PNRR, audito il Ministro Colao

Posted on 18/03/2021 in Economia by Redazione

Svolta oggi l'audizione del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nell'ambito dell'esame della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Di seguito, per punti, i principali temi trattati dal Ministro.

Premessa

Ha ricordato che il Next generation EU prevede che almeno il 20% dei fondi del RF sia destinato alla transizione digitale, sottolineando che lo stanziamento previsto in Italia per il digitale ammonta a circa 40 miliardi. La cifra diviene considerevolmente superiore se si includono anche le misure che riguardano interventi parzialmente digitali, quali ad esempio gli interventi di digitalizzazione e sensorizzazione di strade e infrastrutture critiche o gli investimenti nella telemedicina o quelli relativi alla formazione di competenze digitali per cittadini e lavoratori sia pubblici che privati. In ragione della cifra considerevole di risorse che verranno stanziate per la digitalizzazione, il Ministro ha sottolineato la necessità di adoperare una seria riflessione sugli obiettivi da raggiungere, sui tempi, sulle modalità e su come garantire che tutto il processo sia svolto in maniera efficacie e trasparente e senza spreco di denaro pubblico. 

  • Misure. Ha ricordato che il PNRR rappresenta uno snodo cruciale per dare corpo agli obiettivi ambiziosi basati sulla connettività come diritto, sul cloud first, sull’interoperabilità, sulla facilità di accesso e sull’identificazione once only, sulla sicurezza e sulla formazione. Da qui discendono le misure che il MID prevede di rafforzare e confermare, partendo dall’architettura dei contenuti del precedente Governo e dalle indicazioni che riceverà dal Parlamento. Queste misure riguardano sia iniziative di primaria responsabilità del MID sia quelle relative alla funzione di impulso e coordinamento orizzontale che il Ministero dovrà avere avvalendosi anche del Comitato interministeriale della transizione digitale. Il Ministro ha dichiarato quindi che l’approccio del suo Ministero al PNRR si riassume in 6 punti:
    • Investimenti in BUL. È necessario adoperarsi per ammodernare ed estendere le infrastrutture digitali su tutto il territorio nazionale in maniera uniforme per garantire che l’innovazione tecnologica viaggi di pari passo con l’inclusione sociale e territoriale. Ha ricordato che la Commissione Europea ha adottato nel corso degli ultimi anni alcuni atti tra cui la Comunicazione verso la gigabit society e la Direttiva sul nuovo codice delle Comunicazioni elettroniche. Tutte finalizzate a realizzare una società digitale pienamente inclusiva. Sulla scia di questi interventi, ha ricordato, che la Commissione Europea il 9 marzo ha pubblicato il Digital Compass che pone obiettivi ambiziosi: 1 Gb/s per tutte le famiglie e copertura 5G in tutte le aree popolate entro il 2030. Ha dichiarato di voler raggiungere questo traguardo entro il 2026. Per raggiungerlo ha riportato che sta verificando quali sono gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi della gigabit society. Inoltre, ha affermato che vuole stimolare l’utilizzo delle tecnologie più avanzate come il 5G per arrivare dove la fibra non può arrivare. Per velocizzare la copertura delle reti a banda ultralarga va quindi rivisto il modello utilizzato sino ad oggi ponendosi l’obiettivo concreto di connettere tutti entro il 2026 con connessioni ad altissima velocità lasciando agli operatori la possibilità di scegliere la migliore tecnologia. In questa ottica le tecnologie radio devono e possono essere utilizzate laddove la fibra non può arrivare, così come è necessario favorire un rapido sviluppo delle reti 5G. Inoltre, le misure di finanziamento alle reti debbono anche essere accompagnate da misure che rendano più facile ed agevole la posa di infrastrutture, da adeguate garanzie di investimento e di tempi certi per lo Stato. Ha riportato che il Governo sta considerando ulteriori misure di semplificazione e di revisione del quadro regolatorio per accelerare i tempi e le modalità realizzative per le infrastrutture di rete fisse e mobili. Tra le varie misure allo studio si sta anche valutando l’introduzione di una norma che prevede che i soggetti che tendono a realizzare investimenti privati in aree specifiche possano farlo attraverso un formale impegno da sottoscrivere con lo Stato per facilitare gli investimenti nelle aree a fallimento di mercato. Infine si sta lavorando per individuare le misure più idonee per sostenere la domanda in maniera tale da garantire a famiglie e imprese che effettivamente utilizzino e offrano i servizi digitali.
