Secondo la 49^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, nei primi nove mesi del 2020 la pandemia di COVID-19 ha provocato un brusco arresto del credito al consumo.
In allegato il comunicato relativo alla 49^ edizione dell’Osservatorio Credito al Dettaglio di Assofin, CRIF e Prometeia.
Lo studio ha evidenziato come, nei primi nove mesi del 2020, la pandemia di COVID-19 ha provocato un brusco arresto del credito al consumo: le erogazioni si sono ridotte di circa un quarto (-24,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre 2020 si registra, tuttavia, un parziale recupero, in linea con il graduale miglioramento degli indicatori macroeconomici durante i mesi estivi e con l’allentamento delle misure a contenimento della pandemia in atto. Con l’arrivo della seconda ondata di contagi, i flussi di credito al consumo mostrano un nuovo peggioramento, sebbene con cali più contenuti rispetto a quelli registrati in primavera.
La buona performance del terzo trimestre è stata caratterizzata, in particolare, dai finanziamenti finalizzati destinati all’acquisto di auto e moto, cresciuti del +16.3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dai finanziamenti per mobili/arredamento (+14.4%), che hanno beneficiato delle riaperture dei punti vendita nonché alla crescente esigenza di rendere la casa più efficiente e confortevole.
Per quanto riguarda le erogazioni di mutui immobiliari, nei primi 9 mesi del 2020 crescono nel complesso del +12.7%. A trainare il comparto sono state le surroghe, che registrano un vero e proprio boom grazie a tassi di riferimento ancora estremamente vantaggiosi.
Nel corso del 2020 la rischiosità nel credito al dettaglio ha invertito la tendenza evidenziata nelle più recenti rilevazioni ed è tornata a crescere, sotto la pressione dello shock economico e sanitario. Il tasso di default (nella definizione a 90 past due) per il credito al consumo a settembre 2020 è salito all’1.9%, mentre per i mutui immobiliari è cresciuto fino all’1.4%.
Infine, le previsioni indicano che solo a partire dal 2021, con il progressivo miglioramento dell’attività economica, ci sarà un maggior ricorso al credito, anche grazie a tassi di interesse che si manterranno bassi in tutto l’arco della previsione.