Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante “Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza"
Illustre Presidente, Onorevoli Deputati,
Vi ringrazio per l’invito a questa Audizione, che ci consente di condividere alcune riflessioni sullo Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante «Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza» (di seguito: lo Schema).
In via preliminare osserviamo che, entro il 17 luglio 2021, gli Stati membri sono chiamati a recepire la Direttiva n. 2019/1023 riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 - direttiva sulla ristrutturazione e sull'insolvenza (di seguito, la Direttiva).
Con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. n. 14/2019), che in virtù della recente decretazione d’urgenza entrerà in vigore il 1° settembre 2021 (art. 5, DL n. 23/2020, cd. DL Liquidità), il legislatore italiano ha già innovato il quadro di riferimento ispirandosi a obiettivi analoghi a quelli perseguiti dal legislatore comunitario, in primis l’emersione anticipata della crisi e il favore per la continuità aziendale. Tuttavia, le differenze non mancano.
Pertanto, lo Schema e gli eventuali successivi interventi dovrebbero creare le premesse per un corretto e fluido recepimento della Direttiva: pertanto, le proposte di Confindustria si muovono anche in questa direzione. Inoltre, non si può prescindere oggi dalla grave crisi economico-finanziaria che il nostro Paese sta attraversando e che ha comportato recenti modifiche anche alle norme concorsuali per tener conto delle difficoltà per le imprese legate alla pandemia, così come non si può escludere che si renderanno necessari ulteriori interventi in tal senso.
Tuttavia, la contingenza non deve rappresentare l’occasione per un arretramento rispetto ai passi che la disciplina concorsuale ha fatto, in particolare con il Codice, verso un maggiore contemperamento tra l’esigenza della continuità aziendale e le ragioni di tutela dei creditori.
A questo proposito, occorre tenere in debita considerazione che qualunque soluzione che rechi forme di protezione rafforzata per i debitori ha un riflesso sulla filiera dei pagamenti, con il rischio di generare un effetto domino sull’intero sistema produttivo.
Infatti, i creditori, parte dei quali al momento ancora solidi, a fronte di mancati o ritardati pagamenti, rischiano di trovarsi a loro volta avvitati nella crisi. Pertanto, in termini di metodo, occorrerebbe tenere separati il canale normativo dei correttivi al Codice, attraverso cui dovrebbero passare modifiche di carattere strutturale alla disciplina concorsuale, da quello della decretazione d’urgenza, cui affidare le modifiche dettate dalla situazione emergenziale e che dovrebbero caratterizzarsi, in ogni caso, per una portata temporalmente limitata.
In termini di merito, le prossime soluzioni andranno valutate con molta prudenza, alla luce dell’evoluzione del quadro macroeconomico e degli effetti prodotti dagli interventi di sostegno finanziario alle imprese in difficoltà. Tanto premesso, le considerazioni che seguono riguardano quattro temi di prioritario interesse: procedure di allerta e composizione assistita della crisi; concordato preventivo; coordinamento con la disciplina giuslavoristica; specializzazione dei giudici addetti alla materia concorsuale.
Audizione completa in allegato