A gennaio-giugno 2022, l’export verso i Paesi UE27 pesa per il 64,8% e il primo Paese di destinazione resta la Germania, con una quota del 21,2%
Nel primo semestre 2022, l’export della filiera dei componenti per autoveicoli cresce del 3,4% rispetto a gennaio-giugno 2021 e ammonta a 11,84 miliardi di Euro (l’export italiano di tutte le merci registra, invece, un incremento del +22,4%). Nello stesso periodo, si registra anche un incremento delle importazioni della componentistica (+9,5%) per un valore di 9,19 miliardi di Euro. La bilancia commerciale mantiene quindi un saldo positivo di 2,65 miliardi di Euro, con un avanzo di 1,19 miliardi di Euro nel primo trimestre e 1,46 miliardi nel secondo.
Le esportazioni del settore componenti rappresentano circa il 3,9% di tutto l’export italiano (4% al netto dell’energia), mentre le importazioni valgono il 2,9% (3,6% al netto dell’energia).
Sia per l’export che per l’import risultano in rialzo i componenti meccanici ed elettrici, mentre si riducono i volumi di motori e di componenti infotainment.
Ricordiamo che il 2021, per la componentistica, si era chiuso con l’export a +15,4%, per un valore di 21,7 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 5,8 miliardi di Euro.
“Dopo il recupero post-pandemico che ha caratterizzato il 2021, l’export della componentistica italiana si mantiene positivo anche nel primo semestre 2022 contenendo la crescita al 3,4%, frutto di un primo trimestre a +1,9% e di un secondo trimestre in ulteriore miglioramento (+4,7%) – afferma Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA.
Nel periodo gennaio-giugno 2022, il valore dell’export è risultato in aumento verso tutti i maggiori paesi dell’area UE+EFTA+UK, ad eccezione di Spagna (-1,4%), Portogallo (-3,6%) e Svezia (-13,4%). Il Regno Unito (+9,3%) mantiene il primato per saldo positivo della bilancia commerciale (521,7 milioni di Euro).
Per l’industria, l’anno che sta per concludersi è stato piuttosto imprevedibile: apertosi con il prosieguo della crisi delle materie prime, dei semiconduttori e della logistica già
sperimentate nel 2021, ha fin dal mese di febbraio, con la crisi internazionale e gli effetti di instabilità generati al conflitto in Ucraina, precipitato le imprese in una tempesta perfetta, tra l’impennata dei costi dell’energia elettrica e del gas, la crescita dell’inflazione e l’accelerazione della transizione ecologica recentemente sancita a livello UE.
Una situazione responsabile di carenze, rincari, ritardi e blocchi nei flussi della filiera produttiva che hanno influenzato l’intero anno – l’indice della produzione della componentistica italiana risulta comunque perlopiù allineato ai livelli del 2021 – e che, con ogni probabilità, ci accompagneranno anche nei primi mesi del 2023, anno in cui l’economia italiana, inoltre, è prevista entrare in recessione.
In riferimento all’accelerazione della transizione ecologica, ANFIA chiede che venga approvata in UE l’istituzione di un transition fund per la riconversione produttiva, che tenga conto degli impatti del fenomeno nei diversi Paesi, mentre, in Italia, confidiamo che, grazie al dialogo in corso con il Governo, si avviino ulteriori interventi settoriali e trasversali sia per accompagnare la transizione delle imprese – sul fronte degli investimenti, della formazione, delle aggregazioni – e gestire la trasformazione della catena del valore, sia per aiutarle a far fronte alle difficoltà dell’attuale specifica congiuntura, come l’incremento dei costi energetici”.
Il comparto della componentistica nel suo complesso ha chiuso i primi sei mesi del 2022 con un rialzo dell’1% dell’indice della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (+0,1% nei primi dieci mesi dell’anno), mentre per il fatturato la variazione positiva dell’indice è stata del 3,8% (+2,7% nei primi nove mesi), nel contesto di un calo complessivo del 3% dell’indice della produzione dell’intera filiera automotive (-0,2% nei primi dieci mesi).
