Si è svolta oggi l'audizione di Banca d'Italia sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020.
Presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, audito oggi Eugenio Gaiotti, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, in merito all’attività conoscitiva preliminare all’esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020 (NADEF 2020).
Di seguito riportiamo, in forma sintetica, i temi trattati nel corso dell’audizione:
- Indicatori congiunturali area euro – Nell’area dell’euro gli indicatori congiunturali segnalano un andamento dell’attività nel terzo trimestre in linea con la graduale ripresa delineata in giugno dall’Eurosistema; restano però molto ampi i margini di capacità inutilizzata, che hanno contribuito a spingere l’inflazione su valori negativi (-0,3 per cento in settembre).
- Andamento conti pubblici – L’andamento dei conti pubblici nell’anno in corso ha riflesso l’emergenza sanitaria e la conseguente risposta di bilancio. Sulla base delle valutazioni ufficiali ex ante, gli interventi adottati a questo scopo avrebbero aumentato il disavanzo nel 2020 per oltre 6 punti percentuali del PIL. Il Governo stima che l’indebitamento netto nell’anno sarà pari al 10,8 per cento del PIL, 9,2 punti percentuali al di sopra del valore dell’anno precedente. Questo andamento è determinato dal peggioramento del saldo primario (per circa 151 miliardi). Il sensibile aumento della spesa primaria corrente (10,9 per cento) riflette soprattutto le erogazioni per gli ammortizzatori sociali. Si riducono anche le entrate fiscali (-7,7 per cento), dato il peggioramento macroeconomico e le rimodulazioni o cancellazioni di alcuni versamenti contenute nei decreti per l’emergenza. La spesa per interessi invece diminuisce (di quasi 2 miliardi), anche grazie alla riduzione dei rendimenti all’emissione che è stata osservata a partire dalla fine di marzo, dopo il rientro delle tensioni sul mercato italiano. La NADEF prevede che nell’anno in corso l’incidenza del debito pubblico sul prodotto aumenti di oltre 23 punti percentuali, raggiungendo il 158 per cento.
- Decisioni BCE – Il Consiglio Direttivo della BCE in giugno ha rafforzato la dotazione del programma di acquisti per l’emergenza pandemica e ne ha prolungato la durata; in settembre ha confermato che manterrà, e aumenterà se necessario, l’orientamento accomodante della politica monetaria. Nell’ambito dei programmi dell’Eurosistema, la Banca d’Italia ha operato attivamente sul mercato italiano. Gli interventi di politica monetaria e le aspettative suscitate dall’accordo raggiunto sul programma Next Generation EU hanno contribuito a un deciso miglioramento delle condizioni monetarie e finanziarie.
- Proiezioni sul PIL – Nel complesso (considerando anche la revisione al ribasso della stima del secondo trimestre effettuata dall’Istat), valutiamo che resti valida la proiezione che abbiamo pubblicato in luglio, che indicava una caduta del PIL attorno al 9,5 per cento nella media di quest’anno. Le prospettive restano però molto incerte. Resta rilevante il rischio che l’evoluzione globale della pandemia continui a ripercuotersi sulla fiducia di famiglie e imprese o resti debole la domanda globale.
- Incertezza prevalente – Le stime della NADEF per quest’anno e per il prossimo si collocano all’interno del ventaglio delle valutazioni dei diversi osservatori censiti da Consensus Economics. Va sottolineato però che la dispersione eccezionalmente elevata che caratterizza l’insieme delle valutazioni illustra la dimensione dell’incertezza ancora prevalente; di fatto tutte le proiezioni restano analisi di scenario, dipendenti dalle ipotesi sulla pandemia e sui comportamenti.
- Dati terzo trimestre – In Italia, tutti gli indicatori che si osservano (tra questi i consumi elettrici e di gas, i flussi di traffico, i pagamenti al dettaglio) segnalano un recupero dell’economia nel terzo trimestre, più ampio di quanto Banca d'Italia aveva stimato in precedenza, anche se non omogeneo tra i settori. Secondo le valutazioni di Banca d'Italia, la produzione industriale potrebbe essere cresciuta attorno al 30 per cento nel terzo trimestre, con un sostanziale recupero dopo il crollo osservato nei mesi di chiusura delle attività economiche. L’impatto della pandemia è invece più persistente nei servizi, che hanno segnato un recupero solo parziale.
- Quadro programmatico – Quest’anno la programmazione di bilancio è più complessa perché dovrà incorporare l’utilizzo delle risorse previste nell’ambito del programma Next Generation EU (NGEU). La Nota presenta comunque un quadro provvisorio dell’utilizzo delle risorse di NGEU, sia per le sovvenzioni sia per i prestiti. Nel prossimo triennio, il Governo intende impiegare 95,5 miliardi a valere sulla componente principale di NGEU (il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, DRR); l’utilizzo sarebbe crescente nel tempo (21 miliardi nel 2021, 33,5 nel 2022 e 41 nel 2023) e sarebbe maggiore la quota rappresentata dalle sovvenzioni, al cui utilizzo, a differenza che per i prestiti, non corrisponde un aumento del disavanzo. Nel successivo triennio l’utilizzo delle risorse diminuirebbe progressivamente (39,4 miliardi nel 2024, 30,6 nel 2025 e 27,5 nel 2026) e sarebbe prevalente la quota costituita da prestiti.
- Interventi per sostenere l’economia – Nel quadro della manovra, la Nota sottolinea che gli interventi diversi da quelli finanziati dal programma NGEU hanno l’obiettivo di continuare a sostenere l’economia, prima che il programma europeo possa esercitare tutti i suoi effetti. Si prevede di introdurre ulteriori misure a sostegno dei lavoratori e delle imprese dei settori più colpiti dalla crisi, di rendere permanente la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente introdotto quest’anno, di prolungare il taglio contributivo destinato al Mezzogiorno; il Governo intende avviare la riforma fiscale sulla base di una legge delega. A parziale copertura di tutti questi interventi si prevede di rivedere e riqualificare la spesa corrente della Pubblica Amministrazione e di intervenire sui sussidi dannosi dal punto di vista ambientale.
- Dinamica del debito – Nei programmi del Governo, il rapporto tra il debito e il PIL scende nel prossimo triennio, portandosi alla fine del periodo al 151,5 per cento; la riduzione rispetto al 2020 è di 6,5 punti, di cui 2,4 nel 2021. La NADEF formula anche obiettivi di più lungo periodo, indicando l’intenzione di riportare il rapporto tra il debito e il PIL sui livelli pre-pandemia entro la fine del decennio. Una simulazione presentata nella Nota mostra come questo obiettivo sia raggiungibile scontando il pieno utilizzo delle risorse di NGEU, con una crescita media di poco superiore all’uno per cento tra il 2024 e il 2031 (assumendo che l’inflazione si riporti gradualmente verso il 2 per cento), un onere medio del debito lievemente al di sotto dei valori attuali (in linea con le valutazioni implicite nei rendimenti di mercato) e un graduale aggiustamento di bilancio nel triennio 2024-26 (pari a quasi 2,5 punti percentuali del prodotto, che consente di mantenere l’avanzo primario poco al di sopra dell’1,5 per cento del PIL nella media del periodo). La nota mostra anche un altro scenario, in cui non si tiene conto dell’impiego dei fondi di NGEU dopo il 2023 e non è prevista la correzione di bilancio. In questo caso, il rapporto tra il debito e il prodotto alla fine del decennio si collocherebbe ancora intorno al 150 per cento.