UE: 17° pacchetto di sanzioni contro Russia con misure antielusione, nuovi soggetti in elenco, restrizioni su beni tecnologici e proroga dell’esenzione Sakhalin sul petrolio verso il Giappone.
La Commissione europea accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio del 17° pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Le nuove sanzioni dell'UE aumentano il prezzo che la Russia deve pagare per proseguire la guerra, esercitando ancora maggiore pressione sulla sua economia, già provata e fragile. Si tratta di un chiaro segnale del costante e risoluto sostegno dell'UE all'Ucraina.
Il pacchetto mira a limitare ulteriormente l'accesso della Russia alle tecnologie belliche e a ridurre le entrate derivanti dalle importazioni di energia dal paese, colpendo un numero senza precedenti di navi della flotta ombra russa. Il pacchetto amplia inoltre il numero di persone fisiche e entità inserite nell'elenco. Esso proroga altresì l'attuale esenzione dal tetto sui prezzi del petrolio per il progetto Sakhalin-2, al fine di garantire la sicurezza energetica del Giappone.
Il 17° pacchetto contiene i seguenti elementi fondamentali:
MISURE ANTIELUSIONE
L'UE ha inserito in elenco ulteriori 189 navi che fanno parte della flotta ombra di petroliere o che contribuiscono alle entrate energetiche della Russia, portando a 342 il numero totale di navi in elenco. Le navi, che sono state individuate con la collaborazione degli Stati membri e dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), sono ora soggette al divieto di accedere ai porti e di fornire servizi.
Il 17o pacchetto rappresenta il più grande singolo intervento sanzionatorio mai intrapreso dal G7 nei confronti delle navi della flotta ombra.
Gli elenchi di navi stabiliti dall'UE, unitamente agli interventi prodigati da paesi partner come il Regno Unito e gli Stati Uniti, stanno riducendo in modo significativo la capacità della Russia di ottenere entrate dall'elusione del tetto sui prezzi del petrolio, rendendo sempre più difficile sostituire le navi colpite da sanzioni. Nel complesso, l'esportazione di petrolio è diventata più complessa e costosa per il Cremlino, in quanto tali navi non sono più in grado di operare con le consuete modalità. Secondo gli ultimi dati della coalizione per il tetto sui prezzi del petrolio, si registra una diminuzione sia dei volumi di petrolio russo trasportati sia del numero di navi utilizzate a tal fine. Da quando l'UE ha iniziato a inserire tali navi in elenco, le forniture russe di petrolio greggio sono diminuite del 76 %.
Il pacchetto aggiunge inoltre all'elenco 31 nuove società che forniscono sostegno diretto o indiretto al complesso industriale militare russo o che sono coinvolte in pratiche di elusione delle sanzioni. Tra queste figurano 18 società stabilite in Russia e 13 società stabilite in paesi terzi (6 in Turchia, 3 in Vietnam, 2 negli Emirati Arabi Uniti, 1 in Serbia e 1 in Uzbekistan).
VOCI NUOVE IN ELENCO
Il pacchetto odierno comprende 75 ulteriori inserimenti in elenco, tra cui 17 persone fisiche e 58 entità, responsabili di azioni che compromettono l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina e che sono ora soggette al congelamento dei beni, al divieto di mettere a disposizione risorse economiche e, nel caso delle persone fisiche, anche al divieto di viaggio. I nuovi inserimenti in elenco interessano principalmente i settori militare e della difesa della Russia. A tal fine sono stati utilizzati nuovi criteri relativi ai facilitatori della flotta ombra e nuovi criteri per l'industria militare, entrambi adottati nel 16° pacchetto. Inoltre, tra gli inserimenti in elenco figura una società di navigazione russa (Joint Stock Company Volga Shipping) che svolge un ruolo importante per generare entrate. Infine, i nuovi inserimenti in elenco colpiscono anche soggetti attivi nel saccheggio del patrimonio culturale e altri che operavano nei territori occupati.