    • Digitalizzazione della PA. È necessario partire da un serio investimento in infrastrutture per garantire una piena ed efficace digitalizzazione della PA. Per farlo occorre adottare una strategia di adozione del cloud, il cosiddetto principio del cloud first, sia a livello centrale che a livello locale. Questa strategia assicurerà in primis al Paese di dotarsi di un infrastruttura di eccellenza che sarà chiamato “Polo Strategico Nazionale” e sarà localizzata sul suolo italiano e avrà garanzia giurisdizionali elevate, che razionalizzi e consolidi molti dei data center oggi dispersi e inefficienti che non riescono a garantire standard di sicurezza adeguati. L’investimento in infrastrutture all’avanguardia ci consentirà di cogliere a pieno anche le opportunità legate al cloud computing, accanto al Polo bisogna anche prevedere la possibilità per le amministrazioni di usufruire di cloud pubblici o ibridi, economici e “scalabili” facilmente. L’insieme di queste infrastrutture diventerà il cuore della piattaforma digitale dati permettendo la realizzazione del modello di interoperabilità tra amministrazioni pubbliche. Da ultimo, il passaggio al cloud consentirà tutta una serie di servizi da parte di un ampio ecosistema di start up e imprese in grado di migliorare l’offerta e la qualità di prodotti e software per la PA come già avviene oggi in altri Paesi. Questi servizi promuoveranno la crescita di un mercato aperto e la possibilità del riuso delle soluzioni migliori a favore dell’efficienza della spesa. Ha sottolineato che questi obiettivi saranno raggiunti solo la PA verrà sostenuta nello sforzo di migrare verso il cloud. Per realizzarlo ha detto di voler sostenerle finanziariamente per quanto riguarda i costi di migrazione sia immettere capitale umano qualora le amministrazioni non abbiano capitale per farlo autonomamente, sia accompagnare le PA nei loro piani di implementazione.
    • Interoperabilità dei dati e applicazioni per i cittadini. È fondamentale attuare un azione semplificatrice che vada di pari passo con lo sforzo di digitalizzazione della PA. Bisogna utilizzare la leva della transizione digitale per semplificare di molto la relazione del cittadino con la PA. La soluzione consiste nel promuovere un investimento urgente per accelerare l’interoperabilità tra gli enti pubblici e per consentire una progressiva attribuzione coordinata di certificati digitali su base nazionale, eliminando inutili adempimenti e autocertificazioni cartacee. Ha sottolineato che solo in questo modo si può attuare il principio dell’once only, evitando così di chiedere a cittadini e imprese informazioni che la PA già detiene. In questo ambito stiamo riflettendo su come includere nel perimetro più rapidamente e agilmente gli enti e le istituzioni possessori delle informazioni cui attributi potrebbero essere incorporati digitalmente nelle pratiche istruttorie della PA senza ulteriore richiesta dei cittadini. Inoltre ha dichiarato di voler assicurare in tempi certi la piena partecipazione dell’Italia all’iniziativa europea del “single digitale gateway” che consentirà un singolo punto di accesso ai dati per qualsiasi cittadino o impresa degli Stati membri. Per essere efficaci ha dichiarato che è necessario potenziare le applicazioni già esistenti come Spid, arrivando ad offrire un accesso sempre più semplice ai servizi offerti dalla PA per il cittadino. Ha dichiarato di essere intenzionato ad estendere il PagoPA a tutte le amministrazioni della PA. Ha affermato di voler creare una piattaforma di notifica delle comunicazioni della PA, senza eliminare però la possibilità dell’interazione fisica per chi non voglia o non possa.
    • Rafforzamento del sistema di cybersecurity. Questo è un intervento necessario se si vuole garantire che ad un aumento del tasso di digitalizzazione del Paese faccia seguito un aumento più che proporzionale della nostra sicurezza. L’aumento delle capacità difensive passerà in primo luogo da un rafforzamento della sicurezza cibernetica di asset strategici con la piena attuazione della disciplina in materia del perimetro nazionale di sicurezza cibernetica per la quale sarà necessario rafforzare sia le strutture preposte sia le amministrazioni pubbliche e private più sensibili ed esposte. Sarà, inoltre, necessario rafforzare le capacità tecniche per garantire la sicurezza e l’utilizzo degli apparecchi elettronici utilizzati per l’erogazione di servizi critici da parte di soggetti che esercitano una funzione essenziale. Infine, sarà necessario rafforzare la capacità di risposta e intervento pubblico e delle imprese per gestire gli attacchi cibernetici soprattutto in relazione ai dati dei cittadini. Ha quindi sottolineato che il comparto della cybersicurity ha una grande importanza geopolitica e quindi l’Italia deve ritagliarsi un suo ruolo in questo contesto. Ha inoltre evidenziato l’importanza del diritto alla privacy, sottolineando che la trasformazione digitale implica che la maggior parte dei dati sensibili dei cittadini verranno custoditi in rete e quindi è necessario garantire che questi dati siano inviolabili.
