Corte dei conti UE: PAC contro la perdita di biodiversità

Posted on 06/06/2020 in Normativa by Assilea

La conservazione delle specie e l’aumento dei pagamenti diretti alla tutela della biodiversità sono il focus per I revisori di Lussemburgo

La politica agricola comune (PAC) dell’Unione europea non è stata finora efficace contro la perdita della biodiversità dei terreni agricoli in Europa, di cui è responsabile in buona parte anche l’agricoltura intensiva.

Focus della Corte dei Conti Europea sul ruolo della politica agricola comune nel conservare la varietà delle specie animali e vegetali sul pianeta, pubblicato nel giorno in cui si celebra la giornata mondiale dell’Ambiente.

Da anni ormai si osserva, in Europa e nel mondo, una perdita graduale del numero e della varietà di specie presente nei terreni agricoli, dovuta soprattutto ai cambiamenti climatici. L’UE menziona tra i propri obiettivi strategici per la sostenibilità proprio la salvaguardia del paesaggio e delle specie, ma la Corte di Lussemburgo ha rilevato “carenze” nella strategia europea sulla biodiversità fino al 2020, adottata dalla Commissione nel 2011, e nel suo coordinamento con la politica agricola comune.

La Corte dei Conti punta, tra i vari obiettivi, a trasformare almeno il 30 per cento rispettivamente delle terre e dei mari europei in ‘aree protette’ e ripristinare almeno il 10 per cento delle aree agricole in caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.

Per la protezione della biodiversità l’UE gioca un ruolo fondamentale perché non solo definisce gli standard ambientali ma cofinanzia anche la maggior parte delle spese agricole degli stati membri. Nel bilancio comunitario in scadenza (2014-2020), la Commissione ha previsto risorse pari all’8,1% (circa 86 miliardi di euro) per la biodiversità, di cui una componente importante (il 77 per cento, in cifre 66 miliardi di euro) finanziati proprio dalla Politica agricola comune.

Tuttavia, l’azione della PAC non è stata finora sufficiente a contrastare il declino della biodiversità nei terreni agricoli, una grave minaccia sia per l’agricoltura che per l’ambiente .

I pagamenti diretti della PAC agli agricoltori rappresentano circa il 70 per cento di tutte le spese agricole dell’UE, ma la Corte evidenzia che le modalità con cui la Commissione monitora che tali risorse siano dirette alla conservazione della biodiversità nei terreni agricoli non sono affidabili a causa di quelle che vengono definite debolezze metodologiche. Inoltre, lamentano i revisori di Lussemburgo, gli effetti di tali pagamenti sulla biodiversità nei terreni agricoli sono limitati oppure non conosciuti.

Le proposte per la PAC post-2020 e la strategia sulla biodiversità fino al 2030 mirano a rendere la PAC più reattiva di fronte a sfide quali la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici o il rinnovo generazionale, continuando al tempo stesso a sostenere gli agricoltori europei per ottenere un settore agricolo sostenibile e competitivo.

Nel complesso però la Corte ha raccomandato alla Commissione di coordinare meglio la strategia sulla biodiversità fino al 2030 appena presentata, potenziando anche il contributo dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale alla biodiversità nei terreni agricoli. Maggiore attenzione deve essere riservata al tracciamento delle spese che sono destinate alla tutela delle specie e da Lussemburgo  propongono anche di elaborare indicatori affidabili sulla biodiversità nei terreni agricoli per valutare l’impatto, positivo o negativo, degli strumenti a disposizione della PAC sulla tutela delle specie.

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