All'Help Desk del Ministero per il sostegno delle imprese, istituito a seguito della guerra Russia Ucraina, le richieste pervenute chiedono non ristori ma continuità produttiva, priorità l'emergenza energetica.
Sono una ventina le richieste arrivate finora al numero verde (800100117 e +390647052284 per estero) e per mail (tfiru@mise.gov.it) alla Task Force istituita da Giorgetti al Mise da parte di imprese che operano in Russia e Ucraina.
Il gruppo di lavoro, coordinato da Amedeo Teti, fa sapere che le imprese piuttosto che ristori, chiedono soprattutto indicazioni su come affrontare quelle problematiche che permettano la continuità produttiva.Inoltre, come far tornare i loro dipendenti stranieri in Italia, o come ristrutturare i debiti con le banche.
Le imprese chiedono principalmente come continuare ad operare senza interruzioni produttive che possono essere fatali per la sopravvivenza delle loro aziende. Dagli incontri con rappresentanze delle categorie e associazioni che si sono svolti oggi emerge in modo inequivocabile che la prima urgenza da affrontare è quella energetica.
La possibilità di avere un prezzo controllato dell’energia è, allo stato, la richiesta più pressante rispetto a qualsiasi altra questione, compresa quella, pur importante, della carenza di materie prime. In questo ambito, alla mancanza di grano duro si può supplire con acquisti in Canada, mentre sono ancora da individuare fornitori alternativi per reperire argilla, ferro o semi di girasole. Da più parti, inoltre, è arrivata la richiesta di una maggiore flessibilità per l’autoproduzione e l'autoconsumo energetico attraverso le rinnovabili.
Ci sono poi le richieste per l’abbassamento dell’IVA su alcuni prodotti alimentari e la denuncia di difficoltà soprattutto in campo logistico (difficile reperimento gasolio nell’extra rete ma anche carenza di personale che è tornato in Ucraina per arruolarsi). Le imprese hanno chiesto, tra le altre cose, il rifinanziamento del decreto Horeca (firmato dal ministro Giorgetti a dicembre scorso) e ringraziato per la sorveglianza sui prezzi di alcuni beni primari contro tentativi speculativi anche non direttamente riconducibili al conflitto.