    • Cittadinanza digitale. Ha ricordato che solo il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, mentre la media europea si attesta intorno al 58%. Inoltre, il 17% degli italiani nella stessa fascia d’età non ha mai usato internet (9% in Europa). Ha riportato che il Ministero prevede due iniziative specifiche per porre rimedio a questa situazione:
  • Rafforzamento del servizio digitale universale attraverso il reclutamento di migliaia di giovani che aiutino circa 1 milione di utenti ad acquisire le competenze digitali;
  • Rafforzamento dei servizi di facilitazione digitale, dando maggiore sostegno alle esperienze regionali di successo provenienti del terzo settore che operano in tal senso aiutandole ad espandere il loro bacino di utenza.
  • Altre iniziative contenute nel PNRR per la loro rilevanza strategica. Per rendere efficacie l’implementazione di queste 5 misure e per far sì che queste avvengano in tempi certi il Ministro prevede l’adozione di 3 riforme di accompagnamento:
  • La prima riguarda un diverso modo di acquistare beni e servizi informatici con più flessibilità e rapidità di quelle finora utilizzate, senza sacrificare l’integrità e la trasparenza delle procedure di acquisto;
  • La seconda prevede la creazione di una struttura di supporto alla trasformazione distribuita sul territorio su tutte le PA centrali e locali nella realizzazione della trasformazione digitale con particolare attenzione ai divari territoriali.
  • Rafforzamento competenze digitali dei dipendenti della PA. Dobbiamo incoraggiare inserimento a tutti i livelli. 
  • Sanità. Ha sottolineato come la pandemia abbiamo messo in evidenza quanto le strutture ospedaliere siano strategiche. Ha affermato che la telemedicina e l’assistenza domiciliare integrata possono radicalmente migliorare i servizi sul territorio. Infatti la telemedicina può aiutare il SSN a gestire le cure in maniera più efficiente e tempestiva, contribuendo ad evitare di sovraccaricare le strutture ospedaliere, migliorando i percorsi di cura e facilitando il lavoro del personale medico. Ha quindi sottolineato la necessità di investire maggiormente in questo ambito. Ma occorre anche accelerare sull’armonizzazione e sulla completezza dell’alimentazione del fascicolo sanitario elettronico con investimenti che non cambino le responsabilità di gestione sanitaria, ma tendano verso un modello più omogeneo e interoperabile. Anche in questo caso si deve garantire la privacy e la sicurezza dei dati, ma al tempo stesso si deve essere anche pienamente in linea con la strategia di cloud e di interoperabilità illustrata in precedenza. Insieme al Ministero della Salute, ha dichiarato di voler intervenire in modo incisivo proprio perché il fascicolo sanitario elettronico e la capacità di analizzare i dati sono la via principale per garantire a tutti una sanità pubblica nel futuro capace di programmare al meglio la capacità di spesa e orientare le politiche di cura e di prevenzione. 
  • Scuola. Ha sottolineato che la scuola è il luogo fondamentale dove costruire le competenze digitali. Ha quindi riportato che gli interventi che i Ministri dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca stanno studiando in stretto contatto con il MID vanno nella direzione di potenziare le dotazioni informatiche e digitali delle strutture educative e dei docenti nel loro complesso. È necessario secondo l’avviso del Ministro potenziare anche gli ITIS. Inoltre ha dichiarato di voler incentivare i dottorati industriali, collegandoli più strettamente con il sistema imprenditoriale e rafforzando il legame tra il mondo della ricerca e il mondo delle imprese. 
  • Mondo imprenditoriale. Il PNRR conterrà sicuramente gli incentivi per il potenziamento dell’industria 4.0, nonché specifici interventi in settori ad alto potenziale strategico come lo spazio. 
  • Strategia digitale. Ha riportato che la strategia digitale si baserà su 3 punti fermi tra loro collegati:
  • il digitale come garanzia di opportunità di inclusione e coesione territoriale;
  • il digitale come nuovo modo di lavorare, fare impresa ed essere cittadini. Porteremo avanti la missione della digitalizzazione in maniera orizzontale;
  • il digitale come strategica competitiva industriale e geopolitica.

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