L'emergenza ha rappresentato un fattore di accelerazione del cambiamento organizzativo e culturale e ha generato l'opportunità di importanti innovazioni da applicare anche oltre la fase dell'emergenza.
Dal mese di maggio 2020 la Banca d'Italia ha avviato un progetto, aperto al confronto e alle riflessioni del personale, per individuare un nuovo modello ibrido di organizzazione del lavoro, in cui la modalità a distanza possa coesistere e integrarsi con il lavoro in presenza. Dopo la diffusione all'interno della Banca di un Libro bianco, le attività progettuali hanno previsto una fase di ascolto aperta ai contributi di tutti i dipendenti, una sperimentazione sul campo con numerose strutture, un sondaggio sul clima aziendale, approfondimenti su temi specifici.
Sulla base delle analisi condotte, il lavoro ibrido offre opportunità per la Banca, per le persone che vi lavorano e per la collettività; pone anche dei punti di attenzione - in particolare con una quota troppo ampia di lavoro da remoto - connessi con la limitata lavorabilità da remoto di alcuni processi, i rischi operativi e per la salute e la sicurezza nel lavoro a distanza, la riduzione dei momenti di interazione.
Con l'obiettivo di assicurare sempre servizi di elevata qualità al Paese e garantire un efficace presidio dei rischi, intendiamo disegnare un nuovo modello che sia equilibrato nella quota di lavoro da remoto, attento alle esigenze delle persone, adattabile rispetto ai diversi sottosistemi organizzativi e decentrato in alcuni elementi applicativi.
In questa direzione, con il documento "L'organizzazione del lavoro nella nuova normalità", diffuso tra i dipendenti e che ora mettiamo a disposizione anche all'esterno della Banca, raccontiamo il percorso di cambiamento che la Banca d'Italia ha intrapreso, con un programma articolato e ambizioso di progetti con l'idea di un sistema adattabile, resiliente e sostenibile, orientato a obiettivi e risultati, attento alle persone, inclusivo.