Il rapporto curato da Assolombarda in collaborazione con EY: raddoppiano negli ultimi 5 anni le piste ciclabili in città e, rispetto al pre-pandemia, diminuiscono di un terzo gli spostamenti con i trasporti pubblici
Milano si dimostra città smart per quanto riguarda l’infrastruttura digitale, grazie a un’ottima copertura broadband e alla capillare rete wifi. Nel confronto con le principali città europee rimangono però notevoli distanze relativamente alle reti energetiche (la rete di teleriscaldamento è un quinto di quella di Berlino; la potenza dei pannelli fotovoltaici installati è la più bassa nel benchmark) e alle infrastrutture per l’elettrico, queste ultime comunque in crescita (sono 183 le colonne di ricarica per milione di abitanti, quadruplicate dal 2017, ma ancora meno della metà di Monaco e un decimo rispetto ad Amsterdam).
Sono queste le principali evidenze della quinta edizione del Booklet Smart City, a cura del Centro Studi di Assolombarda in collaborazione con EY, che esplora e prova a quantificare il posizionamento di Milano nel confronto con Amsterdam, Barcellona, Berlino, Monaco e Parigi in riferimento ad alcune dimensioni della città intelligente e a misura di cittadino: le infrastrutture digitali, la mobilità, l’energia, l’ambiente, i servizi digitali e gli usi degli spazi urbani.
“La competitività di Milano passa attraverso la sua capacità di gestire i cambiamenti in atto, sia sotto il profilo della crisi climatica che dal punto di vista socioeconomico. I dati che abbiamo raccolto confermano che la città sta rispondendo in modo efficace a queste sfide con azioni concrete e puntando sul coinvolgimento di tutti i settori per produrre rapidamente soluzioni che abbiano un forte impatto” dichiara Gioia Ghezzi, Vice Presidente di Assolombarda con delega a Infrastrutture Mobilità e Smart City e Presidente della Milano Smart City Alliance, iniziativa promossa da Assolombarda e 12 tra le più importanti imprese innovative del territorio, con l’obiettivo di dare impulso alla collaborazione tra pubblico e privato per progetti che contribuiscano a rendere Milano sempre più una città intelligente. “Bisogna sempre più contare su modelli di collaborazione tra pubblico e privato e continuare a fare rete con le maggiori città globali per agire in modo coordinato nella gestione delle straordinarie sfide che ci si prospettando nel prossimo futuro” conclude Ghezzi.
Più nel dettaglio, secondo il rapporto di Assolombarda in collaborazione con EY, Milano presenta una buona infrastruttura digitale: la copertura broadband è estesa al 100% delle famiglie (come solo a Barcellona) e la rete wifi pubblica rimane la più capillare con 2.302 abitanti serviti da ciascun hotspot. Cresce inoltre la dotazione di sensori soprattutto in ambito sicurezza e gestione dei rifiuti. Si registrano tuttavia dei gap in termini di performance della rete fissa e mobile, con Milano che si posiziona a metà nel benchmark per velocità di download, upload e latenza.
Il capoluogo lombardo conferma, inoltre, il proprio impegno per la sostenibilità urbana. Sul tema della mobilità, diminuisce il potenziale inquinante degli autoveicoli (10% delle auto circolanti a Milano sono a basse emissioni, quota maggiore nel benchmark insieme all’11% di Monaco), aumentano più che nel benchmark le colonne di ricarica per le auto elettriche (183 per milione di abitanti nel 2022, 4 volte il numero nel 2017) e l’estensione delle piste ciclabili (doppie rispetto al 2017). Inoltre, cresce la dotazione di bici condivise a 12.316 per milione di abitanti (quasi il doppio che a Parigi) e di scooter condivisi (3.166). Relativamente ad energia e ambiente, da sottolineare la sempre elevata quota di rifiuti conferita a riciclo (63%, +7 p.p. rispetto a Monaco seconda nel benchmark e +15 p.p. rispetto ad Amsterdam, terza).
Milano continua, tuttavia, a registrare distanze diffuse e rilevanti con le città di confronto quanto a infrastrutture per l’elettrico e reti energetiche. I punti maggiormente critici riguardano la qualità dell’aria e la scarsità di aree verdi, due elementi sui quali la città sta agendo, ma purtroppo condizionati anche da geografia e dimensione del capoluogo lombardo.
In termini di fornitura dei servizi e comunicazione della Pa, Milano e i benchmark condividono un approccio sempre più digitale e mostrano un sostanziale allineamento verso l’alto. Tutte, infatti, forniscono online i principali servizi anagrafici e di impresa e registrano un buon livello di innovazione dei pagamenti digitali in ambito turismo e mobilità. Nelle scelte delle piattaforme social per la comunicazione da parte dei Comuni si ricerca un bilanciamento tra i canali utili a rilanciare contenuti maggiormente amministrativi (come Facebook ma soprattutto Twitter, il più seguito a Milano) e quelli più di marketing (Instagram è la piattaforma i cui follower più crescono in tutte le città).
Quanto agli usi degli spazi urbani, le città analizzate sono accomunate dall’essere ancora in un momento di assestamento dopo la pandemia. Gli spostamenti per motivi di lavoro misurati con dati Google a metà 2022 sono un quinto inferiori ai livelli pre-Covid (eccetto Monaco, con un gap nell’ordine del 10%). Ciò riflette in parte la recrudescenza della pandemia nei primi mesi di quest’anno; tuttavia, è ragionevole supporre incida anche l’adozione dello smart working in modalità strutturale da parte di molte imprese. Si consideri in merito che nel Comune di Milano ancora nei primi tre mesi del 2022 il 90% delle imprese propone lo smart working ai propri dipendenti.
Più eterogenee sono le distanze dal pre-Covid dell’utilizzo del trasporto pubblico: a Milano gli spostamenti con TPL misurati da Google sono quasi un terzo inferiori al pre-pandemia, un gap simile ad Amsterdam e Berlino, ma più ampio che a Monaco, Barcellona e Parigi.
Con riferimento agli usi della città, è opportuno menzionare che le strategie ‘smart’ dei centri analizzati, con sempre più slancio sull’onda della pandemia includono anche riferimenti a modelli di urbanismo ‘umanistici’ innovativi quali la città dei 15 minuti. Anche Milano sta approcciando questo modello e inizia a includere sotto il cappello dei 15 minuti iniziative e bandi recenti per ripensare la mobilità e il co-working di prossimità o sostenere attività di impatto sociale.