Audizione del Ministro Franco sul DEF 2021

Posted on 21/04/2021 in Normativa by Redazione

Audizione del Ministro delle Finanze Franco.

Il riepilogo, per punti, dei temi dell’audizione.

 

  • Programma Nazionale di Riforma– Il Governo ha inglobato il PNR nel PNRR che sarà definito nei prossimi giorni e presentato nei termini previsti alla CE.
  • Economia italiana 2020– Nell’ultimo trimestre il PIL è sceso dell’1,9%. Secondo le stime dell’ISTAT, nel 2020 il PIL era sceso dell’8,9%, calo importante ma inferiore rispetto alle aspettative. Evoluzione sfavorevole del mercato del lavoro: le ore lavorate sono scese dell’11%, le unità di lavoro armonizzate di oltre il 10% e l’occupazione è scesa del 2,8% (per effetto della cassa integrazione in deroga).
  • Tendenze più recenti – Nel primo trimestre del 2021 il PIL ha continuato a contrarsi la flessione è  dell’1,2%: Cresciuta l’industria così come la produzione delle costruzioni ma al contempo il prodotto dei servizi sarebbe ulteriormente diminuito.Sono rimasti deboli i consumi, mentre gli investimenti e le esportazioni mostrano un andamento più positivo. L’andamento del PIL, nel complesso, continua a essere influenzato negativamente dalle misure di contrasto all’epidemia.
  • Stime DEF –Le stime del DEF indicano per il 2021 una crescita tendenziale del PIL del 4,1% a fronte del 6% contenuto nel quadro programmatico della NADEF 2020. Per i prossimi mesi si prevede una crescita del PIL dovuta alla graduale riapertura delle attività economiche. Dovrebbe accelerare nel terzo trimestre e proseguire nel quarto. Lo scenario tendenziale si basa sull’ipotesi che l’80% della popolazione sia vaccinata e si accentui l’allentamento delle misure di contenimento. Con questo scenario, il PIL salirebbe del 4,3% nel 2022, del 2,5% nel 2023 e del 2% nel 2024. Nel DEF è presente anche lo scenario avverso (qualora la campagna vaccinale non riesca a proseguire secondo i piani) e si determina un andamento del PIL molto più sfavorevole: una crescita del 2021 del 2,7%. 
  • Scostamento di bilancio – E' necessario da un lato il proseguimento della campagna di vaccinazione e, in campo economico, predisporre nuovi interventi di sostegno e rilancio che garantiscano una ripresa  sostenuta e duratura. Queste sono le motivazioni che hanno portato il Governo a richiedere al Parlamento di autorizzare un nuovo scostamento di 40 mld per il 2021. Contestualmente è stato richiesto uno scostamento medio di circa 6 mld l’anno nel periodo 2022-2033, per reperire risorse finalizzate al finanziamento di spese per investimenti pubblici. Per effetto di questi ulteriori interventi, i sostegni al sistema economico disposti dal Governo arriveranno a 72 mld. Il Governo ritiene che, grazie al miglioramento delle condizioni epidemiologiche, questo sia l’ultimo intervento di tale portata, ma comunque resta l’impegno a sostenere l’economia se ne ricorreranno le condizioni.
  • Utilizzo delle risorse dello scostamento – Le risorse richieste per lo scostamento saranno utilizzate, in primo luogo, per sostenere l’economia compensando i lavoratori e le imprese dalle misure restrittive e per scongiurare danni permanenti al tessuto produttivo e, in secondo luogo, per rafforzare la risposta dell’economia nei prossimi trimestri. Il decreto, in fase di definizione, conterrà nuovi contributi a fondo perduto, interverrà sui costi fissi, destinerà risorse al rafforzamento della resilienza delle imprese più colpite, e, infine, interverrà sulla disponibilità del credito e sulla patrimonializzazione delle imprese. Sono inoltre allo studio interventi a favore dei giovani per l’acquisto della prima casa e a favore delle famiglie più in difficoltà, anche attraverso lo stanziamento di ulteriori risorse per gli enti territoriali.
  • PNRR e ulteriori risorse per lo sviluppo – A breve verrà finalizzato il PNRR, che consentirà di programmare investimenti per oltre 190 mld. Il Governo ritiene opportuno rafforzare il PNRR con lo stanziamento di ulteriori risorse nazionali destinate ad alcuni progetti aggiuntivi considerati prioritari che non hanno trovato capienza nell’ambito dei fondi europei. Nello specifico, per il periodo 2022-2033, il decreto in corso di definizione impiegherà ulteriori risorse per 56 mld per questa finalità. Si tratta, in particolare, di 30,5 mld stanziati negli anni 2021-2026 per la realizzazione del Piano nazionale di investimenti complementari al PNRR (gli investimenti del Piano complementare saranno corredati di target e milestones e monitorati dalle autorità nazionali, anche se non rientrano nel quadro della Commissione europea), di circa 10 mld per il finanziamento di grandi opere nel settore ferroviario e di 15,5 mld che integrano il Fondo di Sviluppo e Coesione. Nello stesso periodo, ulteriori 14 mld concorreranno a coprire il costo del maggior debito derivante dallo scostamento.
