, per la formazione e per facilitare la mobilità nell’Unione europea.
I tassi di disoccupazione dell’Unione Europea
Da metà 2013 la disoccupazione nell’UE continua a scendere.
Ad aprile 2019 ha raggiunto il 6,4% (dal 7% dell’anno precedente), il livello più basso dall’inizio delle pubblicazioni mensili sulla disoccupazione nel gennaio 2000. Nell’area euro la disoccupazione era del 7,6% ad aprile 2019, rispetto a 8,4% di aprile 2018.
Le competenze dell’UE e degli stati membri
La responsabilità delle politiche economiche e sociali è degli stati membri. Tuttavia l’UE completa e coordina le azioni degli stati membri e promuove la condivisione delle buone pratiche.
Secondo la cosiddetta clausola orizzontale dell’Articolo 9 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’Unione dovrebbe, quando definisce e mette in pratica le sue politiche, tenere presente l’obiettivo di un alto livello di occupazione.
La strategia europea per l’occupazione e i suoi obiettivi
I paesi UE hanno stabilito una serie di obiettivi comuni per la politica dell’occupazione, per combattere la disoccupazione e creare più posti di lavoro di migliore qualità. Questi obiettivi sono racchiusi nella Strategia europea per l’occupazione.
Avviata nel 1997, la Strategia adesso fa parte di Europa 2020. Si tratta di una strategia per la crescita che presenta gli obiettivi per ciascun parametro chiave da raggiungere entro il 2020 (istruzione, ricerca e sviluppo, cambiamento climatico) e viene usata come quadro di riferimento per le attività a livello europeo e nazionale.
Gli obiettivi da raggiungere entro il 2020 sono: occupazione al 75% per le persone fra i 20 e i 64 anni e riduzione del numero delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale ridotto da 116,6 milioni (2008) a 96,2 milioni di persone.
Nel 2017 gli occupati erano il 72,2% della popolazione fra i 20 e i 64 anni, 2,8 punti percentuali in meno rispetto all’obiettivo del 2020.
Nel 2016 118 milioni di persone nell’UE si trovavano a rischio povertà o esclusione sociale.
La Commissione europea controlla e mette in pratica la strategia attraverso il Semestre europeo, un ciclo annuale di coordinazione delle politiche economiche e sociali a livello europeo.
Nel contesto del semestre europeo e in base agli orientamenti per le politiche degli stati membri a favore dell'occupazione, cioè le priorità comuni e gli obiettivi nazionali per le politiche nazionali per l’occupazione, si valuta la situazione sociale in Europa. Per aiutare gli stati a fare dei passi avanti, la Commissione prepara delle raccomandazioni specifiche per ogni paese, basate sui progressi fatti verso ciascun obiettivo.
Come vengono finanziate le iniziative?
Il Fondo sociale europeo è lo strumento principale per assicurare a tutti i cittadini delle opportunità di lavoro eque.
Il Parlamento europeo ha proposto di aumentare i fondi nel prossimo bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027, con un’attenzione particolare a istruzione, lavoro e inclusione sociale. La nuova versione del fondo, il Fondo sociale europeo Plus, aumenterebbe la qualità dal lavoro, renderebbe più semplice trovare lavoro in altri paesi UE, migliorando al tempo stesso l’istruzione e promuovendo salute e inclusione sociale.
Il Programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale ha l’obiettivo di modernizzare il lavoro e le politiche sociali, di facilitare l’accesso ai finanziamenti per le imprese sociali o per le persone in una situazione di vulnerabilità che vogliano fondare una micro-impresa e di promuovere la mobilità dei lavoratori attraverso la rete EURES.
Questa rete europea dell’impiego facilita la mobilità fornendo informazioni utili a datori di lavoro e persone in cerca di una nuova occupazione. Propone anche una lista sempre aggiornata di opportunità di lavoro in tutta Europa.
Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) viene in aiuto a quei lavoratori che perdono il lavoro a causa della globalizzazione (quando le imprese delocalizzano la produzione verso paesi terzi) o a causa delle crisi finanziarie, offrendo loro nuove possibilità di lavoro o di mettersi in proprio.
Il Fondo di aiuti europei agli indigenti sostiene gli stati membri nelle iniziative in cui viene fornito un aiuto di base per i più svantaggiati, come aiuti alimentari e materiali o iniziative di inclusione sociale per promuovere l’uscita dalla situazione di povertà.
La versione aggiornata del Fondo sociale europeo plus accorpa una serie di programmi e aiuti finanziari esistenti, come l’attuale Fondo sociale, il Programma per l’occupazione l’innovazione sociale, il Fondo di aiuti agli indigenti, l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile e il Programma UE per la salute, unendo le risorse e offrendo un sostegno più integrato e mirato ai cittadini.
Combattere la disoccupazione giovanile
Fra le misure UE per combattere la disoccupazione giovanile c’è la Garanzia giovani, un impegno degli stati membri ad assicurare a tutti i giovani di meno di 30 anni un’offerta di posti di lavoro di qualità, formazione continua, tirocini o stage entro quattro mesi dal momento in cui sono disoccupati o hanno finito gli studi. La messa in pratica della Garanzia giovani è sostenuta da investimenti UE, attraverso l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.
I Corpi europei di solidarietà offrono ai giovani opportunità di volontariato e lavori nel campo della solidarietà in tutta Europa. La piattaforma "Il tuo primo lavoro EURES" aiuta i giovani fra i 18 e i 35 anni a trovare uno stage o un tirocinio all’estero.
Le giuste competenze, il giusto lavoro
Affinché un numero sempre crescente di cittadini possa trovare posti di lavoro di qualità e fare le scelte giuste per la propria carriera, l’Unione europea promuove l’acquisizione di nuove competenze, rende i certificati più facilmente comparabili e fornisce informazioni sulla domanda di competenze e tipi di lavoro.
La Nuova agenda per le competenze per l'Europa, inaugurata nel 2016, propone dieci azioni chiave che rendono ad esempio la formazione più accessibile ai lavoratori e che migliorano gli strumenti già esistenti (come il curriculum europeo Europass).
Combattere la disoccupazione di lungo periodo
La disoccupazione di lungo periodo (cioè la situazione in cui si trova una persona che non lavora da più di 12 mesi) è una della causa della povertà. Si tratta di un fenomeno ancora molto presente in Europa: in alcuni stati membri quasi la metà dei disoccupati lo è da lungo tempo.
Per integrare meglio chi è disoccupato da tempo nel mercato del lavoro, gli stati membri hanno adottato alcune raccomandazioni: incoraggiare la registrazione presso un servizio di ricerca del lavoro, identificare i bisogni specifici individuali per stabilire un piano su misura di ritorno al lavoro.
Questo programma dovrebbe essere disponibile per tutti coloro che sono disoccupati da più di 18 mesi.
Lunghe assenze dal lavoro per problemi di salute o incidenti spesso conducono all’esclusione dal mondo del lavoro. Per far sì che i lavoratori con problemi cronici di salute o reduci da incidenti possano continuare a lavorare, il Parlamento europeo ha proposto nel 2018 misure per rendere i posti di lavoro più aperti grazie a programmi di formazione, condizioni di lavoro flessibili e un accompagnamento specifico per lavoratori vulnerabili.
Promuovere la mobilità dei lavoratori
Favorire la mobilità dei lavoratori è un’altra strategia per combattere la disoccupazione. L’UE ha messo in pratica una serie di regole comuni per proteggere i diritti sociali dei cittadini quali il sussidio di disoccupazione, la malattia e il congedo parentale anche quando lavorano e si spostano per lavoro da un paese all’altro. Le regole sui lavoratori distaccati stabiliscono ad esempio il principio di uguale salario per lo stesso lavoro nello stesso luogo.
Per saperne di più sulle politiche sociali dell’UE