Lasciata alle spalle la crisi economica mondiale, oggi gli attori istituzionali e il Parlamento sono chiamati ad affrontare sfide di lungo periodo e di ampio respiro.
Lasciata alle spalle la crisi economica mondiale, oggi gli attori istituzionali e il Parlamento sono chiamati ad affrontare sfide di lungo periodo e di ampio respiro. Da un lato essi hanno il compito di dare impulso alla crescita economica e, dall'altro, di indirizzarla su binari di sostenibilità sociale e ambientale.
In tale contesto l'Italia si trova a fronteggiare le specificità del proprio sistema finanziario e produttivo.
Il tessuto produttivo, costituito soprattutto da medie, piccole e piccolissime imprese, dipende ancora grandemente dal credito bancario. Il credit crunch degli anni della crisi risulta allentato, anche grazie alle misure straordinarie intraprese dalla BCE, come evidenzia da tempo il Bollettino Economico della Banca d'Italia. Si registra una sostanziale ripartenza dei flussi di credito alle imprese.
Il sistema bancario emerge da una crisi d'identità molto profonda, che vede ancora aperto il cantiere delle riforme degli istituti di media e piccola dimensione (banche popolari e banche di credito cooperativo). Esso è impegnato a smaltire i volumi di crediti deteriorati accumulati durante la crisi economica, a correggere le inefficienze organizzative che pesano sui bilanci bancari e ad assorbire l'impatto sistemico delle crisi che hanno investito diversi istituti di credito dal 2015 a oggi.
D'altro canto, l'implementazione di strumenti alternativi al canale creditizio (mini bond, equity crowdfunding, le agevolazioni per le start-up innovative e le PMI innovative, il ricorso ai sistemi multilaterali di negoziazione e a mercati borsistici) non ha ancora consentito di sostituire integralmente il finanziamento bancario con la liquidità proveniente dai mercati. Nonostante le opportunità introdotte dalle misure di Industria 4.0, della Legge di Bilancio 2019 e del decreto Crescita, alcune delle quali da perfezionare nel tempo, si assiste ancora ad una netta preferenza delle imprese nazionali per il finanziamento bancario.
Ciò è conseguenza, e tuttavia anche causa, delle principali limitazioni del sistema produttivo nazionale: dimensioni relativamente piccole, ritrosia alla quotazione presso i mercati regolamentati, scarsa propensione alla disclosure, a fronte di un contesto economico internazionale complesso e articolato, caratterizzato soprattutto dal repentino sviluppo del Fintech e della disintermediazione.
In tale quadro, già nella scorsa legislatura il Parlamento ha dedicato a questi temi un'attenta riflessione e si è fatto promotore di importanti iniziative legislative.
Sul tema del Fintech la Commissione Finanze della Camera ha svolto nella XVII legislatura una corposa indagine conoscitiva le cui risultanze hanno evidenziato la necessità di modernizzare i processi produttivi, migliorare l'infrastruttura tecnologica del Paese colmando il digital divide, dare impulso alla cultura finanziaria dei cittadini.
Importanti iniziative legislative – anch'esse originate da indagini conoscitive della Commissione – hanno riguardato la nascita dei mini bond e delle agevolazioni per le start-up, la promozione dell'educazione finanziaria, l'istituzione sperimentale di regulatory sandbox per le imprese (che consentono loro di operare in un contesto finanziario veloce, con regole semplificate), lo sviluppo dell’equity crowdfunding.
Questi strumenti non sembrano tuttavia ancora sufficienti ad imprimere un effettivo impulso alla diversificazione del sistema di finanziamento delle imprese italiane.
La VI Commissione Finanze intende dunque svolgere un'indagine conoscitiva per comprendere come gli strumenti finanziari più avanzati e il mercato dei capitali possano oggi offrire ulteriori prospettive concrete per l'economia reale e la crescita del Paese, riservando particolare attenzione allo sviluppo delle imprese e alla loro sostenibilità e fornendo loro supporto in termini di liquidità e solidità.
Anche mediante una ricostruzione delle misure susseguitesi negli ultimi anni con l'obiettivo di offrire al sistema produttivo canali complementari a quello bancario, appare opportuno verificare quali siano gli ostacoli che ancora allontanano le aziende dall'idea della quotazione del debito o dell’equity. È necessario fare luce sui margini di intervento, anche fiscali, a disposizione del legislatore, nonché sull'azione condotta dalle Autorità di regolazione e dagli intermediari.
Allo stesso tempo occorre svolgere un'analisi approfondita delle richieste degli stakeholder, verificando come le imprese italiane abbiano utilizzato gli strumenti sinora messi a disposizione dal legislatore, quali vincoli normativi debbano essere rimossi perché obsoleti o eccessivamente limitanti o costosi e come si preparino ad affrontare la progressiva disintermediazione dei servizi finanziari, nonché la diffusione del Fintech.
L'indagine, che si concluderebbe entro il 31 dicembre 2020, si articolerebbe nel seguente programma di audizioni:
Ministro dell'economia e delle finanze;
Ministro dello sviluppo economico;
Rappresentanti delle regioni e degli enti locali;
Banca d'Italia;
CONSOB;
Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS);
European Banking Authority (EBA);
Esponenti di organizzazioni nazionali e internazionali operanti nei settori fiscale, finanziario e assicurativo;
Cassa depositi e prestiti;
Istituto nazionale di statistica (ISTAT);
Borsa Italiana;
Associazione bancaria italiana (ABI);
Associazione nazionale fra le banche popolari;
Federazione italiana delle banche di credito cooperativo (Federcasse);
Rappresentanti di altri operatori del settore finanziario, creditizio e assicurativo;
Esponenti di alcuni istituti di credito;
Esponenti di fondi pensionistici ed assicurativi e del settore del private equity e del venture capital;
Elite S.p.a.;
Confindustria;
R.ETE. Imprese Italia;
Osservatori del Politecnico di Milano sui mercati alternativi dei capitali e della finanza;
Organizzazioni sindacali;
Agenzia delle entrate;
Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili;
Esponenti del settore Fintech;
Esperti e studiosi della materia.