Istat, occupazione per primo trimestre 2022

Posted on 21/06/2022 in Mercato by Istat

L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal pubblicano oggi, sui rispettivi siti web, la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione relativa primo trimestre 2022

Nel primo trimestre 2022 l’input di lavoro, misurato in Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), è aumentato in termini congiunturali (+1,7% rispetto al quarto trimestre 2021) e su base annua (+6,7% rispetto al primo trimestre 2021); la stessa dinamica si rileva per il Pil, in crescita rispettivamente di +0,1% e +6,2%. L’occupazione, a sua volta,aumenta rispetto sia al trimestre precedente sia al primo trimestre 2021.

Le informazioni provenienti dalle diverse fonti dettagliano i seguenti aspetti:

Su base congiunturale, la crescita dei dipendenti si osserva in termini di occupati (+0,6%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) e di posizioni lavorativedel settore privato extra-agricolo (+1,3%, Istat, Rilevazione Oros), che aumentanonell’industria in senso stretto (+0,6%), nei servizi (+1,3%) e soprattutto nelle costruzioni (+3,8%; Tavola 1).

La crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti trova conferma nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ricavati dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate che, in tre mesi, evidenziano un aumento di 183 mila posizioni, a tempo indeterminato (+85 mila rispetto al quartotrimestre 2021) e a tempo determinato (+98 mila; Tavola 2). Nel primo trimestre 2022 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 687 mila (+1,5% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 504 mila (+3,7%).

L’occupazione dipendente è in aumento anche su base tendenziale, in termini dioccupati (+4,6% in un anno, Istat-Rfl) e di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+6,1%, Istat-Oros). Le posizioni lavorative aumentano nei dati delle CO (+671 mila rispetto al primo trimestre del 2021), in tutti i settori di attività economica, con l’unica eccezione di quello agricolo; tale dinamica positiva trova conferma nei dati Inps-Uniemens (+763 mila posizioni in un anno; Tavola 1), con differenze sostanzialmente imputabili al diverso perimetro di osservazione.

Prosegue la crescita tendenziale delle posizioni lavorative a tempo indeterminato sia nei dati delle CO, seppur in rallentamento (+268 mila in un anno; era +299 mila nel quarto trimestre 2021, +310 mila nel terzo e +371 nel secondo),sia in quelli Inps-Uniemens (+200 mila rispetto al primo trimestre 2021). Ancora più marcata la dinamica positiva delle posizioni a tempo determinato, tanto nei dati delle CO (+403 mila posizioni; Tavola 2), quanto in quelli di Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+564 mila posizioni) che comprendono il lavoro in somministrazione e a chiamata.

Nel primo trimestre 2022 il numero dei lavoratori in somministrazione presenta un’ulteriore forte crescita raggiungendo le 471 mila unità (+85 mila, +22,0% nei dati Inps-Uniemens rispetto al primo trimestre 2021). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti continua a crescere in modo sostenuto(+97 mila, +83,0% rispetto al corrispondente trimestre del 2021 nei dati Inps-Uniemens), a ritmi più intensi dello scorso trimestre, attestandosi a 215 mila unità (Figure 5 e 6).

Secondo le CO, nel primo trimestre 2022, il 33,3% delle posizioni lavorativeattivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 9,2% un solo giorno), il 27,5% da due a sei mesi, e l’1,0% supera un anno (Figura 4). Nel complesso, si riscontra un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (19,7% fino a una settimana, +2,9 punti in rispetto al primo trimestre 2021) e la riduzione dell’incidenza per tutte le altre classi di durata, a eccezione di quelle superiori all’anno che restano stabili.

Nei primi tre mesi del 2022 l’utilizzo del Contratto di Prestazione Occasionale è rimasto in linea con i valori del 2021 coinvolgendo mediamente, ogni mese, circa 13mila lavoratori. Nello stesso periodo del 2022, il Libretto Famiglia registra in mediamensile circa 12 mila prestatori.

Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl), aumentasia in termini congiunturali (+15 mila occupati, +0,3%) sia su base annua (+124 mila occupati, +2,6%).

La crescita congiunturale dell’occupazione (+120 mila, +0,5%), sempre secondo i dati Rfl, si associa alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi di 15-64 anni; anche su base tendenziale l’aumento degli occupati (+905 mila, +4,1%) si accompagna al forte calo delle persone in cerca di occupazione (-415 mila, -16,0%) e degli inattivi 15-64enni (-846 mila, -6,1% rispetto al primo trimestre 2021; Tavola 1 e Tavola 3).

Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail nel primo trimestre del 2022 sono stati 175 mila (158 mila in occasione di lavoro e 17 mila in itinere), oltre 54 mila denunce in più (+45,0%) rispetto all'analogo trimestre del 2021 (Tavola 1). Le denunce di esiti mortali sono state 189 (138 in occasione di lavoro e 51 in itinere), 5 in più rispetto al primo trimestre del 2021 (+2,7%). Il confronto tendenziale tra i due trimestri è condizionato dal diverso andamento della pandemia: l’impennata dei contagi professionali a inizio anno 2022 ha fatto superare in soli tre mesi il numero delle denunce da Covid-19 dell’intero anno 2021. Depurando i dati dalle denunce da nuovo Coronavirus, si registra comunque un aumento degli infortuni nel primo trimestre del 2022 caratterizzato da una generale ripresa economica rispetto allo stesso periodo del 2021, con una consistenza numerica che resta però al di sotto di quanto rilevato nel primo trimestre 2019.

Le malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel primo trimestre del 2022 sono state 14.517, 934 casi in più (pari al +6,9%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (Tavola 1). Con la ripresa di tutte le attività produttive le denunce hanno di poco superato il dato del primo trimestre del 2020 (parzialmente colpito dalla pandemia), mentre rispetto al 2019 i casi restano numericamente inferiori.

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