«I lavori in Lussemburgo hanno dimostrato che stiamo mettendo in atto iniziative e facendo qualcosa di unico al mondo senza lasciare nessuno indietro» spiega il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
L’Italia, al Consiglio europeo sull energia e l'ambiente, ha ottenuto importanti risultati per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, assicurando la sostenibilità sociale e salvaguardando l’economia senza lasciare nessuno indietro.
Il 27 giugno durante il Consiglio energia è stato concordato l’orientamento generale sul testo di due direttive cruciali per il Fit for 55: “Fonti Rinnovabili” ed “Efficienza Energetica”. I ministri hanno raggiunto un accordo che impegnerà i Paesi dell’Unione a produrre almeno il 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e di realizzare interventi di efficientamento, che permettano di ridurre il consumo di energia del 9% rispetto ai livelli previsti nel 2030. Per quanto riguarda l’uso di rinnovabili nei trasporti è stato inoltre ripristinato il sistema dei moltiplicatori che vige oggi nella Direttiva attuale (RED2) – dando pari dignità alle diverse fonti rinnovabili. Possiamo pertanto continuare il nostro programma di sostegno dei biocarburanti avanzati, settore in cui l’Italia è all’avanguardia, senza modifiche all’impianto normativo.
Il 28 giugno durante il Consiglio ambiente è stata operata una revisione della direttiva che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra (ETS), con estensione agli edifici, all’ aviazione, al trasporto marittimo. L’Italia ha assunto un ruolo di guida a livello di decarbonizzazione che vede i propri obiettivi per quanto riguardano i settori non coperti da sistema ETS, detti di effort sharing (ESR) aumentare dal 33 al 43,7 % entro il 2030. L’Italia ha fortemente difeso l’esigenza di aiutare i paesi e le fasce sociali più vulnerabili con la nascita di un Fondo sociale per il clima, del valore di 59 miliardi di euro, in grado di sostenere i soggetti più esposti agli aumenti dei costi indotti da queste misure. Sono stati inoltre concordati incentivi per le compagnie aeree che usano combustibili sostenibili ed esenzioni mirate per i collegamenti che assicurano la connettività delle piccole isole e l’adempimento degli obblighi di servizio pubblico nella navigazione. Inoltre, è stato previsto un periodo adeguato di adattamento per i produttori di prodotti fondamentali per la nostra economia (acciaio, siderurgia, fertilizzanti, cemento e alluminio), che li aiuti a restare competitivi nelle loro esportazioni e a innovarsi con tecnologie verdi.
Con riferimento al settore automotive, sono stati raggiunti importanti risultati per assicurare una transizione verso una mobilità a zero emissioni sostenibile sia dal punto di vista tecnico che socio-economico. Il phase-out per i motori a combustione interna è confermato per il 2035. In tale ambito l’Italia ha ottenuto un percorso di transizione senza strappi in particolare per garantire l’eccellenza italiana delle piccole produzioni di automobili e furgoni; è stata inoltre raggiunta un’apertura importante per l’utilizzo di carburanti sintetici a impatto ambientale zero (o comunque molto basso) che consentono la riduzione sostanziale della Co2 anche utilizzando motori tradizionali. Tale soluzione ripristina il principio della neutralità tecnologica del pacchetto normativo – garantendo che tutte le tecnologie possano contribuire al processo di decarbonizzazione - a tutela dei paesi e le fasce più deboli che potrebbero non essere in grado di completare la transizione alla mobilità elettrica entro la data prevista, garantendo comunque la decarbonizzazione.