Le evidenze raccolte confermano una diffusa difficoltà della maggior parte delle banche a reperire informazioni ESG sulle controparti affidate, in molti casi dovuta a difficoltà nell'accesso ai database contenenti i dati sui consumi energetici di imprese e famiglie. Tuttavia, per le banche italiane si riscontra un graduale miglioramento nel reperimento e nell'elaborazione di dati di adeguata qualità, a testimonianza di una maggiore capacità rispetto all'anno precedente di misurare il rischio di transizione per la quota parte connessa alle garanzie immobiliari. Il peso delle esposizioni della generalità delle banche verso imprese non finanziarie operanti nei settori che contribuiscono in maniera significativa al cambiamento climatico si conferma elevato. Considerevole risulta anche l'ammontare delle esposizioni soggette al rischio fisico, mentre i primi valori del GAR risultano molto bassi e inducono a riflessioni sulla necessità di apportare miglioramenti alla costruzione dell'indicatore per aumentarne la significatività; su questo sono in corso discussioni anche a livello europeo.