Giovedì 25 giugno è stato presentato in videoconferenza il rapporto annuale "L'economia del Friuli Venezia Giulia".
La presentazione del rapporto è trasmessa in diretta video sul canale YouTube della Banca d'Italia.
L'emergenza sanitaria ha severamente colpito l'economia del Friuli Venezia Giulia in un quadro di forte indebolimento congiunturale manifestatosi nel corso del 2019. A partire da marzo 2020, le autorità nazionali e regionali hanno assunto alcuni provvedimenti per sostenere l'economia locale.
Il 2019
Nel 2019 la dinamica dell'attività economica in Friuli Venezia Giulia si è decisamente indebolita. Il deterioramento è stato più marcato nella seconda metà dell’anno, con una contrazione della domanda interna e di quella estera.
Le imprese
La produzione e il fatturato delle imprese industriali della regione sono tornati a contrarsi per la prima volta dal 2013. Le esportazioni (al netto dei mezzi di trasporto) hanno ristagnato, interrompendo una crescita che si protraeva dal 2014. A fine 2019, nel settore della cantieristica navale gli ordinativi esteri garantivano il pieno utilizzo della capacità produttiva.
L’attività dei servizi privati non finanziari ha rallentato in connessione alla moderazione dei consumi delle famiglie; la crescita delle presenze turistiche si è attenuata; quelle estere sono rimaste pressoché invariate. Lo scalo portuale di Trieste ha mantenuto nel 2019 il primato nazionale per movimentazione complessiva.
La crescita dei prestiti bancari alle imprese è risultata più debole rispetto al 2018; al netto di alcune ingenti operazioni imputabili al settore dei mezzi di trasporto la dinamica sarebbe stata negativa. L’espansione dei prestiti verso le grandi imprese ha più che compensato il calo a quelle più piccole. Le condizioni di accesso al credito sono rimaste stabili. La redditività delle imprese regionali si è ridotta. La liquidità complessiva del sistema si è mantenuta su livelli elevati.
Il mercato del lavoro e le famiglie
In un contesto di indebolimento dell’attività economica, l’occupazione nel 2019 ha ristagnato dopo quattro anni consecutivi di espansione. Nel secondo semestre si è accentuato il ricorso agli ammortizzatori sociali. Nel complesso del 2019, le assunzioni nette nel comparto privato non agricolo sono rimaste positive, grazie soprattutto al contributo della componente a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione è lievemente sceso.
Secondo dati preliminari, il reddito disponibile e i consumi delle famiglie residenti hanno registrato nel 2019 un lieve incremento in termini reali. L’indebitamento delle famiglie ha risentito dell’accelerazione del credito al consumo e dell’incremento dei nuovi mutui, sostenuto dalla dinamicità del mercato immobiliare. Il peso del debito delle famiglie ha continuato a collocarsi su valori inferiori alla media nazionale anche per una minore incidenza dei prestiti diversi dai mutui.
Il credito
Nel 2019 l’utilizzo dei servizi di home banking è stato lievemente più intenso rispetto alla media nazionale; l’uso degli strumenti alternativi al contante per le transazioni al dettaglio è ulteriormente salito.
I prestiti bancari all’economia regionale hanno continuato a crescere, dell’1,2 per cento a dicembre 2019, seppur in maniera più contenuta rispetto all’anno precedente. A tale dinamica hanno contribuito sia quelli alle imprese sia quelli alle famiglie. Dal lato dell’offerta, i criteri di erogazione sono rimasti pressoché invariati. La qualità del credito ha evidenziato segnali di peggioramento: il tasso di deterioramento è salito al 2,1 per cento a dicembre, in connessione ai nuovi prestiti deteriorati nel comparto edile e dei servizi. L’incidenza dei prestiti deteriorati sul totale è risultata in calo per il secondo anno consecutivo.
La diffusione del contagio da Covid-19 ad inizio 2020
In Friuli Venezia Giulia, i primi casi di infezione da Covid-19 sono stati registrati a Udine all’inizio di marzo; successivamente i contagi si sono estesi all’area di Trieste e Gorizia e, in misura meno intensa, a Pordenone. Il numero di nuove infezioni ha raggiunto un picco intorno alla fine di marzo ed è diminuito lentamente in seguito.
Il quadro economico nei primi mesi del 2020
Le misure di distanziamento sociale e la chiusura parziale delle attività in conseguenza dell’epidemia di Covid-19 nei mesi di marzo e aprile hanno avuto pesanti ripercussioni sull’attività economica nazionale e della regione. Secondo l’indicatore sulla dinamica trimestrale del PIL nelle macroregioni elaborato dalla Banca d'Italia, nel primo trimestre dell’anno la flessione tendenziale del prodotto nel Nord-Est sarebbe stata quasi del 5 per cento.
Le imprese
Le attività non essenziali, di cui i provvedimenti governativi assunti in marzo hanno imposto la temporanea chiusura, rappresentano nel complesso quasi il 30 per cento del valore aggiunto regionale. Nell’Indagine condotta in primavera dalla Banca d'Italia sugli effetti della pandemia quasi la metà delle imprese intervistate ha previsto nel primo semestre dell’anno un calo del fatturato superiore al 20 per cento. La caduta della domanda interna e di quella estera sono state individuate dalle imprese come le principali cause di tale contrazione. Nel primo trimestre, le esportazioni regionali in valore hanno registrato una flessione superiore al 5 per cento, al netto dei mezzi di trasporto. A inizio 2020 la resilienza finanziaria del sistema produttivo regionale era tuttavia maggiore rispetto ai precedenti episodi di crisi.
Nel primo trimestre dell’anno la movimentazione dello scalo portuale di Trieste ha registrato una moderata contrazione. Nello stesso periodo, in connessione alla temporanea chiusura dello scalo aeroportuale, i passeggeri sono risultati in calo di un terzo. Da marzo gli afflussi turistici verso la regione si sono azzerati come conseguenza delle limitazioni agli spostamenti imposte dalle autorità nazionali.
Il mercato del lavoro e le famiglie
Secondo stime dell’Istat gli occupati sospesi dopo il DL n. 18/2020 (cd. “cura Italia”) rappresentavano il 36,8 per cento del totale, una quota inferiore alla media nazionale. L’impatto dell’epidemia sul mercato del lavoro è stato immediato: dal 24 febbraio al 24 maggio il saldo cumulato tra assunzioni e cessazioni è stato inferiore di oltre 23.000 unità rispetto al livello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo quadrimestre dell’anno le ore autorizzate di Cig sono state più del doppio rispetto al precedente picco del 2014. Anche le domande di NASpI hanno mostrato un forte incremento. Nel primo trimestre dell’anno, la crescita del credito al consumo e le erogazioni di nuovi mutui sono state inferiori rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Il credito
I prestiti alle imprese hanno accelerato nel primo trimestre dell’anno, trainati dal settore dei mezzi di trasporto. L’erogazione del credito rimane fortemente differenziata per classe di rischio.
La finanza pubblica decentrata
In aggiunta ai provvedimenti governativi che hanno stanziato nuove risorse per la sanità regionale e temporaneamente sospeso il servizio del debito per i Comuni, da marzo la Regione ha deciso interventi straordinari per sostenere i settori produttivi più colpiti dall’emergenza. Ne fanno parte il rinvio delle scadenze fiscali relative all’Irap, l’introduzione di contributi per i canoni di locazione, l’erogazione di finanziamenti agevolati e il rafforzamento delle dotazioni dei Confidi regionali. Ulteriori misure, sotto forma soprattutto di risorse a fondo perduto a ristoro dei mancati introiti del terziario, sono state annunciate nel mese di maggio.