MISURE COMMERCIALI
Il pacchetto amplia ulteriormente l'elenco dei beni a duplice uso e delle tecnologie avanzate che sono soggetti a restrizioni all'esportazione allo scopo di escludere la Russia da tecnologie chiave, in particolare in ambito militare, quali:
Limitando le esportazioni di questi prodotti sensibili, e assoggettandoli a misure antielusione come il divieto di transito, sarà molto più difficile per la Russia procurarsi tali risorse.
“L'ESENZIONE SAKHALIN”
Il 17° pacchetto comprende una proroga dell'esenzione dal tetto sui prezzi del petrolio, che consente il trasporto via nave verso il Giappone di petrolio greggio originario del progetto Sakhalin-2 in Russia, sulla base di considerazioni relative alla sicurezza energetica. La proroga è concessa per un anno fino al 28 giugno 2026.
Impatto delle sanzioni dell'UE
Le sanzioni dell'UE, che sono un tassello centrale della risposta dell'Unione all'aggressione militare ingiustificata della Russia all'Ucraina, si prefiggono un obiettivo chiaro: compromettere la capacità della Russia di finanziare e sostenere la sua guerra contro l'Ucraina. I dati economici indicano chiaramente che le sanzioni dell'UE funzionano.
La Russia, infatti, vende le proprie risorse a prezzi scontati e acquista ciò di cui ha bisogno a prezzi elevati, con un evidente impatto negativo sulla sua economia. L'economia russa, che opera quasi a pieno regime, deve far fronte a un'inflazione elevata e in costante aumento, che è attualmente superiore al 10 % e che, secondo le stime, si attesterà al 9,3 % nel 2025, ben al di sopra dell'obiettivo del 4 %. Il disavanzo pubblico è in fortissimo aumento e i tassi di interesse sono al 21 %. La Russia ha inoltre fatto un massiccio ricorso al suo Fondo di ricchezza nazionale per finanziare il disavanzo di bilancio. Il valore delle attività liquide detenute dal Fondo è attualmente inferiore del 65 % rispetto alla fase prebellica.
Inoltre, grazie alle sanzioni energetiche dell'UE e del G7 e alla politica di REPowerEU di diversificazione dell'approvvigionamento e sostituzione delle importazioni russe, le entrate della Russia nel settore del petrolio e del gas sono scese da 100 miliardi di euro nel 2022 a 22 miliardi di euro nel 2024. Si tratta di una diminuzione di quasi l'80 % rispetto a prima della guerra.
Grazie alle restrizioni all'esportazione l'economia russa è esclusa dall'accesso ai beni a duplice uso, alle tecnologie critiche e ai beni industriali essenziali per il suo sforzo bellico, quali pezzi di ricambio, macchinari ed elettronica. La Russia ha perso oltre il 60 % degli introiti derivanti dagli scambi commerciali con l'UE rispetto alla situazione prebellica.
L'UE riveste un ruolo preponderante a livello internazionale per quanto riguarda il coordinamento delle sanzioni nell'ambito del G7 e con altri partner che condividono gli stessi principi. In quanto custode dei trattati dell'UE, la Commissione europea monitora l'applicazione delle sanzioni da parte di tutti gli Stati membri dell'UE.
La Russia è costantemente alla ricerca di modi per eludere le sanzioni. Ciò dimostra chiaramente che tali misure funzionano ma, al contempo, che sono necessari sforzi costanti per contrastare l'elusione. L'inviato dell'UE per il rispetto delle sanzioni David O'Sullivan continua a fare pressione sui paesi terzi cruciali per combattere l'elusione. In collaborazione con i partner che condividono gli stessi principi, l'UE ha inoltre concordato un elenco di prodotti comuni ad alta priorità oggetto di sanzioni a cui le imprese dovrebbero prestare particolare attenzione e che i paesi terzi devono astenersi dal riesportare in Russia. Sul piano interno l'UE ha stilato inoltre un elenco dei beni economicamente critici oggetto di sanzioni su cui le imprese e i paesi terzi dovrebbero vigilare con particolare attenzione.