Lo scoppio della pandemia da COVID-19 ha causato una crisi sanitaria globale senza precedenti, che ha comportato un grave declino dell'attività economica.
Gli Stati membri hanno dovuto affrontare la duplice necessità di affrontare l'emergenza sanitaria e sostenere l'economia.
A tal proposito, il 3 marzo la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione riguardante il contributo della politica di bilancio alla ripresa dalla crisi generata dalla pandemia da Covid-19, fornendo agli Stati membri orientamenti generali sulla conduzione della politica di bilancio nel periodo a venire.
In particolare, l’accento è stato posto sul mantenimento o la sospensione della clausola di salvaguardia, che era stata attivata nel marzo 2020 per far fronte alla crisi da Covid-19. A tal riguardo si è affermato che “la decisione dovrebbe essere presa a seguito di una valutazione globale dello stato dell’economia basata su criteri quantitativi. Il livello di attività economica nell’UE o nell’area dell’euro rispetto ai livelli pre-crisi (fine 2019) sarà il criterio quantitativo chiave per la Commissione per la sua valutazione complessiva della disattivazione o della prosecuzione dell’applicazione della clausola di salvaguardia generale. Pertanto, le attuali indicazioni preliminari suggerirebbero di continuare ad applicare la clausola di salvaguardia generale nel 2022 e di disattivarla a partire dal 2023”.
Secondo il Commissario all’economia Gentiloni, infatti, bisogna tener conto della disomogeneità della ripresa nella zona euro, in quanto Stati come l’Italia e la Spagna non torneranno a livelli pre-crisi prima della fine dell’anno prossimo, per questo motivo il Patto di stabilità dovrà rimanere sospeso anche per tutto il 2022 per dare la possibilità agli Stati membri di investire per il rilancio.