Intervento in Senato del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, sul decreto ministeriale cosiddetto agrivoltaico.
Intervento in Senato del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin.
Signor Presidente, il decreto ministeriale cosiddetto agrivoltaico rappresenta un tassello della grande sfida volta a far coesistere l'eccellenza agricola con soluzioni energetiche sostenibili. Assieme alle comunità energetiche questo è probabilmente uno dei provvedimenti più qualificanti per cambiare dal territorio il paradigma energetico del nostro Paese e guardare al futuro.
Il decreto si pone l'obiettivo di potenza installata complessiva pari almeno a 1,4 gigawatt e per una produzione indicativa di almeno 1.300 gigawatt entro il 2026. In questo contesto, il decreto cosiddetto agrivoltaico promuove soluzioni costruttive innovative, con la possibilità di coesistenza di più usi del suolo e con benefici aggiuntivi legati alla compatibilità della produzione di energia con le attività agricole, anche al fine del recupero dei terreni all'uso produttivo.
La misura prevede un contributo in conto capitale, nel limite del 40 per cento dei costi di investimento ammissibili, finanziato con oltre un miliardo di euro di risorse PNRR, cui si abbina un incentivo a tariffa della durata di vent'anni applicato alla produzione di energia elettrica netta messa in rete.
Le procedure di registro previste per complessivi 300 megawatt sono riservate ad impianti di potenza fino a un megawatt realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni; mentre le procedure competitive, per complessivi 740 megawatt, sono dedicate ad impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni o associazioni temporanee di impresa con almeno un imprenditore agricolo.
Un altro punto cardine del decreto è il sistema di monitoraggio dell'attività agricola sottostante per valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero di fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.
In conclusione, la misura vuol essere un volano per l'innovazione del settore e per gli obiettivi fissati per il 2030 dal Piano nazionale integrato energia e clima, in termini di quota totale di energia da rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, in un'ottica di sostenibilità ambientale, favorendo altresì la resilienza anche in chiave economica delle aziende agricole coinvolte.