  • Priorità Sud – In questo insieme di interventi, grande attenzione viene rivolta agli investimenti al Sud. Ad esempio, gli investimenti di proseguimento dello sviluppo dell’Alta Vleocità, potrebbero riguardare in misura significativa il Meridione.
  • Scenario programmatico – L’incremento delle risorse avrà un impatto espansivo sull’economia rispetto allo scenario tendenziale. Nello scenario programmatico, il tasso di crescita del PIL è superiore a quello tendenziale di circa 0,5% sia per il 2021 e il 2022 (4,5% e 4,8%). Tale dinamica rafforzata porterebbe il PIL annuale nel 2022 ad arrivare al livello del 2019.
  • Impatto sui conti pubblici – La strategia di rilancio ha un impatto significativo sui conti pubblici. La previsione del disavanzo per il 2021 sale all’11,8% del Pil, dal 7% previsto dalla Legge di Bilancio del 2021. Si sottolinea che, sebbene il valore dell’11,8% sia elevato, si riconduce a misure temporanee. Per il 2022 ci si aspetta che l’indebitamento netto si dimezzi collocandosi al 5,9% del PIL. Si ribadisce che, superata la fase di emergenza, ricondurre il livello di disavanzo su livelli contenuti sarà una priorità. Ciò anche alla luce del fatto che le regole di bilancio europee, attualmente sospese, torneranno in vigore realisticamente a partire dal 2023, sebbene sia probabile che vi sarà un dibattito sulle riforme di queste regole. L’indebitamento netto continuerà a scendere negli anni successivi, giungendo al 4,3% nel 2023, al 3,4% nel 2024, il 3% nel 2025. Nonostante questo miglioramento, il saldo primario resta negativo lungo tutto l’orizzonte di programmazione del DEF. Tornare ad un saldo primario in avanzo sarà prioritario.
  • Rapporto debito/PIL – Il rapporto debito/pil è salito l’anno scorso al 155,8% del PIL, con un aumento di 21 punti rispetto all’anno precedente. Alla luce del nuovo quadro programmatico, tale rapporto aumenterà di circa 4%. Già dal prossimo anno il debito dovrebbe iniziare a diminuire: per il 2022 si stima una riduzione del 3%. Nelle previsione del DEF il calo del rapporto debito/PIL riflette il costo medio del debito storicamente basso e una crescita nominale del PIL particolarmente sostenuta. Il costo medio del debito passerebbe dal 2,4% del 2020 all’1,8% del 2024. Per i prossimi anni ci si attendono tassi di mercato relativamente bassi, anche se in prospettiva essi tenderanno a rialzarsi. La previsione riflette l’approccio accomodante della politica monetaria e le prospettiva di crescita del paese. Alla fine dell’orizzonte del DEF (2024) il debito sarebbe superiore al 150, pertanto sarà essenziale stabilire un credibile percorso di rientro.
  • Priorità PNRR – La rapida e completa attuazione del PNRR è obiettivo prioritario. Ci si aspetta che gli investimenti pubblici crescano di 11 mld (26%),da lungo tempo in stallo ben prima della crisi pandemica, allora si collocavano infatti introno al 3,2%, e negli anni sono gradualmente scesi fino al 2%. Ci si aspetta che nel prossimo triennio si superi il livello del 3,2%.
  • Scenario europeo nei prossimi anni –  Le condizioni finanziarie per l’emissione di nostri titoli sono distese anche grazie ai programmi di acquisto condotti dalla BCE ma si sottolinea che questi programmi tenderanno ad essere ridotti, non appena le condizioni lo permetteranno e l’Italia si troverà a collocare i titoli completamente sul mercato. Quanto alle regole di bilancio europee, ci si aspetta che restino sospese anche nel prossimo anno. Si ritiene che le regole debbano essere oggetto di ripensamento ma, al contempo, si sottolinea che nei prossimi anni si tornerà ad avere regole di bilancio europee alle quali bisognerà ottemperare. Tenendo conto che la situazione attuale peculiare non è destinata a durare per sempre, è necessario dare avvio ad una riflessione per guidare il futuro rientro della situazione attuale di eccessivo indebitamento.

 

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