La Conferenza sul futuro dell’Europa: le quattro proposte del CNEL per una Nuova Europa.
Riforma della governance europea e semplificazione dei processi decisionali; aumento graduale delle risorse al 3% del Pil del bilancio Ue; convergenza politica per un’Unione più integrata su materie fondamentali (sicurezza e difesa) e capace di rispondere con maggior efficacia alle sfide attuali; applicazione vincolante per i Paesi membri dei principi contenuti nel Pilastro europeo dei diritti sociali.
Sono le proposte sul futuro dell’Europa elaborate dalle forze sociali e produttive rappresentate al CNEL, che sono state illustrate oggi dal coordinatore della ‘Commissione Politiche UE e Cooperazione internazionale’ del CNEL, Gian Paolo Gualaccini, nel corso di un’assemblea tematica su “Il CNEL per la Conferenza sul Futuro dell’Europa”, svoltasi a Roma con gli interventi, tra gli altri, del presidente del CNEL Tiziano Treu; del Sottosegretario di Stato agli Affari Europei, Vincenzo Amendola; della vicepresidente CESE, Giulia Barbucci; e del direttore generale per l’UE del MAECI, Vincenzo Celeste.
“La drammatica crisi sanitaria si è trasformata in occasione per voltar pagina rispetto al passato, spingendo l’Unione a compiere, negli ultimi mesi, scelte inedite e finora impensabili. Questo ha reso necessario e urgente ripensare l’Europa rimettendone in discussione il funzionamento istituzionale, come auspicato da tutti i documenti del CNEL già dall’inizio del 2019. L’occasione della ‘Conferenza sul futuro dell’Europa’ che inizierà il 9 maggio 2021 è la circostanza adatta per presentare, con la partecipazione delle parti sociali, proposte concrete di riforme sostanziali comprese la revisione dei Trattati”, ha detto il presidente Treu.
“La Conferenza sul futuro dell’Europa è l’occasione che l’Unione si dà per una grande partecipazione popolare alla formazione del proprio domani - ha sottolineato il sottosegretario Amendola - La pandemia ci ha costretti a trasformare i vecchi modelli e questa conferenza, partita come momento di riflessione, diventa vettore di reale cambiamento: l’Ue ne uscirà riformata e più democratica. Ringrazio il Cnel per aver voluto dedicare un dibattito a questa fase cruciale per la storia di noi europei e per tutto il lavoro che svolgerà nel corso della Conferenza sul futuro dell’Europa”.
Di seguito le 4 proposte del CNEL
1) Riforma della governance europea e semplificazione dei processi decisionali
Occorre aprire una fase costituente per superare l’attuale modello di governance (intergovernativo) e passare dal voto all’unanimità al voto a maggioranza qualificata per “tenere la rotta” rispetto al progetto di una Unione più integrata e più vicina ai suoi valori fondanti: obiettivo è la costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Nessun paese può obbligare gli altri a entrare nell’Unione politica; parimenti, nessun paese può ostacolare gli altri dal farlo. Completare l’Unione Economica e Monetaria (UEM) attraverso una governance politica, economica e fiscale, con la BCE prestatore di ultima istanza. Occorre realizzare una Unione Fiscale e un bilancio comune con l’istituzione di un Ministro del Tesoro UE.
2) Risorse Comunitarie
Aumentare gradualmente le risorse comunitarie al 3% del PIL (dell’UEM) perché per essere efficace nella sua azione l’Unione deve avere una autonoma capacità di bilancio e possibilità di imposizione fiscale e ridistribuzione delle risorse, così da permettere il finanziamento di ulteriori e più coraggiosi progressi nella coesione. Adeguare il Patto di stabilità e crescita alla situazione attuale: se non è possibile la sua totale soppressione occorre comunque una sua profonda correzione invertendo i parametri di riferimento attuali, ponendo la crescita e la salvaguardia dell’occupazione al primo posto, oltre alla revisione dei criteri per la valutazione economica dei Paesi membri. Al riguardo, in vista di una sua sostanziale revisione, il CNEL raccomanda di avviare rapidamente un lavoro rigoroso con la partecipazione delle parti sociali, di esperti e delle istituzioni competenti, per costruire una proposta italiana. La sfida è non ripetere gli errori del passato ma riformare l’esistente, subito. Avviare una revisione delle politiche economiche UE sugli aiuti di Stato.
3) Convergenza politica per una UE più integrata su materie fondamentali e capace di rispondere con maggior efficacia alle sfide attuali
Revisione delle competenze fra livello nazionale ed europeo e riforma complessiva del sistema di immigrazione e di asilo. Accelerazione sull’unione dell’energia (compresa la necessità di un nuovo rapporto tra UE e Unione africana, partner chiave riguardo agli obiettivi climatici, energetici, digitali, commerciali, e di approvvigionamento delle materie prime). Autonomia geopolitica e posizionamento dell’UE nel mondo attraverso il rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC).
4) Applicazione vincolante per i Paesi membri dei principi contenuti nel Pilastro europeo dei diritti sociali
Il CNEL ribadisce che il mercato unico e l'integrazione economica devono realizzare una società europea capace di promuovere la coesione e la convergenza, che combatta la disoccupazione e l’esclusione e assicuri diritti, tutele e pari opportunità. Considera inscindibile il binomio benessere economico - benessere sociale e raccomanda che il PEDS, a seguito di una precisa volontà politica, possa tradursi in politiche sociali condivise, tali da promuovere equità sociale, combattere ineguaglianze e dumping (sociale, contrattuale, fiscale), rafforzare l’impegno sul tema della formazione e delle competenze, determinanti per lo sviluppo dell'occupazione, garantire sicurezza delle transizioni professionali e portabilità dei diritti, affrontare le asimmetrie sociali e del lavoro, rendere coerenti le politiche macroeconomiche e promuovere la partecipazione delle parti sociali.
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