Linee guida PNRR - audizione Ministro Patuanelli

Posted on 06/10/2020 in Normativa by Redazione

Si è svolta oggi, in Commissione Industria, l’audizione del Ministro Stefano Patuanelli sulla proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questa sera se ne parlerà nel CdM

Si è svolta oggi, in Commissione Industria, l’audizione del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli sulla proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Il Ministro ha evidenziato che chiederà questa sera in Consiglio dei Ministri, all’interno del NADEF, l’inserimento tra i vari collegati alla legge di bilancio, del testo unico dell’eco- sismabonus.  

Patuanelli ha sottolineato il grande supporto alla transizione verde con progettualità sull’economia circolare e sul tema della smart mobility e dell’automotive, in stretta collaborazione con il MIT per quanto riguarda le infrastrutture. Ha fatto anche presente che nell’ambito delle modalità con cui l’Europa cerca di affrontare la crisi economica indotta dalla pandemia con il negoziato su NextGenerationEU va nella direzione giusta verso la necessità di intervenire in modo massiccio a sostegno dei settori economici colpiti e delle attività produttive, in modo sia orizzontale che verticale. Questi strumenti sono addizionali rispetto a quanto già in campo, non sostitutivi. Il prefinanziamento entro il 2021 che vale il 10% aveva inizialmente imposto tempistiche di approvazione dei programmi da parte degli Stati membri troppo strette, queste sono state comunque modificate nel corso del tempo garantendo più tempo.

  • Le direttrici della politica industriale individuate dal MISE da perseguire con questi strumenti sono:
    • la crescita sostenibile e inclusiva (ambientalmente, economicamente e socialmente);
    • la centralità dell’impresa (perché crea ricchezza e lavoro e li distribuisce);
    • la centralità di lavoro e formazione (occhio alle transizioni occupazionali con focus su nuove competenze).

 

  • pilastri della politica industriale così delineati sono:

 

