Scatta il taglio del costo del lavoro in agricoltura con l’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro appartenenti a specifiche filiere agricole.
Scatta il taglio del costo del lavoro in agricoltura con l’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole ma anche allevamento, ippicoltura, pesca e dell’acquacoltura. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento al “tour de force” del fisco per imprese e professionisti, che si troveranno domani a dover onorare 187 versamenti secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia).
Le imprese agricole più duramente colpite dall’emergenza covid godranno però – sottolinea la Coldiretti – almeno dell’esonero per i primi sei mesi del 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro per effetto delle norme contenute nel DL Rilancio, ora convertito in legge, e non dovranno pagare un importo complessivo di 426 milioni per il settore grazie alle sollecitazioni della Coldiretti accolte dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova.
“Un risultato importante per salvare lavoro ed occupazione in settori strategici del Made in Italy in una situazione in cui in Italia il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività secondo l’indagine Coldiretti/Ixe “ ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare “il valore strategico della filiera del cibo con la necessità di difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali”.