Di fronte ad un panorama internazionale complesso, le imprese chiedono riduzione dei costi dell’energia, progetti di digitalizzazione e innovazione, ma anche più infrastrutture per le ricariche di auto elettriche.
Presentata questa mattina presso il Centro congressi del MAUTO l’edizione 2022 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).
“Il 2021 si era chiuso in ripresa, con un fatturato nazionale in crescita del 16,7%, ma oggi per le imprese della filiera automotive si moltiplicano le sfide: alti costi energetici e delle materie prime, crisi internazionale e soprattutto accelerata transizione ecologica, nonostante il posizionamento prevalente rimanga ancora sui motori tradizionali (73,8%) - spiega il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. – Per questo le nostre imprese cercano soluzioni, vendendo di più all’estero, investendo in innovazioni di prodotto e cercando sul mercato del lavoro nuove competenze, spesso difficili da trovare: cautela e prudenza caratterizzano in ogni caso le prospettive per l’anno in corso”.
Per Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): “Anche l’export della componentistica ha visto nel 2021 un netto recupero (+15,4%), con un rallentamento nella seconda parte dell’anno per via del protrarsi della crisi dei semiconduttori, delle materie prime e della logistica. Nel 2022, gli effetti di instabilità legati al conflitto in Ucraina potrebbero portare ad una frenata. Per traguardare le sfide della transizione energetica, le nostre imprese, da quest’anno, possono contare anche sulle misure del fondo automotive, in particolare gli interventi di politica industriale come i contratti di sviluppo e gli accordi di innovazione, che agevolano i programmi di investimento delle imprese”.
Il contesto internazionale 2021-2022
Nel 2021 la domanda mondiale di autoveicoli si è attestata a 83 milioni di unità, il 5% in più rispetto al 2020, ma il 9% in meno rispetto al 2019 (91 milioni di veicoli). L’andamento delle vendite mondiali è stato influenzato dalle crescite marginali di Europa (+0,4% in EU27, EFTA e Regno Unito), Nord America (+4%) e Cina (+4%). L’area BRIC rappresenta il 41% della domanda globale di autoveicoli con 34 milioni di unità, grazie soprattutto alla crescita della Cina, che, nonostante sia stato il primo paese ad essere colpito dalla pandemia, ha subìto nel 2020 una contrazione più bassa rispetto agli altri principali mercati, mentre nel 2021 ha registrato una crescita del 4% con 26,3 milioni di vetture immatricolate ed una quota sul mercato mondiale del 32%.
La domanda di autoveicoli in Italia chiude il 2021 a +6,7%, ma se confrontiamo il dato con il 2019, il calo è pari al 21,8%: 463mila veicoli in meno rispetto ai volumi pre-Covid.
Nei primi mesi del 2022 l’attività economica ha mostrato una decelerazione diffusa tra i principali paesi. La crisi Russia/Ucraina ha amplificato criticità già esistenti: inflazione, ostacoli al funzionamento delle catene del valore, aumento della volatilità finanziaria, ulteriori rialzi dei prezzi delle materie prime energetiche. Il Fondo Monetario Internazionale ha così rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil mondiale per il biennio 2022-2023.
Nel 2022 la domanda mondiale potrebbe attestarsi attorno agli 80 milioni di autoveicoli (-2,8% sul 2021); in Italia le vendite di autovetture sono previste in calo del 10,3% a 1,3 milioni di unità (previsioni Fitch Solutions).
Con 80,1 milioni di autoveicoli, la produzione mondiale nel 2021 torna a crescere (+3,1%), dopo i cali consecutivi del 2018, 2019 e, soprattutto, del 2020 (-15,8%). La fabbricazione di autoveicoli cresce in Sud America (+17,5%) e in Asia (+5,5%), ma resta stabile in NAFTA e si riduce in Europa (-3,6% e 16,3 milioni di unità). La localizzazione della produzione di semiconduttori ha certamente favorito la Cina, che si conferma il maggior produttore mondiale di autoveicoli (oltre 26 milioni nel 2021).
Secondo le stime ANFIA, in Italia la produzione domestica di autoveicoli ha registrato una lieve crescita nel 2021, +2,4%, seppure con volumi ancora al di sotto di quelli pre-Covid (circa 120mila unità in meno rispetto al 2019). La produzione industriale del settore automotive italiano (inclusa la produzione di carrozzerie e componenti) registra una crescita tendenziale del 18,7% nel 2021 rispetto al 2020 (-8,5% rispetto a gennaio-dicembre 2019) e chiude il consuntivo di gennaio-giugno 2022 a -3% su base annua. Per il 2022 si stima che i volumi della produzione italiana possano attestarsi intorno a 730mila unità (-8,2% rispetto al 2021); a livello mondiale si prevede che la produzione di autoveicoli si chiuda a fine 2022 a -2,1% (previsioni Fitch Solutions).
I numeri della componentistica automotive ITALIA
Nel 2021 le 2.202 imprese che compongono l’universo della componentistica automotive italiana hanno impiegato nel settore oltre 168.000 addetti e generato nello stesso anno un fatturato stimato pari a 54,3 miliardi di euro.
Rispetto al 2020, che si era chiuso con un significativo calo del fatturato e una riduzione più modesta in termini occupazionali sull’anno precedente, il 2021 mostra una ripresa, con una variazione del +16,7% del volume d’affari e una sostanziale stabilità del numero di addetti (+0,6%).
Le variazioni positive del fatturato automotive hanno interessato trasversalmente tutti i segmenti della filiera, seppure con intensità differenti: i risultati migliori sono attribuibili ai subfornitori (+25,6%), in particolare a quelli delle lavorazioni (+30%) e agli specialisti dell’aftermarket (+19%).