La manifattura lombarda cresce di più rispetto alla media italiana. In forte calo invece l’occupazione dei giovani nel 2020 che si traduce in parte in disoccupazione ma soprattutto ingrossa le fila dei NEET.
La produzione manifatturiera in Lombardia cresce di più rispetto a quella italiana, prosegue anche ad aprile l’aumento della fiducia delle imprese manifatturiere del Nord Ovest, crescono infatti aspettative di produzione e ordini sia per il mercato interno che per quello estero.
In forte calo invece l’occupazione dei giovani nel 2020 che si traduce in parte in disoccupazione ma soprattutto ingrossa le fila dei NEET.
Sono questi alcuni dei dati evidenziati nel booklet economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genio & Impresa (Genioeimpresa.it), il web magazine dell’Associazione.
Guardando nel dettaglio i numeri, la produzione manifatturiera in Lombardia nel primo trimestre 2021 rimbalza del +8,7% rispetto al 2020, ma se si prendono come riferimento i livelli medi del 2019 nel primo trimestre di quest’anno persiste un divario da colmare rispetto al pre Covid del -2,3%. Il gap lombardo è più contenuto rispetto a quello italiano, -3,4%, ma superiore al -1,6% del Baden-Württemberg e al -1,2% della Cataluña.
Il clima di fiducia ad aprile è ancora in aumento, salgono gli ordini sia per il mercato interno che per quello estero e le attese di domanda e di produzione per i prossimi tre-quattro mesi rimangono sui massimi da fine 2018. L’indice di fiducia è in forte incremento in Spagna e Francia e, grazie a ordini in sensibile aumento e aspettative di produzione su livelli senza precedenti, in straordinaria accelerazione in Germania.
Per quanto riguarda i servizi, questi ultimi segnano una sostenuta risalita in aprile, sia nei Paesi europei sia nel Nord Ovest, dove si porta in prossimità dello zero, superando di 3 punti percentuali i livelli di inizio 2020 e distanziando l’Italia (ancora su valori negativi con un gap di 12 punti rispetto al pre Covid, un dato su cui gravano i servizi turistici che segnano un -46% rispetto al livello di inizio 2020).
Migliora anche la fiducia dei consumatori, in particolare nel Nord Ovest dove aumenta soprattutto la componente relativa al clima personale, ma anche quella relativa al clima economico del Paese.
Sul fronte del mercato del lavoro per i giovani, la crisi pandemica ha provocato un incremento della disoccupazione e della quota di NEET. In uno scenario in cui i giovani in Lombardia scontavano un preoccupante differenziale nel tasso di occupazione di circa 30 punti percentuali rispetto alle regioni tedesche (21,6% l’occupazione dei 15-24enni lombardi nel 2020, contro oltre il 50% in Bayern e Baden-Württemberg), il tasso di disoccupazione giovanile in Lombardia, infatti, sale al 19,2% (dal 18,3% nel 2019), circa 15 punti percentuali in più rispetto al 4,8% del Bayern ma altrettanti in meno rispetto al drammatico 34% della Cataluña. Con riferimento ai NEET in Lombardia nel 2020 l’incidenza sul totale dei 15-24enni balza al 15,7% (dal 12,6% nel 2019), invertendo la faticosa discesa dai picchi toccati a causa della precedente crisi.
Nel primo trimestre 2021 la produzione delle imprese manifatturiere di Milano rimbalza del +6,8% rispetto al 2020, meno del +8,7% della media lombarda, e soprattutto con un recupero più lento nella seconda metà del 2020 rispetto alla Lombardia.
Nel 2020 il tasso di occupazione dei 15-24enni milanesi diminuisce al 18,9% (nel 2019 era al 21,4%) e, in parallelo, il tasso di disoccupazione sale al 22,0% (dal 18,1%). Ma rispetto all’effetto di scoraggiamento che si osserva in complesso, la perdita di un lavoro si traduce nella ricerca di uno nuovo.