L’export italiano di autoveicoli, nel primo semestre 2022, vale 11,7 miliardi di Euro, in aumento del 3,6% rispetto al primo semestre 2021, mentre l’import vale 14,2 miliardi di Euro (-6,3%). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 2,5 miliardi di Euro (erano 5,3 miliardi nel primo semestre 2021). Il forte disavanzo commerciale è come sempre determinato dall’elevata quota di penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano. In ogni caso, i volumi di autoveicoli che transitano in Italia in entrata e in uscita riguardano, ovviamente, non solo quelli di produzione domestica, ma anche quelli relativi ai flussi intra-aziendali di produzione estera e i veicoli reimportati.
La componentistica automotive conta oggi circa 2.200 imprese sul territorio, per un fatturato di 54,3 miliardi di Euro e 168.000 addetti diretti (compresi gli operatori del ramo della subfornitura). Inoltre, mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il
saldo è positivo da oltre 20 anni (6,4 miliardi di Euro la media annua dal 2008 al 2021).
Sempre in riferimento al 1° semestre 2022, l’export della componentistica verso i Paesi UE27 vale 7,67 miliardi di Euro (+3,8%) e pesa per il 64,8% di tutto l’export componenti (era 64,5% nel primo semestre 2021), con un avanzo commerciale di 1,42 miliardi di Euro (era 1,63 miliardi nel primo semestre 2021). L’export verso i Paesi extra UE è di 4,16 miliardi di Euro (+2,5%) e produce un saldo positivo di 1,23 miliardi di Euro (1,43 miliardi nello stesso periodo del 2021).
La classifica dell'export per paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 2,51 miliardi di Euro (+5,3% la variazione tendenziale) e una quota del 21,2% sul totale; seguono Francia (10,1% di quota), USA (7,4%), Spagna (7,3%), UK (5,7%), Polonia (5,1%), Turchia (4,1%), Austria (3,5%) che supera, rispetto al primo semestre 2021, il Brasile (3,4%) e Belgio (2,7%).
Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 1,22 miliardi di Euro, in calo dello 0,7%, con un saldo attivo di 951 milioni di Euro. Il valore dell’export diminuisce del 6,5% verso gli USA, e aumenta del 13,8% verso il Messico e del 41,4% verso il Canada.
Le esportazioni italiane di componenti verso l'area Mercosur valgono 459 milioni di Euro, in diminuzione del 2,5%, con un saldo positivo per 389 milioni di Euro (era 351 milioni nel primo semestre del 2021).
Diversamente dal quinquennio 2017-2021, il primo mercato asiatico di esportazione è il Giappone, che supera la Cina per un valore complessivo di 147 milioni di Euro esportati (+24,3%), con un saldo negativo di 17 milioni. A seguire, la Cina (140 milioni di Euro, -19,1%, con un saldo negativo di 767 milioni di Euro), che è anche il secondo Paese di origine delle importazioni italiane (il primo è la Germania)
La suddivisione dei componenti in macro-classi vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare, nel primo semestre 2022, il 68,7% del valore dell'export con 8,14 miliardi di Euro (+7% rispetto al primo semestre 2021) e un saldo attivo di 3,17 miliardi di Euro. Segue il comparto dei motori – per un valore di 2,09 miliardi di Euro (-2,2%), che pesa per il 17,6% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 618 milioni di Euro. L’export dei componenti elettrici e affini risulta in aumento dell’1,6% rispetto al primo semestre 2021, con un saldo negativo di 506 milioni di Euro, mentre il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export pari a 563 milioni di Euro (-15,9% sul tendenziale) con un saldo negativo di 594 milioni di Euro.
Tra tutti i principali prodotti, presentano un saldo positivo significativo le seguenti voci:
parti ed accessori destinati al montaggio (+1,15 miliardi di Euro), ponti con differenziale (+627 milioni), motori e parti di motore (+618 milioni), freni (+521 milioni), cambi (+178 milioni) e pompe (+168 milioni).
Il dossier completo sull’import-export della componentistica nel primo semestre 2022 è disponibile sul sito di ANFIA alla sezione