Gentiloni: "È un passo importante ed estremamente positivo per gli sforzi collettivi dell’Europa al fine di costruire un sistema fiscale globale più equo e stabile".
Anche l'Irlanda ha deciso di aderire all’accordo globale sulla tassazione minima delle multinazionali.
La notizia è arrivata direttamente dal ministro delle Finanze del Paese, Paschal Donohoe, che in una conferenza stampa ha reso nota ieri la decisione del governo di Dublino. “È la giusta decisione”, ha affermato il ministro sancendo così la fine della politica economica di tasse ridotte introdotta nel Paese nel 2003.
Positivo il commento del Commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. “È un passo importante ed estremamente positivo per gli sforzi collettivi dell’Europa al fine di costruire un sistema fiscale globale più equo e stabile”, ha scritto su Twitter.
Anche il segretario di Stato francese agli Affari europei, Clement Beaune, ha affidato a un tweet il suo commento alla decisione irlandese: “L'Irlanda fa una scelta europea, coraggiosa, una tappa essenziale verso una maggiore giustizia fiscale internazionale".
A luglio il G20 riunito a Venezia aveva sostenuto l’intesa di massima raggiunta all’OCSE per una "minimum tax" del 15% sulle multinazionali. Accordo che però non era stato firmato da Irlanda, Ungheria ed Estonia. "Il governo ha approvato ora la mia raccomandazione perché l'Irlanda si unisca al consenso internazionale”, ha chiarito Donohoe. Dublino aumenterà così la sua imposta sulle società finora fermo al 12,5%. Un sistema fiscale che aveva attratto negli anni numerose multinazionali, soprattutto del settore tecnologico, e creato tensioni con i partner comunitari. Nella serata di ieri è poi arrivata anche l’adesione dell'Estonia. "Ci uniamo all'accordo sulla global tax – ha detto la premier Kaja Kallas – non cambierà nulla per la maggior parte degli operatori economici dell'Estonia, e riguarderà solo le filiali dei grandi gruppi multinazionali".