Nel marzo 2021 le ore di CIG salgono a 35,6 milioni, la richiesta più elevata da maggio 2020, ma rispetto all’ultimo trimestre 2020 nel complesso dei primi tre mesi del 2021 le ore sono in calo del -23,6%. È possibile che la crescita del mese di marzo sia connessa a una contabilizzazione ritardata di parte delle richieste di gennaio e febbraio e che sia indotta dalla proroga di 12 settimane della cassa Covid gratuita disposta dalla legge di Bilancio 2021, nell’attesa dell’ulteriore allungamento da parte del Governo.
Dalla seconda metà del 2020 la ripresa del manifatturiero monzese prosegue veloce, ma la produzione nel primo trimestre 2021 rimbalza meno che nella media lombarda: +7,8% rispetto a un anno prima (+8,7% nel totale regionale). Rispetto al primo trimestre 2019 l’attività industriale è ancora sotto del -5,1%, resta quindi un ampio gap da colmare che sconta tuttavia il confronto con un inizio 2019 molto elevato.
Mercato del lavoro in grave difficoltà per i giovani del territorio. Nel 2020 a Monza il tasso di occupazione giovanile rimane al 15,4% e si conferma quindi ben al di sotto della media regionale del 21,6%. A questo si aggiunga che nell’anno della pandemia il tasso di disoccupazione della fascia 15-24 anni è sceso più che nel totale della popolazione provinciale, evidenziando un effetto scoraggiamento ancora più marcato. Infine, il tasso di disoccupazione giovanile, al 28,0%, è superiore di quasi dieci punti percentuali a quello lombardo (19,2%).
Le ore di cassa integrazione a marzo 2021 raggiungono i 9,2 milioni, il livello autorizzato più elevato da maggio 2020, ma nel complesso del primo trimestre 2021 il monteore diminuisce del -23,8% rispetto a fine 2020.
Colpito dalla pandemia ma con un’intensità più contenuta rispetto alla Lombardia, nei primi tre mesi di quest’anno il manifatturiero di Lodi registra un rimbalzo nella produzione del +7,4% rispetto allo stesso periodo del 2020 e soprattutto si colloca del +1,6% sopra i livelli di inizio 2019 (-2,3% in Lombardia).
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, il tasso di occupazione dei 15-24enni scende al 19,4%, mostrando un calo ben più marcato della media regionale (-6,2 punti percentuali a fronte di -2,7 punti).
Nello stesso tempo il tasso di disoccupazione giovanile scende al 20,8%, nel 2019 era al 21,6%. Il dato evidenzia una aumentata sfiducia dei giovani e un consistente ‘scoraggiamento’.
A marzo 2021 superano il milione (1,1 milioni) le ore di cassa integrazione (l’ammontare autorizzato massimo da maggio 2020), ma in calo del -15,8% nell’intero primo trimestre 2021 rispetto al quarto trimestre 2020.
Per la produzione manifatturiera di Pavia si conferma un recupero più lento rispetto alla media regionale. Infatti, nel primo trimestre 2021 rimbalza del +3,3%, su base annua. Un incremento assai più contenuto della media lombarda che registra un +8,7% rispetto allo stesso trimestre del 2020.Il manifatturiero pavese, anche nel confronto con il primo trimestre 2019, mostra un ampio gap di attività pari al -6,1% contro una media lombarda del -2,3%.
Con riferimento al mercato del lavoro giovanile, l’effetto della pandemia è molteplice. I dati delineano una strutturale maggiore partecipazione dei giovani pavesi al mercato del lavoro, nel 2020 il tasso di occupazione giovanile tra i 15-24anni scende al 23,8% (era al 26,7% nel 2019), pur rimanendo sopra al 21,6% medio lombardo. Al contempo si evidenzia una aumentata sfiducia dei giovani nel mercato del lavoro, scende infatti il tasso di disoccupazione al 17,7% dal 18,7% nel 2019.
A marzo 2021 le ore di cassa integrazione autorizzate aumentano a 2,8 milioni, il livello più elevato da maggio 2020, ma nel complesso del primo trimestre del 2021 il monteore è stabile rispetto agli ultimi tre mesi del 2020.