  • la trasformazione digitale del sistema produttivo;
  • il rafforzamento della competitività di filiera;
  • la riqualificazione green del sistema produttivo;
  • il finanziamento e il supporto a start up e PMI;
  • gli investimenti nelle aree in via di sviluppo;
  • un salto quantico negli investimenti in capitale umano e nella formazione professionale.
  • Progetti PNRR - Per le progettualità molte volte in queste settimane si è parlato di oltre 600 progetti, anche variegati. Ha confermato che ciascun Ministero sta lavorando da progetti variegati, e per farlo sono partiti da una valutazione dei progetti già presenti nei Ministeri. Quei progetti però non rappresentano l’idea del Governo di utilizzo delle risorse europee, ma sono lo scheletro esistente delle proposte, da ricalibrare in base alle linee guida. Tutti i progetti andranno accorpati per macro temi di utilizzo e ci deve essere una semplificazione degli strumenti, tenendo conto che le cose da mettere a terra devono essere messe in pratica anche dai piccoli imprenditori. Sono gli strumenti che devono andare verso l’imprenditore e non viceversa e c’è la volontà di una transizione che porti a sistemi produttivi compatibili con l’ambiente, ma per arrivarci serve discontinuità e voglia di innovare e innovarsi. Altro tema fondamentale, è che devono essere strumenti con execution certa e rapida, con investimenti che vanno a terra in tempi certi. Ogni progettualità ha una struttura molto chiara, che fissa obiettivi risorsi e tempi, e fissa già dei criteri di la valutazione d’impatto.  
  • Le 3 macro aree: Patuanelli ha ricordato che sono state individuate 3 macroaree, in linea con le linee guida europee, ognuna delle quali contiene diversi macroprogetti. All’interno di ciascun area di progetto ci sono gli obiettivi e gli strumenti, nel dettaglio:
    • La prima era è il supporto alla transizione digitale e all’innovazione. Al suo interno diversi temi di riferimento, ovvero tutto il mondo del 4.0, competenza e formazione, interventi in ricerca e sviluppo, oltre che infrastrutture digitali.
    • Supporto alla transizione verde: le linee di intervento previste riguardano la riqualificazione energetica degli edifici, la conferma del superbonus e il rafforzamento: Patuanelli ha annunciato che proporrà un testo unico sul superbonus, che sia facilmente intellegibile dagli operatori. Poi, sono previsti li strumenti che servono per arrivare agli obiettivi PNIEC, la strategia dell’idrogeno, smart mobility e l’automotive, economia circolare per le imprese e piano industria siderurgica sostenibile. Ha sottolineato che la siderurgia non va confusa solo con Ilva, ma è un settore che prescinde da questo, e bisogna rilanciarlo e superare l’utilizzo dell’acciaio primario. Necessario inoltre incentivare fortemente l’autoproduzione e l’autoconsumo energetico, le comunità energetiche, che accompagnandosi a un processo di efficientamento ci potranno far raggiungere gli obiettivi del Pniec forse prima del previsto.
    • Attrattività del sistema produttivo: gli interventi riguardano il rafforzamento della capacità del nostro Paese di attrarre investimenti, il Made in Italy e le sue filiere, elementi da rafforzare anche attraverso tutela del marchio, tenendo conto anche del lavoro fatto dal Ministero degli affari esteri e del Piano per l’export. Ha sottolineato che bisogna tenere conto anche del fondamentale accesso al credito per la liquidità delle imprese, ed è necessario costituire una banca pubblica per gli investimenti, per la semplificazione e costituzione delle imprese. Importante afforzare le filiere è importante come aerospazio, difesa, sicurezza e space economy. Il tema della cybersecurity è in questa macroarea, tema centrale per la sicurezza.
  • Altri progetti: Estendere la banda ultralarga per raggiungere il completamento delle aree bianche e incentivare la domanda di connettività e BUL. Bisogna implementare, ha sottolineato, i servizi digitali, sostenendo le imprese che vogliono usarli. Finchè non ci sarà il quadro complessivo parlare di cifre è difficile, ma comunque ha aggiunto l’obiettivo di passare dal 12 al 20% di credito d’imposta per ricerca e sviluppo. Ha ricordato nuovamente il focus sul tema idrogeno, una tecnologia non matura ma che può maturare in fretta, bisogna però capire quale è il tipo di idrogeno su cui investire: è evidente la volontà di portare la produzione di idrogeno verso l’idrogeno verde, anche perché le ultime gare sul costo dell’energia hanno portato a valori impensabili fino a qualche anno fa. In questo modo, attraverso una fonte fotovoltaica è possibile produrre idrogeno verde, e avere un ruolo centrale in Europa.
  • Transizione verde. Grande supporto alla transizione verde con progettualità sull’economia circolare e sul tema della smart mobility e dell’automotive, in stretta collaborazione con il MIT per quanto riguarda le infrastrutture.
  • Formazione. Necessario formare non solo i lavoratori, ma anche gli imprenditori: molto spesso infatti è l’imprenditore ad avere un gap formativo che non gli permette di intervenire nei processi industriali, capendo la direzione del mercato ma soprattutto anticipando le scelte degli altri soggetti e in modo da portare la propria azienda in una situazione di vantaggio in grado di aggredire il mercato.
  • Fonti di finanziamento. Il Ministro sottolinea che il Governo non ha solo la disponibilità delle somme stanziate dal RF: oltre a quelle, si dispone di una cifra tra 75 e 80 mld della politica di coesione 2021-2027, delle risorse della Legge di Bilancio che consentiranno un margine di circa 1,1% di PIL, del fondo sviluppo e coesione 2021-2027 e di altri programmi del QFP europeo. È quindi profondamente sbagliato pensare di dover dividere i 200 mld del RF: Il MISE deve fissare i propri programmi di politica industriale, fissare le rispettive necessità di risorse e successivamente individuare le modalità di finanziamento più opportune per ogni singolo programma operativo.

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